Un altro giorno di sangue, un’altra tragedia inspiegabile

Un altro giorno di sangue, un’altra tragedia inspiegabile. Una parrocchia cristiana a Gaza colpita da un bombardamento, tre civili uccisi.

La notizia, rilanciata da agenzie e media internazionali, ha scosso le coscienze.

Ancora una volta, la guerra mostra il suo volto più disumano.

“Fermatevi!” È il grido accorato di Papa Francesco, che, informato del bombardamento avvenuto ieri, ha espresso dolore e sconcerto per l’accaduto: «Tutto questo non è accettabile. In guerra ci sono delle regole. Se non si rispettano, non siamo più davanti a soldati, ma a criminali.»

Parole nette, chiare, che trovano eco nel sentimento di tanti che guardano con sgomento a ciò che sta accadendo in Medio Oriente

Lo voglio dire chiaramente: il 7 ottobre c’è stato un aggressore e un aggredito. Non ho dubbi nel riconoscere la legittimità del diritto di Israele a difendersi. Non faccio mancare la mia simpatia e la mia amicizia a quella che considero l’unica democrazia del Medio Oriente. Ma ciò non significa che tutto sia lecito, che tutto sia giustificabile.

Non si può andare avanti così

Non si può non vedere la gravissima responsabilità di Hamas, che continua a proporre come unico argomento politico la distruzione dello Stato di Israele. Un disegno folle e inaccettabile, che taglia le gambe a ogni ipotesi diplomatica, a ogni spiraglio di convivenza possibile.

Ma anche nel mezzo della guerra – che per sua natura è crudele e barbara – esistono limiti, doveri, confini etici. Esistono regole. Regole che distinguono un esercito da una banda di assassini.

In guerra muoiono i soldati. È tragico, ma lo accettiamo.

Quello che non possiamo accettare è l’indiscriminato sterminio di civili.

Non si può radere al suolo interi quartieri, colpire chi è in fila per gli aiuti umanitari, ignorare la sorte di bambini, donne, anziani, malati, persone in stato di gravidanza.

Questo non è più difesa. Questo è accanimento

Lo ha detto anche Donald Trump, intervenuto ieri su Truth Social: «La strage di innocenti deve cessare. Nessuno vince bombardando chiese e ospedali.»

E lo ha ribadito la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha espresso «profonda preoccupazione per l’escalation in atto» e ha rivolto un appello al rispetto del diritto internazionale umanitario.

Abbiamo bisogno di pace

Ma non di una pace retorica, fatta di comunicati stampa. Abbiamo bisogno di leader capaci di indicare una via politica e di riprendere il filo del dialogo. Altrimenti, saremo condannati a un conflitto eterno, dove a morire non saranno solo i sogni, ma le persone. Reali, innocenti, dimenticate.

Che almeno quelle tre vite spezzate nella parrocchia siano un monito.
Per tutti.

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