Stadio di Firenze. Il problema che nessuno evidenzia

stadio

Lunedì scorso è stato annunciato urbi et orbi il vincitore per il rifacimento dello Stadio di Firenze. Festa in pompa magna, con tanto di vecchie glorie della Fiorentina. Mancavano nani e ballerine, poi era il circo. Tutto per gettare ampie soffiate di fumo negli occhi.

I fiorentini, come da loro tradizione, non si sono lasciati scappare l’occasione per dividersi e contestare. È brutto, è bello. Non si può vedere, mi garba da morire. Siamo o non siamo quelli che i fohi erano meglio quelli d’anno?

Io non sto ad entrare nel merito della bellezza o meno del nuovo presumibile impianto. Non sono un tecnico, e non voglio esserlo. Ho i miei gusti ma li tengo per me. Credo che sia stato scelto quello che costa meno e che venga ultimato nei tempi più brevi. È pur sempre un bando pubblico. E qui casca l’asino.

La necessità di uno stadio nuovo per aiutare la squadra si concretizza nella possibilità che l’impianto sportivo sia di proprietà della società. Che diventi un asset come dicono quelli bravi. Le società che hanno uno stadio di proprietà vedono aumentare il loro fatturato. E non lo dico io, lo dicono i numeri a giro per l’Europa.

Commisso, e prima di lui i Della Valle, ci hanno provato in tutti i modi. Ma poi la politica ha sempre voluto dire la sua. Vincoli, lacci, laccioli. Il cane politico ha sempre e comunque voluto fare la propria pisciatina territoriale per far capire che la questione dello stadio è cosa pubblica. Cosa loro.

Ora siamo tutti a discutere dell’aspetto estetico, ma nessuno si è accorto che il problema è la proprietà.

Dove giocherà la Fiorentina?

La domanda è banale, ma la risposta assolutamente no.

Intanto mettere le mani su un impianto esistente lo rende inagibile per tutto il tempo dei lavori. La favoletta che si possa giocare durante la ristrutturazione è indigeribile anche per i fanciulli. Io mi ricordo che nel 1989 si giocava a Perugia perché c’era la ristrutturazione (carissima e totalmente inutile) per Italia’90.

Si parla di almeno due campionati, magari da giocare a Empoli, o Siena. E se ci fosse l’Europa, solo Bologna potrebbe ospitarci. Comodo, nevvero?

Poi, anche se forse non accadrà, ma è una cosa possibile, se Commisso decidesse di non prendere in affitto dal Comune il nuovo impianto? Se decidesse di andare a giocare con la Fiorentina altrove? Ne avrebbe facoltà. Anche in ottica del nuovo canone di locazione che, suppongo, non sia proprio all’equo canone.

La voglia di complicare le cose, solo per affermare il principio

Quanto sarebbe stato più semplice: Commisso (o chi per lui, visto che si parla insistentemente di un Fondo arabo da annunciarsi a centro sportivo ultimato) si compra un terreno. Costruisce uno stadio nuovo, bello e all’avanguardia. E nel frattempo si continua a giocare al Franchi, al secolo Giovanni Berta.

Disagi: zero. Proprietà dello stadio e introiti garantiti. Casse comunali per niente appesantite da 300/500 milioni (il PNRR non regala, li rivuole indietro) e anzi arricchite da tasse, permessi a costruire, suolo pubblico eccetera.

E non mi dite che coi fondi europei si riqualifica il quartiere. Quelli sono solo per lo stadio, non per ciò che vi è dintorno.

Ma questa è l’Itaglia. Deprimere e sopprimere la libera imprenditoria a favore del lustro politico. E se Commisso decidesse di non rinnovare la locazione, avremmo uno stadio stravolto, caro e che non serve a nulla.

 

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