Sindrome cinese a Firenze

No, non si tratta di scenari nucleari come nell’omonimo film, ma della sindrome dell’amministrazione fiorentina, ormai agli sgoccioli, del pero cinese, che fa da cornice ad un’immagine invero un po’ post atomica di molti quartieri fiorentini del dopo Nardella.Pyrus calleryana ‘Chanticleer’,questo il nome scientifico della invadente pianticella che ha sostituito ippocastani, tigli, lecci e pini a Firenze. Insieme ad un’altra essenza cara al sindaco uscente Nardella, il palus tramviensis, è spuntato in molte zone della città, con la sua sterile chioma.

Abbattimenti Nardelliani.
L’abbattimento in verità è quello che ci coglie a vedere Firenze ridotta così.
Proprio oggi, venerdì 22 febbraio, alle 16 in Sala d’Arme a Palazzo Vecchio, il sindaco di Firenze terrà il bilancio di fine mandato denominato ‘Quanto fa Firenze’. 

Quanto faccia discutere, dopo la cura di Nardella, è sotto gli occhi di tutti.
C’era una volta Firenze, con i suoi Viali alberati, tigli ed ippocastani che incorniciavano le strade e facevano ombra a palazzi ottocenteschi.
Oggi tutto questo appare molto ridimensionato, dopo la cura del ferro tanto decantata, ma che sembra aver indebolito e non rafforzato un organismo fragile e delicato come quello del patrimonio arboreo della città del Giglio.

Partiamo dal Viale dei Colli, scendendo da Piazzale Michelangelo: molti alberi sono stati abbattuti per far posto alla cinese pianticella odiosa ed odorosa, molti pini sacrificati, come in Piazza Stazione, sostituiti dai pali della Tramvia e Piazza San Marco, ormai privata degli storici pini.

Imbocchiamo i lungarni e Lungarno del Tempio, ove tre giorni fa si sono tenute le temute prove di trazione degli alberi per verificarne la pericolosità, una mera scusa spesso usata dalla Giunta per giustificare la distruzione del verde a favore del cemento e dei binari della tramvia come in Piazza della Vittoria dove si stanno raccogliendo firme contro l’abbattimento di 36 pini sani.

Gli abbattimenti di Nardella, che saranno ricordati come una vera e propria ecatombe di piante, sortiscono i loro effetti già da Lungarno Colombo: pochi anni or sono un bel viale alberato che portava a Bellariva, oggi appare spoglio e desolato. Costellato dai soliti alberelli con i loro castelletti per sostenerne la gragilità e fragilità.

In questi ultimi tre anni non si contano più quanti alberi siano stati sacrificati da questa amministrazione, dalla Fortezza a Viale Corsica, a Viale Guidoni, ormai spoglio e costellato di minuscoli alberelli cinesi, dietro cui si nascondono le giustificazioni dell’amministrazione cittadina che sostiene di aver sostituto gli alberi presenti con similare vegetazione. Che forse recupererà la stessa mole dei precedenti tra anni o decenni, ma oggi sparisce nella vastità delle vie.Viale Belfiore, una volta ombreggiata da file di alberi monumentali, appare oggi un’assolata arteria di collegamento nuda e triste, attanagliata da binari, cantieri e traffico veicolare. Abbattuti tutti gli alberi e sostituiti con gli odiosi perini, palazzo Mazzoni ancora da ristrutturare, fermata tramvia da finire, un acquitrino al posto della stazione Foster. Uno scenario realmente post-atomico.

Stessa sorte per Via dello Statuto, zona costosa ed elegante di Firenze, ove la fila alberata centrale che ne caratterizzava la visuale, ha fatto posto alla invadente tramvia, con gli esiti che possiamo vedere nelle foto, prima e dopo la cura PD.

Questa la situazione attuale ma il futuro appare ancora più inquietante. Altre linee tramviarie rischiano di essere approvate in tutta fretta, come colpo di coda della attuale Giunta, attraverserebbero i Viali, fino a Bagno a Ripoli. Con altri abbattimenti, altre riduzioni di carreggiate.

Ma la politica non è unanime in tale previsione per fortuna. Tre esposti alla Procura di Firenze, sul taglio degli alberi e sulla gestione del patrimonio arboreo degli ultimi anni e in particolare degli ultimi mesi, li hanno annunciati Arianna Xekalos e Francesco Torselli, consiglieri comunali di Fratelli d’Italia – Firenze in Movimento.
“Il primo esposto è sugli otto tigli abbattuti in Lungarno del Tempio. La relazione della Forestale prevedeva l’abbattimento urgente solo di quattro alberi. Sempre nella relazione, i 21 tigli presenti sul Lungarno sono stati valutati di ‘discreto valore ornamentale e paesaggistico’. Tali abbattimenti dipendono dal fatto che gli alberi hanno avuto la sola sfortuna di trovarsi lungo il tragitto della tramvia che collegherà Firenze a Bagno a Ripoli?,  si chiedono Xekalos e Torselli.

Il secondo esposto è su Piazza della Vittoria, il cui progetto di riqualificazione prevede l’abbattimento dei 44 pini storici, da sostituire con l’impianto di 102 nuove alberature, “un progetto però che non tiene conto della storicità della piazza”.

“L’ultimo esposto è sulla delibera di giunta 652/2018 con cui si prevede l’abbattimento degli alberi sui viali Strozzi, Lavagnini, Matteotti, Gramsci, Piazzale Donatello, Viale Giovine Italia, Amendola, Segni e Mazzini, cioè viali interessati da vincolo paesaggistico, qualificati in area storica, interessati a vincolo archeologico e sottoposti a vincolo paesaggistico che li qualifica come di ‘notevole interesse pubblico’ garantendogli maggiore tutela. Non solo, ma anche questi abbattimenti appaiono prodromici alla realizzazione della tramvia, sarà un caso che vogliono abbatterli proprio adesso?” si chiedono legittimamente ancora i consiglieri.

In effetti pare che questo destino sarà riservato anche agli alberi di Viale Europa  come pure Viale dei Mille, che per fare posto alla progettata Tramvia apparirebbe come nel rendering:a voi piace? A noi sinceramente nemmeno un po’.

Auguriamoci che vi sia un cambio di rotta presto, per salvaguardare il verde a Firenze, almeno quel poco che ne è rimasto dopo queste ultime amministrazioni targate PD, che si ricorderanno per tutti questi abbattimenti e sostituzioni indiscriminati.

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