Siamo gli artefici di una generazione penosa

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Si guarda alla generazione futura con sospetto e scuotendo la testa. È sempre stato così, e sempre lo sarà. Ogni generazione crede che la propria sia la migliore. Come musica, come politica, come filosofia di vita. Addirittura si arriva a pensare che le generazioni passate fossero meglio di quelle attuali.

Alzi la mano chi, tra noi 40-50ni, è convinto che la musica degli anni ’80 sia la migliore. Magari sa pure a memoria le canzoni dei ’60 e ’70. Ma reputa, a ragion veduta, il trap attuale una cosa inascoltabile? Tutto normale.

Siamo convinti che la generazione futura sarà disastrosa. E comincio a pensare che sia vero. Ho veramente paura per quello che sarà. Per quello che i nostri figli riusciranno a costruire. E la cosa drammatica è che siamo noi genitori gli artefici di questo scempio.

I nostri figli stanno vivendo in un mondo completamente sbagliato. Sentire dei ragazzi di 12 anni fare discorsi sul sesso definendosi pansessuali, non binari, fluidi, mi fa urlare di dolore. A 12 anni noi impazzivamo se la compagna di classe ci prendeva la mano. Adesso non solo tutto è permesso, tutto è tollerato. Ma addirittura è pompato a dismisura. Il diverso è talmente incensato da far passare un eterosessuale come un mostro di un mondo dimenticato e da dimenticare.

Ad Amsterdam, fuori del Rijksmuseum, campeggiano in bella mostra i colori LGBTQIA+ (ogni poco aggiungono una lettera). Un messaggio chiaro a farti capire che tu, uomo bianco e magari cattolico, a cui piacciono le donne, sei un retaggio culturale vergognoso e dovresti essere messo al rogo come Savonarola.

Plagiati e plasmati dagli smartphone

Ieri ho assistito ad una scena da vomitare. Nel panorama meraviglioso delle Dolomiti, all’ora di pranzo. Due famiglie di amici. Quattro genitori e tre figli maschi. Età apparente di figli: dagli 8 ai 12 anni. Fin qui niente di male, tranne il fatto che forse i genitori sono sposati in chiesa e sono etero.

I tre maschietti dovrebbero fare casino. Il casino che si suppone possano fare tre piccole pesti in quella fascia di età. E invece… silenzio. Un silenzio innaturale. Quasi monastico. Dettato però non dalle letture dei salmi, quanto dallo schermo dello smartphone.

Già, perché come vedete dalla foto di copertina, tutti e tre i ragazzini erano completamente soggiogati da quello strumento infernale. E i genitori, pur di non avere rotture di coglioni (scusate il linguaggio diretto), li hanno piazzati davanti allo schermo, e proiettati in un mondo onirico e sbagliato.

Per colpa di genitori svogliati e menefreghisti, tre piccole pesti sono state drogate di immagini. Annientate della loro personalità. La lobotomia virtuale è così forte e radicata che quei ragazzi non erano nemmeno in grado di mangiare da soli un piatto di pasta. I genitori, ob torto collo, hanno dovuto interrompere le loro fondamentali discussioni e imboccare i fantocci che avevano davanti. Che altrimenti non avrebbero mangiato per colpa di TikTok o YouTube. A 12 anni, imboccati dai genitori. È una malattia grave.

Mi sarei voluto alzare dal tavolo e prenderli a ceffoni. Ma non i bambini che non hanno un briciolo di colpa. Ma quei delinquenti di genitori che demandano l’istruzione, la formazione dei propri figli ad uno smartphone.

Arriveremo a un punto dove il cellulare ti dirà: piscia! E tu, come un cagnolino al guinzaglio piscerai. Dove ti dirà: oggi di piacciono gli uomini, e tu penserai che sia vero. Oggi devi bere questa bibita, e tu andrai a comprarla.

Sempre più greggi di pecore guidati da pochi maledetti pastori. E la colpa sarà solo e soltanto nostra.

 

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