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Home Firenze

Toscana, terra di santi, poeti e coalizioni complicate

di Silvia Castellani
23 Settembre 2025
In Firenze
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Elezioni Sindaco di Firenze: Il fascismo di sinistra
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Toscana, terra di santi, poeti e coalizioni complicate

La Toscana si prepara alle urne come si prepara un pranzo della domenica in famiglia: c’è chi porta il vino, chi brontola sulla pasta scotta, e chi arriva tardi ma pretende il posto capotavola.

Le elezioni regionali del 12 e 13 ottobre si annunciano prevedibili nei numeri ma tutto tranne che tranquille nei rapporti tra alleati

Perché in Toscana, si sa, anche le coalizioni parlano con l’accento colorito tipico toscano e spesso si capiscono poco. Oppure per niente.
Il presidente uscente Eugenio Giani, candidato del centrosinistra, sembra correre con il vento in poppa. I sondaggi lo danno sopra il 55%, con un centrodestra che annaspa tra il 38 e il 40%.

Ma dietro il sorriso da statista e la retorica dell’unità, il “campo largo” è più un’alleanza da tavolo da biliardo. Ci si muove, si rimbalza, si tenta il colpo giusto… ma basta un urto e le palle vagano ognuna per conto suo.

I rapporti tra Partito Democratico e Movimento 5 Stelle sono da manuale di diplomazia spicciola

Molta cortesia in pubblico, ma tanta freddezza nei corridoi. I vertici locali grillini non hanno mai digerito l’idea di “servire da ruota di scorta” al PD, e ancora oggi, tra un’intervista e l’altra, c’è chi strizza l’occhio a una corsa autonoma, che però non si farà. Per ora.
«Il M5S è dentro, ma non si sente a casa», dicono molti esponenti pentastellati.

E in effetti, la sensazione è quella di una convivenza forzata, cementata più dalla paura di perdere che da reali affinità elettive

Il PD vuole i numeri, il M5S teme l’irrilevanza, ma intanto sulle liste e sui programmi locali i mugugni sono quotidiani.

Nel frattempo, Italia Viva, Azione e compagnia bella (o riformista, a seconda del punto di vista) occupano lo spazio centrista come studenti fuorisede in una stanza condivisa. Si dividono pochi metri quadri, e sbracciano per acquistare un po’ più di spazio.

Eugenio Giani, dal canto suo, fa quello che ha sempre fatto Eugenio Giani. Bonario, omnipresente a tutte le inaugurazioni e/o celebrazioni, instancabile, un po’ sindaco d’Italia e un po’ zio d’Europa

Ma anche lui sa che tenere insieme questa tavolata non è semplice. Ogni tanto un piatto vola. Fortunatamente, solo metaforicamente.

Sul fronte opposto, Alessandro Tomasi, sindaco uscente di Pistoia, ha il volto tranquillo di chi sa che la partita è in salita. Il centrodestra toscano ha scoperto che stare uniti non è solo uno slogan, ma una strategia. Niente guerre intestine (per ora), pochi malumori, testa bassa e lavoro di gruppo.

Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e civiche marciano in ordine come soldatini di terracotta. Basterà per espugnare la Toscana?

Tomasi piace ed è un avversario rispettato, ma risulta ancora poco conosciuto, pur nel suo quotidiano “sviaggare” ogni dove in Regione. Il suo stile è misurato, la sua presenza è caratterizzata da sobrietà con un tocco di manageriale compostezza. Molto diverso da un Giani che parla fiorentino stretto, distribuisce pacche sulle spalle e partecipa a sagre paesane.

Eppure, il centrodestra ci crede. Spera in un calo dell’affluenza, che storicamente penalizza il centrosinistra, punta su roccaforti come Pisa, Pistoia e alcune zone della Maremma, e conta su un effetto sorpresa. Ma soprattutto parla in maniera chiara di scelte e di programma.
In mezzo a tutto questo, ci sono i cittadini, alcuni convinti, molti perplessi, tanti rassegnati

C’è chi vota per abitudine, chi per rabbia, chi per tradizione. E chi non voterà affatto, ma si lamenterà comunque.

Le elezioni in Toscana sono un grande teatro

I ruoli sono scritti, i protagonisti si conoscono, ma ogni tanto il copione cambia all’ultimo momento. E allora sì che si ride o si piange.
Il 12 e 13 ottobre si vota. Ma qui in Toscana, in fondo, si recita già da mesi.

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Tags: Alessandro TomasiEUGENIO GIANIPRIMO PIANOTOSCANAVOTO
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