Una stucchevole narrazione unilaterale

narrazione unilaterale

Ormai è chiaro che non tutti i giornalisti riescono ad accettare la narrazione unilaterale della guerra che si porta avanti in Occidente. Anche perché tale narrazione è nettamente inefficace con paesi quali l’India e la Cina, che sarebbero necessari a mettere in seria difficoltà Vladimir Putin.

I media cinesi li potremmo definire apertamente poco vicini all’occidente, per cercare di usare un eufemismo. Quelli indiani sicuramente non allineati. Cosa diversa da quello che avviene in casa nostra.

Tutti condanniamo l’invasione militare dell’Ucraina. Ma dobbiamo comunque analizzare il contesto. Dobbiamo comunque interrogarci sulle conseguenze di un conflitto lungo. E la netta differenza di interessi tra l’Europa e gli Stati Uniti.

I secondi comunque in uno scenario da guerra fredda, sono nettamente la guida dell’Alleanza Atlantica. La prima diventa una potenza inesistente, suddivisa in tanti stati costretti più o meno ad aggregarsi alle decisioni di Washington. Chi come la Francia e la Germania proverà a farlo con un minimo di autonomia, e chi come noi sembra totalmente alla deriva.

Si parlava di fine del sovranismo, ma in realtà le elezioni in Serbia ed in Ungheria hanno dimostrato una situazione differente. Improbabile che Macron non sia riconfermato all’Eliseo, ma tutti i sondaggi stanno a dimostrare una sua difficoltà in questo momento.

Draghi consumato dai partiti di maggioranza

Mario Draghi, non è riuscito ad andare al Colle, dove avrebbe potuto trattare con i partiti in posizione di forza. Ed ora i partiti lo stanno consumando lentamente.

Il governo non è più votato a cambiare le cose, ma a sopravvivere. Non lo si faceva cadere per la pandemia, oggi non lo si fa cadere per la guerra. Ma vive il costante logorio di formazioni politiche: in cerca di visibilità poiché preoccupate per le elezioni.

C’è un Partit Democratico ormai sempre più elitario, lontano dai problemi dei poveri che un tempo aveva l’ambizione di rappresentare. Ed una parte dell’intellighenzia di sinistra che sta prendendo atto di tutto questo.

Dopo Cacciari e Travaglio, ora addirittura Michele Santoro è arrivato coraggiosamente ad ammettere che il PD è totalmente indifferente alle conseguenze della guerra sui ceti più poveri. Mentre Giorgia Meloni ha affermato che chiudere il gas per noi sarebbe un suicidio.

Qui si nota una differenza molto importante.

Né Letta né la Meloni mettono in discussione l’alleanza con gli Stati Uniti e la posizione filoatlantica italiana. Ma mentre il primo non si cura degli interessi del popolo italiano in questa alleanza, la accetta a prescindere, la seconda rispetta l’impegno italiano guardando sempre e comunque a salvaguardare un interesse nazionale. Questo dimostra che il primo è prima un occidentale che un italiano, la seconda non mette niente al di sopra del paese.

Questo, in una popolazione che sta portando collettivamente il peso di una depressione economica drammatica, potrà fare molta differenza , su chi scegliere per guidare il paese in un momento critico.

 

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