Se fosse una dittatura non potresti scriverlo

Se lo scrivessi e fosse censurato, semplicemente non lo si leggerebbe

Dittatura nel 2021, suvvia non scherziamo.

Total Reset, green deal e nuovo ordine mondiale, roba da comblottisti paranoici.

Lo pensavo anche io.

Poi è “arrivato” il Covid 19

Un contagio inaspettato che ha trasformato le democrazie in tecnocrazie.

Comandano medici e “virologi” eletti da nessuno, che contano più dei leader mondiali solo per la cassa di risonanza che i media regalano loro.

Fauci che bacchetta Trump, Galli che appare sinistramente ovunque gridando alla fine del mondo.

Ma i media che credibilità abbiamo ormai è risaputo: abbiamo imparato a conoscerli per la loro parzialità e partigianeria.

Credo che nel mondo la democrazia sia in serio pericolo e la sincronia con cui si muovono i colossi dei social e il settore dell’informazione sia una chiara prova che ci sia una regia, nemmeno poi tanto occulta.

Tutte le volte che su Facebook è stato fatto presente questo rischio, ho letto risposte allampanate e sorprese.

Ma la dittatura è diversa”

“Eh, ma tu puoi scrivere queste cose, se ci fosse una vera dittatura non potresti”.

Immaginiamo che io non possa scriverlo.

O che se lo scrivo automaticamente sparisca.

Come se pubblico una foto di una donna a seno nudo. Provate.

Sparisce in tre secondi, vittima di un controllo censoreo algoritmico che individua i capezzoli.

Poniamo il caso che tale solerte algoritmo censuri le idee non in linea con la vulgata dominante.

Tra l’altro dopo gli avvenimenti di questi giorni non è nemmeno tanto improbabile.

Cosa succederebbe?

Niente.

Semplicemente non si vedrebbe uno scritto dissidente.

Semplicemente non ci sarebbe il mio intervento, quello di chi la pensa come me.

In altre parole non si noterebbe nemmeno la sua assenza.

Pian piano le idee contrastanti sparirebbero.

Come gli ebrei in Germania. Andavano all’Est.

Nessuna violenza visibile o tangibile, solo l’assenza di contraddittorio.

Ma, in fondo, è già quello che si respira sui Social, quando provi ad esprimere teorie “eretiche” contro le limitazioni della libertà del regime sanitario, quando esprimi perplessità sulla gestione dell’immigrazione.

Ludibrio, ironia e contumelie, da parte di chi crede di essere intelligente ed impegnato, ed invece rivela la propria lobotomia ed appiattimento su idee altrui.

Stai zitto, dovrebbero toglierti la parola, il diritto di voto è per troppi, il suffragio universale non funziona.

E poi i sempreverdi fassista, rassista, sessista omofobo.

Il germe della censura è tutta lì.

Ora in Usa, brogli o non brogli, Camera Senato e Presidente sono in mano al partito Democratico. Che già sta mostrando quanto democratico non è, agitando lo spettro di un impeachment ai danni di Trump che suona come una vendetta.

Cacciato dai social, oscurato nei tweet.

Oscurata su facebook persino questa vignetta che accusa la censura.

Ormai non c’è più freno.

Il great reset esiste eccome

In realtà esiste un’agenda politica sovranazionale ben definita che vuole imporci un mondo strampalato ed illogico, contro natura e violento e chi nega che questo sia vero o è in malafede o ha dei forti problemi cognitivi.

Del resto, se allora aveste chiesto ad un fascista o ad nazionalsocialista se si sentissero limitati nella loro libertà, vi avrebbero schernito ed avrebbero negato di essere sotto una dittatura.

Il deep state, della cui esistenza ora sono profondamente convinto, è così sicuro della sua forza e della sua impunità, che cerca di silenziare il dissenso senza nemmeno pensare a nascondere le sue intenzioni.

Non dimentichiamo che chi veniva portato nella famigerata stanza 101, nel profetico libro “1984” di Orwell, non solo, dopo indicibili torture, rinnegava le sue idee e diceva che 2+2 faceva 5 (esattamente quello che vorrebbero da noi , adesso, i sedicenti progressisti), ma arrivava ad amare il Grande Fratello.

Più di se stesso.

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