Una sinistra senza contenuti

La crisi della sinistra è nelle idee

Una sinistra senza contenuti. Paradossale per chi millanta di avere le unicamente in grado di risolvere i problemi del paese. Ma assurdo anche alla luce del fatto che molti intellettuali, giornalisti ed accademici sono schierati a sinistra. Eppure siamo davanti ad un vuoto desolante.

L’assurdo allarme fascismo

È ridicolo questo continuare a parlare di fascismo e tanti fascismo, nel 2022 ignorando i problemi correnti della vita sociale. Addirittura una mente al di sopra di ogni sospetto, come il grande giurista Sabino Cassese, sul quotidiano La Stampa è arrivato ad affermare:”non do tanta importanza alle distanze prese da Fratelli d’Italia rispetto al fascismo, quanto a quello che proporrà e poi realizzerà sui temi importanti del nostro Paese e il nostro futuro, a partire dal tasso di scolarizzazione della nostra società (…) E della produttività totale dei fattori l’indicatore del  complessiva del gradi di efficienza complessiva dell’economia diminuita negli ultimi tempi di più del 6%.”

Un accademico serio, che pone domande concrete a problemi reali. Quelle dalle quali è lontana una sinistra che, sa parlare solo di tematiche da assegnare al dibattito storico. Che non riguardano i problemi quotidiani del paese.

Una coalizione minoritaria

Non si può pensare a costruire un campo largo, quando si ha una prospettiva limitata. Quanto si può pensare di creare un grande progetto, quando non si gettano le basi di una pietra forma programmatica di ampio respiro. Dove si cerchi di dare risposte, ai tanti problemi di un paese complesso come il nostro?

Non si può essere uniti chiamando solo ed esclusivamente a raccolta, componenti di uno schieramento eterogeneo, contro qualcuno o qualcosa. Non si ha la credibilità per presentarsi agli occhi del corpo elettorale.

Noi per non avere loro

Come si fa a chiedere fiducia alla gente , solo ed esclusivamente contro un ipotetico governo di centrodestra.Cosa interessa la maggior parte delle persone?

Arrivare alla fine del mese, ritrovare fiducia nell’avvenire, vedere il paese tornare a crescere. Come si può dire ad un lavoratore, che è incerto sulle prospettive della pensione che si chiede la sua fiducia, se non si cerca di risolvere queste incertezze. O a un giovane che rischia di essere precario fino alla mezza età, di esprimere un voto, per sono i suoi programmi proposte reali per impedire questo sfruttamento.

I disoccupati, le partite IVA in difficoltà, le piccole e medie aziende allo stremo, le persone che devono pagare il mutuo e sono in sofferenza, non votano contro qualcuno. Votano per avere una speranza. Se uno schieramento basa tutta la sua campagna elettorale sull’odio verso l’avversario, aumenta la frustrazione di queste categorie di persone. Perché si sentono abbandonate e sfiduciate verso una politica, che non gli dà risposte, e che dovrebbe curarsi invece di loro.

Un male per il paese

Avere uno schieramento, che salvo particolari sorprese, a breve sarà il principale schieramento di opposizione, che non ha una proposta alternativa per il paese basata su programmi concreti  è un male per la democrazia italiana.

Ci vorrebbero proposte alternative di confronto da parte dei principali schieramenti. In una democrazia sana questo è fondamentale.

Le priorità di Enrico Letta sono il Ddl Zan lo Ius Scholae, l’eutanasia . Tematiche sicuramente importanti. Ma non prioritari in un momento in cui la crisi economica rischia di degenerare in una crisi sociale senza precedenti. Il primo obiettivo dovrebbe essere dare risposte per evitare Il tracollo del paese.

Oggi le battaglie ideologiche dovrebbero cedere il posto alle battaglie concrete. Per il bene del paese. E per avvicinare nuovamente gli italiani alla politica.

Leggi anche: Di Maio nelle liste del PD sarebbe un oltraggio alla decenza

Leggi anche: Il centro non si fa con i radicali

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

 

 

 

 

 

Exit mobile version