Sangue, fatica, lacrime e sudore…e freddo tanto freddo

Sangue, fatica, lacrime e sudore…e freddo tanto freddo. Sembra di vederlo Winston Churchill, alla camera dei comuni a spronare il suo popolo verso questa crociata in difesa della democrazia.

Biden non è Churchill

Non si potrà certo offendere il presidente degli Stati Uniti, se si rileva che lui non ha la levatura politica di Winston Churchill.

Per carità, è difficile essere al livello di uno statista ed intellettuale del genere. Ma il problema non è il non essere come, quanto piuttosto il non andarci neanche lontanamente vicino. Il non ricordarne nulla. La chiamata alle armi, in difesa della democrazia di Biden è debole. Indebolisce l’occidente, esattamente quanto la sua indefinita, inadeguata e folkloristica leadership sta definitivamente tappando le ali ai già azzoppati democratici americani.

La guerra in Ucraina costerà tantissimo questo inverno.

Ed il problema è che graverà sulla pelle di noi alleati europei. Per gli  americani, è una guerra relativamente più facile. Non si combatte alle porte dell’Europa. E soprattutto non porterà quest’inverno a loro, che hanno l’autosufficienza energetica ed alimentare, la totale disperazione.

Ma in Europa sì che ci saranno costi insostenibili dell’energia e dei generi di prima necessità. Si vuole aiutare a mettere un tetto ai rincari? Iniziativa lodevole e necessaria. Ma potrà funzionare solo parzialmente, perché purtroppo dipenderà da quanto saranno considerevoli gli aumenti. E quello lo decide il mercato non i governi.

Europa e Africa

Europa ed Africa in un certo senso sono sulla stessa barca. Soprattutto il Nord Africa. Il rincaro dei generi di prima necessità, ed i costi proibitivi dell’energia le hanno messe davanti ad una situazione estremamente difficile.

È molto affascinante andare dietro a Greta Thunberg,nei salotti intellettuali, quando il riscaldamento c’è, quando le materie prime ce le possiamo permettere. Quando il lusso diventa la normalità della nostra vita.

Ma se l’Africa è capace di affrontare grandi sacrifici, perché ha una popolazione , giovane, sempre sfruttata e in grado di avere dignità  e stoicismo nella miseria. L’Europa non è l’Africa. L’Europa non sa più soffrire, da molto tempo.  E la sofferenza sarà tanta stavolta.

Una misera prospettiva

I film del dopoguerra italiano ci danno un’immagine di quello che sarà il paese. Di quella che sarà la sofferenza del paese. Delle tante persone che già adesso hanno grandi difficoltà a fare la spesa.

Delle famiglie che non solo non potranno dare qualcosa di più ai propri figli, ma avranno difficoltà a garantirgli il necessario. Andranno avanti a stenti.

E non pensiamo agli imprenditori? Alla produzione, alla difficoltà delle aziende? Perché la difficoltà degli imprenditori, e dei commercianti si riversa sempre sugli operai e sui più poveri. I negozi che chiudono, significano commessi disoccupati. I ristoranti, le pizzerie che abbassano la serranda, significano cuochi, camerieri che non hanno più il loro lavoro. L’impoverimento della classe media è la miseria per le classi più povere.

Siamo disposti?

Siamo sicuri che gli europei siano veramente disposti a questi sacrifici? Soprattutto i paesi europei che hanno più difficoltà?

Emmanuel Macron ha detto ai francesi che è finito il tempo del benessere. Ma siamo certi che i francesi siano disposti a vederlo finire? Che vorranno storicamente sostenere la crociata di Biden?

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