Tra Ideologie e Verità: il valore dimenticato della vita nascente
Che la violenza non sia mai la soluzione giusta nella relazione con l’altro, dovrebbe trovarci tutti d’accordo.
Purtroppo però mentre abbondano giornate dedicate, cortei, sfilate, panchine,murales e striscioni – talvolta persino sui palazzi delle istituzioni comunali – per difendere solo certe categorie di persone, altre vengono completamente escluse dalla possibilità di ricevere il rispetto che ogni essere umano merita
Un esempio lampante?
La categoria dei bimbi non nati.
È sufficiente, infatti, escludere dalla definizione di essere umano una certa categoria per poter ignorare, deridere e talvolta perfino perseguitare tutti coloro che osano difendere quel gruppo di individui.
La vita di queste creature, dunque,non avrebbe lo stesso valore della vita di una donna, di un uomo o di un trans barbaramente uccisi?
Le nozioni ideologiche di fatto non rendono le società più libere, ma schiave di meccanismi di vittimismo quasi patologico che da una parte ingannano e dall’altra opprimono chiunque abbia un pensiero differente, seppur logico e non violento.
Il 2 Febbraio giornata inizialmente dedicata alla VITA NASCENTE è stata nel tempo trasformata in Giornata della Vita annacquando il vero significato di questo evento ovvero la ferma condanna dell’aborto quale soppressione di una vita nascente, semplicemente perché questo non si può più dire!
Quasi nessuno oggi, purtroppo spesso anche all’interno di ambienti parrocchiali, si può più permettere il “lusso” di dire la verità sull’aborto, ovvero che non è una libertà di scelta ma una tragica sconfitta per la società intera.
La cultura moderna nasconde il dramma di molte donne nel post-aborto, perché questo tema ci costringerebbe a mettere in discussione un intero sistema economico-finanziario che fa profitti su pillole, spirali, procedure mediche di aborti chimici o farmacologici, per non parlare del traffico dei feti abortiti usati nelle sperimentazioni mediche e anche dalle aziende di cosmesi.
Per farsi un’ idea del business che ruota intorno al sacrificio della vita di questi piccoli esseri umani non-nati ci basta osservare i profitti di certe cliniche abortiste quali la Planned Parenthood che tradotto significa genitorialità programmata e il nome dice già tutto
Un figlio non è un prodotto di compra-vendita ma un dono da custodire, questo è il messaggio che noi di Prolife Insieme vogliamo dare alla nostra società che oggi sembra talmente avvolta dalle tenebre da esaltare l’aborto come il diritto della madre di uccidere suo figlio: cosa ci può essere di più innaturale di questo?
In un tempo in cui la nuova “morale” ci insegna a vantarci (pride) del nostro egoismo sostituendo la sana compassione del prossimo con un mieloso buonismo che di fatto nobilita il male, dichiarare che l’aborto è un crimine e resta tale nonostante la legge 194 attualmente in Italia lo consenta, trova delle resistenze così radicate nell’individuo moderno da rendere quasi impossibile parlare di questo tema in ogni ambito sociale.
L’essere umano oggi è totalmente ripiegato su sé stesso e impegnato costantemente a trovare compiacimento in ogni cosa, alieno al concetto di sacrificio, a digiuno della vera morale che risponde alla legge scritta nel cuore di ogni creatura, da diventare una facile preda delle ideologie del momento e così facendo sì rende schiavo di chi lo vuole limitare ad essere solo un mero consumatore
Non serve quindi una giornata dedicata per riconoscere la verità ed imparare il rispetto, basta allenarsi a cercare nelle profondità del nostro essere e troveremo la risposta che tutti cerchiamo.
Non consumare ma Vivere la vita è la nostra chiamata, lasciare una scia di Luce sarà ciò che resta dopo di noi solo se avremo il coraggio di cercare, affrontare e dichiarare la verità, sempre e nonostante tutto.
Manuela Ferraro
Poggibonsi SI
Per Comitato Prolife Insieme
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