Recensione fumetto: Dylan Dog 400, e ora l’apocalisse

Recensione fumetto: Dylan Dog 400, e ora l’apocalisse

Ed eccoci al fatidico numero 400 di Dylan Dog, l’albo in cui la cometa si schianta sulla terra e ne determinerà la fine dell’umanità. Come tradizione, le 96 pagine di questa storia sono completamente a colori con una rifinitura in bianco e nero di 2 pagine finali che introducono quello che sarà uno storico 401 esimo albo. Si può infatti dire che Bonelli editore, con il numero quattrocento, vuole dare un taglio al noto ciarlatano di Londra per ripartire con un “refresh” dal numero successivo.

La storia ne è la conferma: Dylan si sveglia e ad aspettarlo, fuori dalla porta, un galeone, quello che non ha mai finito, con a bordo il suo nostromo: Groucho.

Inizia così un viaggio assurdo tra i desideri, i tormenti, il passato e gli incubi che Dylan ripercorre tra dubbi, riflessioni e pensieri che solo la navigazione solitaria in alto mare può accentuare.

Tra isole deserte infestate da zombie, templi misteriosi in perfetto stile Indiana Jones e le diverse battute di un Groucho in splendida forma, l’albo scorre via veloce verso un finale che come ci si aspettava è incandescente e con il colpo di scena finale.

In mezzo alla narrazione fuori dalle righe di questo albo, come spesso accade, irrompe anche il disegnatore, Stano, che si riproduce e disegna quasi per intero questo 400, puntualizzando sempre di più che ci sarà una rivoluzione.

Sembra quasi che il messaggio che gli autori vogliono trasmettere sia quello di: “abbiamo spremuto fin troppo il personaggio Dylan Dog”, abbiamo bisogno di trasformarlo e la cometa è la scusa buona.

Sicuramente questo albo rappresenta il giro di boa, quello che farà cambiare rotta all’indagatore dell’incubo

.Il finale ne sarà la riprova, con look cambiato ed un incontro di cui non voglio rovinarvi la sorpresa. Come già anticipato, Stano ha disegnato quasi per intero l’albo, c’è un piccolo tocco di Roi sul finale a dimostrazione come i due fumettisti citati siano adesso i maggiori esponenti dell’ Old boy .Dylan 400 è un albo strano, non si discute tecnicamente, ma per il resto è troppo metaforico e sembra completamente distaccato dal “cowntdown” della cometa che per questi mesi abbiamo letto. Il finale preannuncia un numero 401 rivoluzionario. Nel frattempo posso dire che questo che ho tra le mani è un numero importante ma non accettabile.

VOTO: 5

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