Nuovo catasto. Trema la maggioranza Pro-Tax

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Dal mese di ottobre Mario Draghi ha in mente di fare la riforma del catasto con la rivalutazione degli estimi. La vuole attuare attraverso la delega fornita al Governo con il famoso Art. 6.  La vuole fermamente tanto che la sottosegretaria Guerra ha affermato: ”Se L art. 6 non è approvato si riterrà conclusa l’esperienza di governo”. Questo per dare a Comuni e Agenzia delle entrate strumenti idonei a disvelare la presenza di immobili fantasma o mal classificati.

L’obbiettivo di Mario Draghi sarebbe quello di riallineare i dati catastali alla realtà immobiliare italiana. I nuovi dati disponibili dal 2026 non dovrebbero essere usati per alcun fine fiscale. Quindi neanche per l’IMU. Secondo il governo si interverrebbe solo per conoscere il reale stato del patrimonio immobiliare.

Nonostante le rassicurazioni però, tutti i partiti di centro destra, all’opposizione e al governo sono insorti. Il motivo è semplice. Gli estimi catastali in vigore sono piuttosto vecchi. Con la riforma è molto verosimile che aumentino per tanti e diminuiscano per pochi. Il calcolo dell’IMU inoltre si basa sugli estimi catastali.

Tappeto rosso agli aumenti delle tasse

Come fa l’IMU a rimanere invariata se gli estimi cambiano? Con gli attuali, generalizzati, problemi di bilancio, quanti Comuni rinunceranno a nuove preziose entrate? La sottosegretaria Guerra intervistata ammette che ci potrebbero essere degli aumenti. O meglio, afferma:” Nessun governo sano di mente oggi può decidere come saranno usati questi dati nel 2026”. Come dire la porta è aperta, potrebbe entrare chiunque. Inoltre: a che serve rinnovare i dati catastali se non si possono utilizzare?

Questi dubbi sono bastati a ricompattare il centro destra terremotato dalle presidenziali. Il fronte conservatore si è rinsaldato e in commissione finanze ha votato compatto un emendamento abrogativo dell’art. 6. La maggioranza non è riuscita a trovare un accordo ed ha resistito per un voto. È stata chiara tutta la debolezza dell’esecutivo.

Dal governo Matteo Salvini e Silvio Berlusconi hanno ribadito la fedeltà all’esecutivo. Nel contempo hanno mostrato la loro contrarietà alla revisione degli estimi ritenendola foriera di maggiore tassazione. L’argomento è anche ritenuto fuorviante rispetto alla guerra alla crisi economica a alla pandemia ancora in corso.

Dall’opposizione Giorgia Meloni è ancora più netta e afferma che il governo Draghi, a trazione PD di fatto mette all’angolo le forze di centro destra. “Questo Governo non è in grado di rappresentare gli italiani”.  Di sicuro l’unità di azione necessaria in questo grave momento di crisi e di guerra non dà spazio di manovra alle forze di centro destra e le condanna all’irrilevanza.

Questo governo non rispecchia il volere e il sentire degli italiani. Draghi riesce a tenere ostaggio il parlamento grazie alle vaie emergenze che si stanno susseguendo ma prima o poi, piuttosto presto, si arriverà alla resa dei conti.

Sarebbe ora che il centro destra trovasse una vera unita di intenti per un esecutivo capace di decidere. Una forza politica capace di implementare un governo di svolta che porti l’Italia fuori dalla palude della crisi.

 

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