Renzi scaricato dai suoi, agli italiani piace stare dalla parte dei vincitori

Foto LaPresse - Alessandro Ghirelli 06-09-2015,Milano,Italia Cronaca Politica Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in visita alla Festa dell'Unità presso i Giardini Indro Montanelli per l'intervento di chiusura della manifestazione. Nella foto: Matteo Renzi Photo LaPresse - Alessandro Ghirelli 06-09-2015,Milan,Italy News Politics The Italian Prime Minister Matteo Renzi visits the event Festa dell'Unità at the Indro Montanelli Gardens in the centre of Milan in order to give a final address. In the picture: Matteo Renzi

L’Italia è un paese meraviglioso ed ha tante caratteristiche uniche interessanti e peculiari, la diversità è la nostra ricchezza. Noi abbiamo centinaia e centinaia di idiomi, abbiamo centinaia e centinaia di ricette gastronomiche, innumerevoli monumenti. I nostri monumenti… Il più piccolo paesino d’Italia potrebbe essere un museo. C’è una ricchezza d’arte infinita in questo paese, abbiamo più arte noi che petrolio tutto il medio oriente.

Guardiamo alla Russia. La santa Russia. La Russia sovietica. La Russia di Putin. La Russia resta sempre la Russia. Ricorda tutto. La parata militare a Mosca vede ricordati tutti i colori i quali lottarono per difendere la patria, anche quando la patria era comunista o zarista. Seguivo questa meravigliosa rappresentazione militare di potenza sulle piazze di Mosca in quella che è la piazza rossa, sullo sfondo del cremlino, e più di tutti mi ha colpito la voce dello speaker che precisava ad una domanda fuori posto di un giornalista ovviamente italiano: Ma voi ricordate i comunisti? Anche nell’epoca di Putin? E la voce spiegava con molta pacatezza che in quel giorno non si ricordavano dei soldati comunisti, si ricordavano delle persone che erano morte per la patria. Lo Zar e la sua famiglia riposano in territorio russo e sono stati onorati e ricordati come una parte importante della storia russa.

L’Italia non è così! Noi ci siamo per tanto tempo vergognati della monarchia ma non soltanto perché avevamo cambiato forma istituzionale, noi abbiamo fatto di tutto per rimuovere la memoria dell’Italia monarchica. Solo da una ventina di anni si parla di Vittorio Emanuele II come il vero padre della patria. Si è voluto addirittura far morire l’ultimo re d’italia, colpevole praticamente del nulla, in esilio quando si è fatto tornare ed amnistiato persone responsabili di stragi da ambedue le parti. Non si è potuofare un’analisi obiettiva sul ventennio fascista, ed ancora oggi si fa fatica a chiedere di guardare tutti gli aspetti della storia di quel periodo.

E poi nell’epoca della Repubblica sono avvenute tante cose estremamente singolari. Caduta ad esempio la prima repubblica non si trova più chi era a favore dei partiti che hanno governato per tanti anni l’Italia. Poche persone hanno avuto il coraggio intellettuale di dire che votavano socialista, democristiano, che erano ammiratori di Andreotti piuttosto che di Craxi. Oggi la storia si ripete e si ripete ad esempio qui in Toscana. Trovatemi un renziano? Ovviamente parlo con esagerazione. Ci sono ancora i renziani ma all’alba di una debacle politica, all’alba di un abbandono da parte di settori della società civile e dello Stato che avevamo guardato a lui con simpatia adesso non si trovano più i rappresentanti di tutto questo largo consenso che aveva avuto.

L’apparato che l’aveva sostenuto e tutte le persone che in buona fede o cortigianamente si erano raccolti attorno al grande progetto renziano sono miracolosamente svanite. Ho addirittura sentito in un noto bar fiorentino una persona che pontificava in favore del nuovo messia Matteo Renzi solo tre anni fa dire che in fondo lui non l’ha mai avuto in simpatia. È semplicemente la storia che si ripete, difficile trovare qualcuno che si vantasse di essere fascista il 26 aprile ma anche il 9 settembre. Anche se magari due giorni prima andava alle parate con tanto di nastrini d’onore. Molte persone che rinnegarono la monarchia, pur avendo avuto da essa praticamente tutto quello che potessero sperare di avere.

L’istinto italiano delle estraneità, del voler assolvere se stessi, del non compromettersi con il passato. I renziani ci sono stati. Io non sono stato tra di loro. Magari lo facevano perché Renzi era espressione del potere in quel momento, o dava l’idea di essere un leader che avrebbe consolidato il suo potere. Ma comunque renziani lo sono stati, ed ora si fa fatica veramente a trovarne a giro. Certo ancora Renzi mantiene, soprattutto in Toscana, un residuale potere non trascurabile, ma se continua sul viale del tramonto saranno sempre più le defezioni .

Che Bocca fosse antisemita non si poteva dire, che Scalfaro fosse stato magistrato fascista non era politicamente corretto, come non poteva essere stato fascista Alessandro Natta, come Giorgio Napolitano non poteva permettere che si ricordasse la sua posizione a favore dell’energia nucleare. Figuriamoci parlare di Cuffaro e Orlando che, si trova ancora il video su youtube, attaccano Giovanni Falcone, divenuto un’icona della magistratura italiana, di quella stessa magistratura che gli aveva negato di succedere ad Antonino Caponnetto. Ma questo lo si ricorda malvolentieri.
Figuriamoci se oggi Matteo Renzi si può stupire del fatto che, spartito il potere, tenda a calare il sipario sul renzismo.

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