Ronaldo raggiunge 1 miliardo di euro accumulato in carriera

RONALDO

Ronaldo – Nelle favole i cavalieri che inseguono la virtù, di solito, trovano il tesoro. Nello sport gli atleti che cercano la perfezione, quasi sempre, riempiono il conto in banca. Il terzo principe sportivo più ricco della storia, ci narra Forbes, è Cristiano Ronaldo, il fuoriclasse della Juventus che negli ultimi 365 giorni, stando alla list di settore della rivista americana, ha guadagnato 105 milioni di dollari.

Cristiano Ronaldo dalla povertà ai miliardi

Un milione e seicento mila in meno di Roger Federer – bazzecole… – ma quanto basta a fargli superare la soglia del miliardo di dollari incassato in carriera. In euro fanno circa 885 milioni, cifra meno tonda ma, ne converrete, egualmente invidiabile.

È il frutto di una vita spesa a migliorarsi con ostinazione quotidiana, quasi mistica: gli allenamenti ossessivi, la palestra in casa con tanto di sala di crioterapia, la dieta curatissima. Ma anche di un Dna da unto del signore (del pallone), perché in campo Cristiano vede meglio e decide prima cosa fare: ad esempio tentare una rovesciata. Il combinato disposto di cromosomi ed etica del lavoro ne fanno un incrocio fra Terminator e Predator, con il portafoglio di Rockfeller e il 7 per cento di massa grassa. Un portoghese fra i Paperoni dello sport, ma solo per passaporto.

Talento smisurato

Se sul talento si può investire, insomma, è la professionalità che alla lunga paga, specie se grazie ad una cura fisica maniacale si tengono lontani gli infortuni, e la carriera scavalca i decenni. A dimostrarlo è anche il fatto che CR7 è stato l’unico a spuntare un contratto a vita con la Nike – 20 milioni all’ anno a partire dal 2016 – insieme con Michael Jordan e LeBron James. Segno che a Portland sono convinti che l’investimento frutterà anche quando il fenomeno avrà appeso gli scarpini ad un gancio dorato (a forma di swoosh, probabilmente).

L’ex ragazzino povero di Funchal, figlio di un padre alcolizzato, cresciuto a fede e pallone da mamma Maria Dolores, starà gongolando (insieme al suo commercialista) anche per aver battuto sulla data di ingresso nel club dei Billionaire l’avversario di sempre, Leo Messi. Ronaldo – secondo nome che gli deriva dall’ ammirazione paterna per uno dei fari del neoliberismo, il defunto presidente degli Usa Ronald Reagan – è infatti il terzo a staccare la tessera da socio ancora in attività, ma il primo in uno sport di squadra, dopo Tiger Woods (golf), che ha superato il fatidico miliardo nel 2009, e Floyd Mayweather (boxe), che ha tagliato il traguardo nel 2017.

Messi gli sta ancora davanti per Palloni d’ oro vinti – 6 contro 5 – ma dietro nei trionfi in Champions League – 4 contro 5. In attesa di ulteriori puntate da Guinness, nel caveau per il momento è Cristiano a festeggiare.

Come ha messo insieme il gruzzoletto, il fenomeno?

Sempre secondo Forbes, 650 milioni se li è sudati in ingaggi, nei suoi 17 anni da professionista passati fra Sporting Lisbona, Manchester United, Real Madrid e Juventus; il resto in contratti pubblicitari. La Vecchia Signora ha contribuito in maniera generosa: 31 milioni (di euro) netti di stipendio a stagione, che fanno di lui il calciatore più pagato nella storia del calcio italiano. A fine carriera, in base al suo attuale contratto che scade nel 2022, il monte salario arriverà a 765 milioni di dollari.

L’ unico atleta di uno sport di squadra a vederlo nei rettilinei è Alex Rodriguez, formidabile terza base dei New York Yankees, che si è ritirato nel 2016, dopo 22 anni di onorati fuoricampo, con 450 milioni di dollari di paga. David Beckham, puntualizza Forbes, è andato in pensione con quasi mezzo miliardo di dollari, ma la metà spillata agli sponsor: il look leccatissimo, curato dalla moglie Victoria, ovviamente, ha fatto la sua parte.

Nessuno come lui sui social

Il discorso vale peraltro anche per CR7, il campione che sfoggia addominali tartarugati con pochi rivali al mondo, tagli di capelli sempre imitatissimi, un volto da attore, e che ha saputo costruirsi negli ultimi anni un’immagine di affettuoso family man – osservarlo, prego, travestito da Aladdin per il compleanno dei figli – dopo aver fatto bramire d’ invidia milioni (miliardi?) di maschi per la sua love story con Irina Shayk. Nessuno, fra l’altro, è più seguito di lui sui social: 427 milioni di followers fra Facebook, Twitter e Instagram.

«Cristiano Ronaldo è uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi, nello sport più popolare del mondo, in un’era in cui il calcio è più ricco che mai», spiega Nick Harris, esperto di Sporting Intelligence, il sito che cura la periodica indagine sui salari di tutti i team sportivi del mondo. «È il botteghino fatto persona».

Un fuoriclasse da incasso, accompagnato dalla fama di implacabile motivatore – di sé stesso e dei compagni – che ricorda la ferocia di Air Jordan ai tempi dei Bulls. Ma dotato anche un lato umano più vulnerabile. Ne ha parlato Luka Modric, suo ex compagno di squadra ai tempi del Real. Nella sua autobiografia ha raccontato di come Mourinho negli spogliatoi fosse capace di estrargli lacrime di umiliazione… Se CR7 faceva tanto di perdersi l’uomo sulla fascia.

Il taglio salariale

Probabilmente, senza il taglio salariale dovuto al coronavirus, Ronaldo (con Messi) avrebbe sorpassato anche Federer nei guadagni degli ultimi 12 mesi. Il Covid-19 non ha provocato infatti tagli lineari. Per il baseball per il pugilato sono state lacrime e sangue, il football americano deve ancora passare alla cassa, il tennis e la F1 soffrono ma soprattutto ai piani bassi. Federer infatti 100 dei suoi 106,6 milioni li ha guadagnati attraverso gli sponsor (Nike, Credit Suisse, Barilla, Rolex e altri), mentre la quota “endorsement” di Ronaldo si ferma a 45.

Entrambi però impallidirebbero – in una classifica davvero “all time” – davanti a Gaius Appuleios Diocles. Un’auriga vissuto nel secondo secolo dopo Cristo, predecessore di Lester Piggot (o Lewis Hamilton) che, nato – guarda caso – in Lusitania, l’attuale Portogallo, dopo 25 anni di carriera al Circo Massimo, a 42 anni (aveva iniziato a 17) si vantava di aver guadagnato 35.863.120 sesterzi. Pari, secondo lo studioso Peter Struck dell’università della Pennsylvania, a 15 miliardi di dollari di oggi. Ma allora Forbes, e il calcio, ancora non esistevano.

 

Stefano Semeraro per ”la Stampa”

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