Saviano ha le coliche renali. Colpa dei fascisti

meteopatia

Venti ore fa Roberto Saviano ha parlato delle sue coliche renali.

Peraltro è stato il primo post sui social con un contenuto originale, interessante e non trito come al solito.

Sorprendentemente, ha avuto il potere di sorprenderci. Non è da lui.

Un post contro chi, le coliche, gliele ha procurate, cioè, tecnicamente, nessuno.

Ma un colpevole lo deve trovare, da buon radical chic con la evve moscia.

Da fine dicitore quale è, è riuscito ad adombrare una qualche responsabilità del suo, a dire il vero per chi le ha provate ahimè sfiancante, accadimento patologico.

Con ricercate parole scrive che è colpa “della merda” che i “merdi*” gli avrebbero rivolto.

Anni di sedimentazione di questi escrementi che ora il suo corpo dovrebbe drenare.

Da dove si siano raccolti, non è dato sapere.

Fascismo? Razzismo? Scie chimiche o cambiamenti climatici? O Trump, ah no, non c’è più. Forse gli alieni ed i rettiliani.

Sicuramente colpa di maschi bianchi omofobi suprematisti e anche un po’ puzzolenti.

Non è dato sapere

Chissà se le sedimentazioni di questi anni sono state provocare da Salvini, e dai suoi metodi ai danni dei ‘fratelli migranti‘, o da Renzi, reo di aver fatto cadere il sacro BisConte.

Oppure potrebbe attribuire la responsabilità ai negazionisti.

O forse è stata la mafia, che, a distanza, nel suo attico di New York, è riuscita ad entrare con nanotecnologie nei suoi ureteri e ha scatenato l’inferno.

Perché in caso di calcoli  renali si tratta di un forte dolore causato dall’ostruzione o dal passaggio dei calcoli, piccoli sassolini che si formano nei reni e dalle vie urinarie si spostano negli ureteri.

Calcoli fascisti.

Un dolore molto violento, come una coltellata, quasi quanto quello che proviamo noi lettori a leggere i suoi libri ed i suoi interventi pseudo politici ed in difesa pelosa di legalità ed umanità.

O pari alle fitte che deve aver provato lui nel 2013 quando è stato condannato per plagio.

La Corte d’Appello di Napoli riconobbe che alcuni passaggi dell’opera Gomorra furono un’illecita riproduzione del contenuto di due articoli dei quotidiani locali Cronache di Napoli e Corriere di Caserta.

Che beva di più, Saviano, intendiamo acqua e spari meno banalità sinistrorse e pseudo accoglientiste.

Il suo fisico e la nostra quotidianità ne troveranno giovamento.

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