Toglierci il “non necessario” e l’individualismo ci rende schiavi, non sani

Politici e virologi vogliono dettarci le priorita' della nostra vita, oggi per la pandemia domani per il clima. Attivita' "non necessarie" oggi per "persone non necessarie" domani

Individualismo

Individualismo sì, individualismo no.

La corsa a definire le nostre vite “non necessarie” o “essenziali” è ricominciata, noiosa e ripetitiva come un discorso di Greta Thunberg.

E non a casa evoco la antipatica faccina ingrugnata della trecciuta attivista green più manipolata del pianeta, perché ormai i Tg sono una continua ripetizione di pandemia e cambiamenti climatici.

Ingerirsi nelle nostre vite, sezionandole e distinguendo aspetti necessari e fondamentali da quelli “futili”, è  la più grande operazione antidemocratica che posse esistere.

Eppure, sta accadendo sempre più frequentemente, e ci stiamo purtroppo abituando all’idea, che lo Stato possa decidere al posto nostro cosa fare e come impiegare il nostro tempo.

A colpi di terrore e di parole d’ordine.

Terrore del virus, terrore dei “cambiamento climatici”.

Terrore, la cui strategia era propria dei terroristi appunto, ispiratori dei potenti di oggi.

Fare leva sulla paura e dettare argomenti ricorrenti e parole d’ordine è lo specchio dell’indottrinamento dei popoli.

Le parole d’ordine 

Solo ieri sera abbiamo assistito all’ennesima “conferenza stampa” del Bis-Conte, performance patinate che puzzano sempre piu  di proclami da dittatura sudamericana.

Con la scusa della pandemia, oggi, del clima domani ci privano di ciò  che loro definiscono “non necessario”, come in ogni stato etico che si rispetti.

Ma gli stati etici, nella storia sono state le più tragiche esperienze politiche al mondo, dal Terrore postrivoluzionario francese al Terzo Reich, alle ‘Democrazie’ sovietiche.

Quando lo Stato dice ciò che è “inutile” sorge un regime

Nessuno può imporre ai propri cittadini ciò che sia necessario e cosa no. Se non nelle dittatura.

Ciò che è vitale per me, può non esserlo per il mio vicino, chi può giudicarlo?

Chi può intromettersi nella sfera più intima di ciò che più conti per noi?

Le storture che stiamo vivendo, in nome di una salute che assume sempre più le sembianze di una schiavitù hanno avvisaglie non troppo nascoste.

Ieri ne abbiamo avuto una ennesima dimostrazione.

Alla domanda se gli italiani possano già prenotare le ferie di Natale, il capo del Governo ha risposto: “Non faccio previsioni. Dico solo questo: rispettiamo tutte le regole e impegniamoci come fatto sin qui. E poi auguriamoci tutti che potremo quanto prima riprendere anche le attività di svago”.

Lo svago è una concessione

Se l’italiano non è un’opinione, ne discende che necessario è solo lavorare, magari andando al lavoro con i mezzi pubblici -le auto private non sono “necessarie”- mangiando in dieci minuti solo cibi sani ed insipidi -i sapori non sono “necessari” – e dormendo al freddo – i riscaldamenti non sono “necessari.

E quando si accorgeranno che molte persone non sono “necessarie”?

Eugenetica ed eutanasia sono pronte e e disponibili, ovviamente.

Ma la felicità è necessaria? E il divertimento?

Massimo Galli ci ricorda quanto “non necessario” sia  il divertimento

Massimo Galli, primario di Malattie infettive al Sacco di Milano, parlando dell’emergenza Covid in un’intervista al ‘Corriere della Sera‘ ha già le idee chiare.

Arrestare il contagio o sono guai
I numeri del contagio in Italia crescono rapidamente, come confermano i quasi 11mila nuovi casi registrati sabato.

In realtà i tecnici veri lo temevano da tempo. Se un’epidemia prende un determinato andamento, puoi prevedere come si espanderà e in quali tempi, senza essere un mago“, evidenzia l’infettivologo.

Era chiaro che la situazione sarebbe andata presto a peggiorare. Ora o si trova la maniera di arrestare il processo o siamo nei guai”.
Non ci troveremmo di fronte all’attuale necessità di inasprimento delle regole se questa estate si fosse prestata più attenzione ad evitare la trasmissione di un virus che non si era mai sognato né di sparire, né di perdere capacità infettante e di patogenicità“, rimarca Galli, che risponde così a chi domanda se la riapertura delle scuole possa aver inciso.

“Il conseguente movimento di persone può aver contribuito all’aumento dei casi. È spiacevole dirlo. Anche se l’infezione tra i giovani si diffonde più fuori che dentro la scuola”.

Evitare tutto ciò che non è essenziale, frustare l’individualismo

Se non mantieni le precauzioni, e cioè se non sacrifichi qualcosa della vita di sempre, le limitazioni sono per forza dietro l’angolo. La realtà ci costringe a capire ed accettare che alcune cose non sono temporaneamente possibili“.

Niente più calcetto e aperitivi? “Tutto quello che non è essenziale ed è potenzialmente pericoloso come occasione di diffusione del virus dovrà necessariamente essere evitato, per la sicurezza di tutti“.

Questa è la formula di Galli. ARBEIT MACHT FREI.

Persino Mattarella condanna l’individualismo

La presenza nel mondo del “virus dell’individualismo, dell’emergere dell’ego dei singoli e degli Stati” è stata sottolineata a Macerata dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

“Questo virus ha la stessa pericolosità di quello che ci sta affliggendo ora”.

Il capo dello Stato ha parlato anche di un concetto di estrema attualità: “Dire che la libertà di ciascuno si ferma di fronte a quella degli altri è un segno di grande civiltà. Io credo però che occorre andare anche oltre questa enunciazione avanzata e civile, accantonando l’idea che la libertà degli altri sia un limite alla propria ma pensando al contrario che la libertà di ciascuno si integra e si realizza insieme a quella degli altri. Altrimenti la libertà non esiste”.

No, Presidente, l’individualismo è  la ricetta della felicità dei cittadini e la via di realizzazione degli stati democratici.

Frustrare le libere aspettative degli uomini equivale a volerli ridurre in schiavitù, asservirli ideologicamente ad un ritenuto bene superiore; ma superiore a chi ?

È chiaro il messaggio: avere libere ed individuali aspirazioni è sbagliato, sporco, vergognoso e antidemocratico. 

Solo lavorare, produrre per pagare le tasse è indispensabile, inquinando il meno possibile e togliendo il disturbo non appena non si è più utili allo Stato ed alla Nomenklatura.

È questo, Signori, si chiama Comunismo.

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