Senza zuccheri aggiunti

Quanto (ci) frega (del)la fotogenia

fotogenia

Fotogenia – C’è gente che fa milioni di follower su Instagram e quando la incontri tiri dritto perché manco la riconosci. Poi qualcosa ti fa pensare di nuovo a chi hai appena ignorato e, incredulo, giri di nuovo la testa per quantificare lo spread che c’è tra realtà e pixel. Imbestialendoti, se ripensi ai giga spesi per stare dietro a certi profili.

La fotogenia è un dono. E fin qua tutto bene. L’arte di sapersi arrangiare con quello che si ha è l’anima del self broadcast, strumento democratico al punto che ha reso miliardari personaggi che al massimo avrebbero piegato magliette nei paesini e che ora vivono e votano nelle ztl delle metropoli.

Non sono mai contrario a qualsiasi forma di opportunità. Peccato che per chi è abituato a modificare se stesso in continuazione, modificare opportunità in opportunismo, sia quasi un passaggio obbligato per il livello successivo, ossia fare opinione e trovare chi ci casca. E questa realtà parallela che seduce, contagia, indirizza, sia ormai un appuntamento giornaliero nell’agenda di chiunque, andando a condizionare consumi, abitudini, visioni.

Non tutte, grazie a Dio.

I nuovi poterini forti

I Ferragnez non sono riusciti a spostare i voti dei povery inviando proclami contro la destra dall’attico di CityLife. Ora che comprare al supermercato è un lusso, mentre sognare la vita degli influencer è gratis, c’è chi comunque non dimentica quando Fedez e signora si lanciavano ortaggi tra i banchi della frutta, per festeggiare il compleanno con gli amici. Ed è difficile accettare consigli su cosa potrebbe minacciare le nostre vite e i nostri diritti da chi si propone così.

Ma al netto dei Ferragnez, c’è tutto un sottobosco di soggettini a favore di camera che sanno come prendersi spazio, budget e visibilità anche a costo di beccarsi ondate di insulti in faccia. Tanto la faccia non è la loro, se li incontri per strada.

I nuovi poterini forti sono quelli che escono dalla gabbia dei social per finire sulle copertine dei magazine, nei salotti tv e nelle aziende, portatori di chissà quale visione. Ultima in lista, la visione di una che nella vita ti rimette a posto gli armadi e per questo è famosa. E se la piglia coi vecchi perché vanno a votare chi non vuole lei. Inconsapevolmente ci ha dato la chiave: coloro che di Instagram se ne infischiano, restano indipendenti in termini di neuroni, anche se anagraficamente candidati all’arteriosclerosi.

Nicola Santini – L’Identità

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