Politica italiana : il gioco dei quattro cantoni

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Politica italiana : il gioco dei quattro cantoni

Quello dei quattro cantoni è (forse era) un classico gioco di movimento per i bambini. Premia da un lato la velocità di corsa, mentre dall’altro insegna a studiare i movimenti dei coetanei alla ricerca di un loro punto debole.

Per certi versi, alcune delle ultime vicende politiche italiane hanno proprio le movenze di questo antico gioco.

Giocatori alla ricerca del cantone libero

Chi sono questi “giocatori” alla ricerca del cantone libero, smaniosi di relegare al centro della sala, quindi senza “casa”, qualcun altro?

Uno di questi sicuramente Elly Schlein, che continua a vagare a giorni alterni tra la vecchia anima operaista e l’altra che il filosofo Del Noce aveva definito a suo tempo da “partito radicale di massa”, con il rischio di trovarsi sempre a metà tra un cantone e l’altro.

Non può mancare all’appello Matteo Renzi che, sciolta la compagnia di ventura con Calenda, si colloca quasi fisicamente nel bel mezzo della sala dei giochi, accarezzando l’idea di comporre una squadra nuova dal nome sicuramente originale: il centro. Guarda alla sinistra cattolica disamorata dal PD, ai cani sciolti della galassia liberal, infine ai potenziali soggetti in fuga da Forza Italia.

Ed a proposito, ad un bel bivio, tra un cantone e l’altro, anche il partito guidato da Tajani, da un lato quanto mai netto nel prendere le distanze in Europa dalla destra estrema di AFD in Germania e Le Pen in Francia, dall’altro cronicamente indeciso nel dar vita alla prospettiva del PPE italiano.

Quarto giocatore Matteo Salvini, pervicacemente radicato nell’idea di costruire un fronte che da Roma arrivi a Strasburgo in nome del puro sovranismo. Per lui il rischio di “ballare da solo” nel centro della sala dei giochi della politica italiana, assistendo ad un’alleanza tra popolari e conservatori europei che lo renderebbe marginale.

Giorgia Meloni: arbitro o giocatrice?

In questo gioco c’è un’ultima protagonista, che, in questa fase, ha decisamente assunto il ruolo di arbitro più che giocatrice: Giorgia Meloni. Le principali strade della politica italiana sembrano tutte incrociarla, soprattutto in proiezione continentale. A cominciare dall’Europa, tutte le possibili alternative alle sinistre passano dalla galassia dei Conservatori, che ormai, come sembra, hanno preso le distanze dalla destra estrema in un’ottica di alleanze con il PPE.

In tale contesto sono da rilevare anche particolari che al momento ci sfuggono, come la cordiale visita della Meloni in Albania, ospite del Presidente Rama. Pare che nell’ambito di questo soggiorno ci sia stato anche un passaggio riservato con Tony Blair, consulente politico del leader albanese. Le interpretazioni si sprecano. Qualcuno parla di un disegno, suggestivo quanto complicato, di creare un”Blairismo di destra”. Se così fosse, reinseriremmo d’ufficio Giorgia Meloni nel gioco dei quattro cantoni.

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