Taipei aiuta l’Italia ma non viene riconosciuta dall’OMS

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Nelle ultime settimane molti paesi stanno combattendo la propria battaglia contro il Covid19. Tutti gli stati sono stati presi in considerazione e supportati dall’OMS. Tutti meno uno: Taiwan. Continuano da più parti le critiche all’approccio dell’OMS verso Taiwan e la Cina in riferimento alla gestione della crisi causata dalla pandemia.

Secondo il Guardian un consulente dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avrebbe “lasciato cadere” la domanda di un giornalista sulla situazione di Taiwan rispetto alla pandemia.  Non ha risposto ad altre domande perché aveva “già parlato della Cina”.

Come purtroppo noto, Taiwan è stata esclusa dalla partecipazione all’Assemblea Mondiale della Sanità dopo forti pressioni esercitate dal governo comunista cinese.

Pechino considera Taiwan una provincia che si è “smarrita” e che non ha diritto al riconoscimento internazionale come entità politica indipendente. Le autorità comuniste vorrebbero portare l’isola sotto il proprio controllo e per raggiungere questo obiettivo useranno anche la forza, se necessario. Negli ultimi anni, il regime cinese ha fatto pressione presso la comunità internazionale per indurla a considerare Taiwan parte integrante della Cina Popolare.

 Un giornale di Hong Kong ha intervistato Bruce Aylward, medico ed epidemiologo, ex vicedirettore generale dell’OMS e oggi uno dei suoi consulenti più qualificati.

L’intervista riguardava le risposte internazionali alla pandemia, e in particolare quelle di Taiwan, dove si è registrato un basso tasso d’infezione e di vittime. Alla domanda del giornalista se l’OMS considerasse possibile, visto l’attuale tragica pandemia, l’adesione di Taiwan all’OMS, Aylward ha detto di non aver sentito la domanda e ha chiesto di passare ad altro. Aylward ha poi sintetizzato dichiarando:

“Bene, abbiamo già parlato della Cina e quando guardi in tutte le diverse aree della Cina, in realtà hanno fatto tutti un buon lavoro”.

Domenica scorsa l’OMS ha dichiarato che Aylward anche se non ha risposto a una domanda su Taiwan ha comunque affermato di lavorare attualmente con esperti del settore salute di Taiwan e che le domande sull’adesione devono essere indirizzate agli Stati membri, non al personale dell’OMS.

L’OMS, e in particolare il suo direttore generale, Tedros Adhanom Ghebreyesus, sono accusati di essere troppo deferenti nei confronti della Cina e di accettare supinamente le affermazioni di quest’ultima sulla pandemia. Questo nonostante vi siano prove evidenti del tentativo cinese di nasconderla.

A febbraio, Aylward, che ha decenni di esperienza nella lotta contro le epidemie, ha condotto una missione dell’OMS a Wuhan. In una clip condivisa dai media cinesi, Aylward ha detto che il paese sapeva cosa stava accadendo e “se avessi Covid-19 vorrei essere curato in Cina”!

Il ministro degli Esteri di Taiwan Joseph Wu ha affermato che l’OMS dovrebbe “mettere da parte la politica nel gestire una pandemia”.

Tutti i report finora hanno considerato positivamente la gestione di Covid19 da parte di Taiwan. Il governo taiwanese ha dichiarato di essere stato escluso dalle discussioni/confronti sui dati epidemiologici nonostante il proprio successo. Inoltre asserisce di aver informato l’OMS del rischio di trasmissione da uomo a uomo di un virus a dicembre, ma la sua informativa è stata ignorata.

L’OMS ha infatti dichiarato la pandemia a marzo, quando il virus aveva già raggiunto oltre 110 paesi e infettato più di 100.000 persone.

Nei giorni successivi all’intervista (in onda il 27 marzo), l’OMS ha rimosso la pagina  Web in cui si indicava Aylward come vicedirettore generale, creando il dubbio che la rimozione fosse una conseguenza dell’intervista.

Un portavoce dell’OMS ha detto che la pagina è stata eliminata dietro richiesta dello staff dello stesso Aylward, perché le notizie che conteneva erano state male interpretate dai media.

La problematica dell’insofferenza della Cina Popolare alla buona immagine di Taiwan nel mondo si evidenzia anche in ambito Nazioni Unite, anche ora, che  è scoppiato il fenomeno coronavirus.

Con un’ottusità assoluta l’esclusione prosegue, tutt’oggi proprio a causa della pressione esercitata a livello internazionale dal governo di Pechino.

A oggi, non si può negare il grande supporto di Pechino all’Italia che è tra i più colpiti dal “Virus di Wuhan” ma anche in governo di Taipei, si sta impegnando in tal senso.

Gli uffici della Rappresentanza di Taiwan a Roma hanno reso noto che dopo la donazione del materiale sanitario da parte della comunità cattolica taiwanese, il governo di Taiwan ha deciso di donare sette milioni di mascherine sanitarie agli undici paesi europei che più ne hanno bisogno, e tra questi l’Italia.

Le mascherine saranno inviate alla competente agenzia dell’Unione Europea, RescuEU Stockpile, che provvederà a distribuirle ai paesi, compresa l’Italia.

Oltre alle mascherine, il governo di Taipei donerà 30 respiratori, 15 all’Ospedale “Niguarda” di Milano e 15 all’Ospedale di Brescia. È confermato che ci saranno altre donazioni di materiale sanitario da parte del governo e del popolo taiwanese all’Italia nello spirito di “Taiwan Can Help”.

I 23 milioni di abitanti di Taiwan amano e difendono con convinzione la propria libertà e democrazia, duramente guadagnate. Lo stile di vita democratico dell’isola funge da modello verso cui i cinesi sparsi nel mondo tendono a ispirarsi.

Ci stanno dando l’aiuto che possono, in futuro sarà il caso di riconoscerlo.

Giuseppe Morabito

Manuela Locci

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