Roma criminale. Il “fascista di Roma nord” Fabio Gaudenzi, revolver in pugno, giura di vendicare Diabolik (VIDEO)

«Mi chiamo Fabio Gaudenzi, mi consegnerò come prigioniero politico alla polizia che sta venendo ad arrestarmi. Dal 1992 appartengo a un gruppo elitario di estrema destra denominato “I fascisti di Roma nord” con a capo Massimo Carminati e di cui fanno parte Fabrizio Piscitelli, Luca e Fabrizio Caroccia, Maurizio Boccacci, Riccardo Brugia e Massimo Carminati». Il braccio destro del Cecato, l’ex Nar ora in carcere per associazione a delinquere di stampo mafioso, comincia così il primo di due video circolati su Youtube

Passamontagna in testa, un revolver calibro 357 in pugno, al centro di una stanza dalle pareti bianche con un quadretto appeso di “Opposta fazione”, il gruppo neonazista degli ultrà della Roma di cui fu leader, Gaudenzi promette rivelazioni sull’omicidio del rivale di curva, il laziale Diabolik, giustiziato in pieno giorno con un colpo di pistola alla nuca. «Mi sto consegnando al questore di Roma – dice – e parlerò del mandante dell’omicidio Piscitelli, ma solo con il dottor Gratteri, perché questa è la mafia vera. Non quella del 2014».

Un amico, un camerata, che Gaudenzi promette di vendicare.

Il suo arresto è avvenuto ieri dopo che un vicino di casa ha sentito due spari e ha avvertito il 112. Quando i poliziotti sono arrivati oltre al revolver 357 che impugnava durante il video, hanno sequestrato anche una mitraglietta ritrovata in un armadio. Due armi da guerra che sono costate a Gaudenzi l’arresto per traffico di armi.

«Vorrei essere processato e condannato per banda armata, come dovrebbero esserlo Carminati e Brugia – spiega nel video – Non siamo mafiosi ma fascisti, lo siamo sempre stati e lo saremo sempre. La mafia e la droga ci fanno schifo». Se il contenuto del primo video circolato poteva sembrare il messaggio di uno squilibrato, il secondo, che Gaudenzi titola “anteprima” ha tutta l’aria di esserlo ancor di più.

Non per gli agenti della squadra mobile che stanno decifrando quei messaggi prima di chiedere conto a colui che, nella prima tranche di Mafia Capitale era considerato il cassiere della gang. Condannato con rito abbreviato a 2 anni e 8 mesi per usura – un episodio del 2014 ai danni di un imprenditore dal quale si fece promettere interessi pari a 3mila euro mensili, a fronte di un finanziamento di 30mila, con un tasso del 120% annuo – per lui cadde l’aggravante mafiosa.

Nel secondo video Gaudenzi fa una lista di nomi di persone che «subiranno la vendetta del diavolo se non lasceranno Roma» in quanto «infami». «Oggi per la prima volta allo stadio non ci sarà Fabrizio Piscitelli che, per chi sa, è un segnale importante, perché prima di essere un trafficante di droga, un grande ultras e un vero amico Diabolik era un camerata, l’ultimo insieme a me». Meno male che la droga vi faceva schifo…

Quindi prosegue: «Faremo di tutto per vendicarti Fabrizio, sto consegnando al diavolo una lista di nomi di donne, di uomini, di giovani, di vecchi che in questi 30 anni hanno pensato bene di comportarsi da merde nei nostri confronti, partendo da quell’ infame di vecchia che sta sull’Ardeatina, o Claudio Giano, o Filippo Maria Macchi, e tanti altri tra cui il maresciallo della caserma delle Rughe Bartolomeo Laudando, un viscido verme schifoso che non merita neanche di portare la divisa. Avete tutti tre mesi di tempo per lasciare la nostra città dopodiché il diavolo vi verrà a cercare e se sarete ancora a Roma non morirete solo voi ma anche i vostri cari». 

Roma assomiglia sempre più ad una città sudamericana. Tra passamontagna, mitra, gang, omicidi in pieno giorno e fiumi di droga. Roma capitale, criminale.

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