Parliamo seriamente di Ucraina
Non vogliamo parlare di Europa, né di Russia e nemmeno degli Stati Uniti d’America, vogliamo parlare unicamente dell’Ucraina.
Questo Paese, da poco indipendente, aveva un presidente neutralista che voleva intrattenere rapporti amichevoli sia con l’Unione Europea che con la Federazione Russa
Questo atteggiamento era giustificato dal fatto che molti interessi economici di Kiev erano legati da sempre con Mosca, a cominciare dal gas che l’Ucraina comprava a prezzi ultra stracciati. Inoltre Kiev incassava la percentuale a metro cubo su tutta l’enorme quantità di gas che dalla Russia transitava verso l’Europa.
Per non parlare inoltre dei proficui rapporti commerciali con la Russia su ogni genere. Berlusconi, in quei tempi, cercava di spingere la Russia verso l’adesione all’UE e Putin sembrava ben disposto
In quel caso sarebbe nato un grandioso mercato comune da Lisbona a Vladivostok di cui anche Kiev, di conseguenza , avrebbe fatto parte. Invece, alcuni ambienti politici, e strategici avevano ben altri piani per Kiev. Certi dirigenti ucraini hanno sentito le sirene statunitensi e col golpe di Euromaidan, avvenne un “regime change”, mascherato da moto di piazza. In quell’ occasione è stato defenestrato il Presidente Viktor Yanukovych, che era stato legittimamente eletto.
Fu sostituito da governo provvisorio di salute pubblica che per spingere verso una guerra ha messo nero su bianco la volontà del nuovo regime di entrare nella NATO, l’organizzazione militare ostile alla Russia
Una vera dichiarazione di guerra a Mosca ed il naufragio del piano grandioso di Berlusconi di fare dell’UE una grande potenza economica. La Crimea, russa da sempre, o almeno da quando era degli Ottomani, indisse un referendum e che la portò nella Federazione Russa. Le regioni abitate da popolazione di nazionalità russa, come il Donbass, non dichiarano la secessione ma solo l’autonomia amministrativa e chiedono la salvaguardia della lingua russa che il nuovo governo golpista aveva messo fuorilegge.
La Russia non interviene ma interviene Kiev bombardando le regioni per otto lunghi anni, provocando un inutile strage che serve unicamente a cercare di provocare un intervento russo per poter parlare di aggressione; la classica provocazione
Putin pazienta per otto anni assistendo al massacro dei propri connazionali. Ogni tentativo di trattativa viene fatto naufragare. Nel frattempo era cambiato governo ed era stato eletto un attore comico di nome Zelenski che aveva basato la campagna elettorale sulla pacificazione, la salvaguardia della lingua russa, essendo lui stesso un russofono e dicendo che ucraini e russi sono fratelli, promettendo pacificazione.
Appena eletto cambia opinione, come siamo ormai avvezzi ad assistere e diventa un alfiere della NATO e arriva alla guerra
Quando i russi entrano in Ucraina, molte cancellerie occidentali esultano perché la guerra che cercavano è finalmente arrivata. La Russia, messa con le spalle a muro, infatti, reagisce. Inizia la guerra per procura della NATO, guidata dagli USA, contro la Russia, utilizzando come teatro di guerra l’Ucraina e come carne da cannone gli ucraini stessi. Il Paese viene devastato, in parte occupato, i caduti non si contano, il Paese ha un’economia fallita, una democrazia trasformata in dittatura, accecati i canali televisivi indipendenti, chiuse le testate non di regime, sciolti undici partiti di opposizione, è ammessa solo la propaganda di regime, uno stato di guerra permanente, svanita la speranza di entrare nella NATO.
In pratica tutto questo sfacelo sarebbe unicamente nato per non concedere autonomia amministrativa al Donbass perché i governi dell’ ucraina non volevano permettere che i russi ucraini parlassero russo
Inoltre gli ucraini avrebbero voluto che la base russa di Sebastopoli diventasse una base militare NATO-americana. Me valeva la pena? È stato un buon affare? Probabilmente hanno creduto di fare una furbata e ancora lo credono perché muoiono gridando “Gloria Ucraina!” mentre Bill Gates