• Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
oAdHoc News Quotidian
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
AdHoc News Quotidiano
Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
Home Politica

Sanità toscana, tra emergenze irrisolte e la necessità di una visione concreta

di Simone Margheri
8 Agosto 2025
In Politica
0
Sanità toscana, tra emergenze irrisolte e la necessità di una visione concreta
10
VISITE
CondividiTwitta

Sanità toscana, tra emergenze irrisolte e la necessità di una visione concreta

La recente visita al pronto soccorso dell’ospedale San Giovanni di Dio, noto come Torregalli, da parte del sindaco di Pistoia e candidato alla presidenza della Regione Toscana Alessandro Tomasi, ha riportato l’attenzione su un tema ormai strutturale: il progressivo logoramento della sanità pubblica toscana.

Tomasi, accompagnato dal consigliere regionale Diego Petrucci, ha voluto rendere omaggio al lavoro quotidiano di medici, infermieri e operatori sanitari, che continuano a garantire assistenza nonostante evidenti criticità logistiche e organizzative

Ambienti angusti, problemi di sicurezza e carenza di risorse sono la quotidianità in cui il personale opera con impegno straordinario.

Tuttavia, secondo Tomasi, chi amministra la Regione da anni si limita a elogi pubblici, senza assumersi la responsabilità politica di intervenire con riforme strutturali.

Una delle questioni più gravi è quella economica. La Corte dei conti ha certificato anche quest’anno un disavanzo sanitario regionale pari a circa 200 milioni di euro. Di fronte a un simile dato, la scelta della Regione non è stata quella di tagliare gli sprechi o riorganizzare la macchina sanitaria, ma di aumentare l’Irpef. Si tratta, secondo Tomasi, di una scelta facile ma dannosa, che colpisce i cittadini senza migliorare i servizi. In questo contesto, l’ospedale San Giovanni di Dio assume un valore emblematico: serve un’area vastissima, da San Frediano fino ai confini di Montelupo, una delle più popolose della regione, eppure è privo di servizi essenziali come la medicina nucleare.

Un paziente oncologico residente a Signa, ad esempio, è costretto a recarsi al Santa Maria Annunziata o a Careggi per ricevere trattamenti specifici, affrontando spostamenti complicati, spesso in condizioni fisiche e psicologiche già molto fragili

Questo dato non riguarda solo l’efficienza del pronto soccorso, ma l’intero impianto dell’assistenza ospedaliera su cui gravano le patologie croniche e oncologiche.

Eppure, Torregalli non è un ospedale qualunque. Le sue radici risalgono alla Firenze medievale: nel 1382, Simone di Piero Vespucci — membro della nobile famiglia da cui discese il celebre navigatore Amerigo — fondò uno spedale in Borgo Ognissanti, dedicato a Santa Maria dell’Umiltà, che nei secoli si trasformò nell’ospedale San Giovanni di Dio.

Dopo l’alluvione del 1966, l’esigenza di spostare la struttura verso l’attuale sede si fece impellente.

La prima pietra fu posata nel 1968, ma l’ospedale fu inaugurato solo nel 1982, dopo anni di lavori e polemiche. È dunque un presidio con una storia secolare, legata profondamente alla città e alla cultura dell’assistenza pubblica, che oggi rischia di essere compromessa da scelte amministrative prive di visione.

Proprio di fronte all’ospedale si trova l’ex Caserma “Lupi di Toscana”, un’area da tempo al centro di progetti di riqualificazione e di destinazione incerta

Oggi si parla di trasformarla in uno studentato e in spazi di housing sociale. Si tratta di una proposta legittima, ma forse poco coerente con la posizione dell’area, che è lontana dai principali poli universitari e direttamente affacciata su una struttura sanitaria in sofferenza.

Da cittadino e da osservatore, pongo una riflessione: non sarebbe stato più razionale mettere a disposizione quell’area per un ampliamento dell’ospedale?

Un nuovo padiglione con pronto soccorso moderno, un reparto di medicina nucleare e, se necessario, nuovi reparti progettati con criteri funzionali e sostenibili?

Sarebbe un modo per alleggerire la pressione su Torregalli e offrire ai cittadini servizi più vicini e accessibili. Non si tratta di escludere l’idea dello studentato o dell’housing, ma di chiedersi se oggi, in quella posizione, la priorità non sia sanitaria.

A maggior ragione in un momento storico in cui la sanità pubblica ha bisogno di spazi, strumenti e visione per affrontare le sfide che l’attendono.

In Toscana la sanità è diventata, più che un diritto garantito, un percorso a ostacoli, dove l’impegno dei singoli supplisce alle carenze del sistema

È tempo di tornare a parlare di scelte. Scelte urbanistiche, scelte organizzative, scelte politiche. Serve il coraggio di mettere i bisogni reali dei cittadini al centro, senza più limitarsi a gestire l’esistente. Serve una sanità che non sia solo un’eredità storica, ma una responsabilità collettiva proiettata nel futuro.

Leggi anche:

https://www.adhocnews.it/

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE

Tags: Alessandro TomasiIN EVIDENZAREGIONE TOSCANASANITÀTorre Galli
Articolo precedente

Questo è una testimonianza diretta… 

Prossimo articolo

LA CULTURA QUESTA SCONOSCIUTA

Prossimo articolo
LA CULTURA QUESTA SCONOSCIUTA

LA CULTURA QUESTA SCONOSCIUTA

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Contatti e informazioni AdHoc News
  • Partners & Advertising
  • Privacy policy
  • Cookie policy

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.

Nessun risultato
Vedi tutti i risultati
  • Politica
  • Attualità
  • Cultura
  • Cronaca
  • Relax
  • Sport

© 2025 JNews - Premium WordPress news & magazine theme by Jegtheme.