Non ti conformi? Scatta immediatamente la censura

censura

Che fine ha fatto Donald Trump? Oscurato, silenziato dai social, ridotto a una mezza clandestinità. Lui che aveva solo pochi mesi fa più di 70milioni di elettori e milioni di followers nel mondo. Londra, nasce GB News, un polo televisivo conservatore, che vuol combattere il politically correct. Appena parte primeggia negli ascolti e scavalca la Bbc da cui provengono molti giornalisti della nuova emittente, che non sopportavano più l’appiattimento della storica tv britannica ai dogmi del P.C. Risultato? Scatta la campagna di “intimidazione” Stop Funding Hate, per dissuadere i grandi marchi dal fare pubblicità sulla nuova emittente: molte aziende si ritirano. Cominciano le difficoltà per la tv non-conforme.

A Roma il Consiglio di Stato accoglie la richiesta del Ministro della Cultura Dario Franceschini di sfrattare la fondazione Dignitatis Humanae Institute dall’abbazia benedettina di Trisulti. Si era aggiudicata una gara, ritenuta regolare anche dal Tar del Lazio, per istituire in quella abbazia un’accademia internazionale di formazione, studi e ricerca, ritenuti però non conformi, perché tradizionalisti e “sovranisti” (tra i suoi ispiratori c’è Steve Bannon). Aveva già assunto personale e l’attività culturale avrebbe comunque valorizzato l’antica abbazia, piuttosto che lasciarla all’incuria o destinarla ad attività commerciale, turistica, mangereccia.

Viktor Orban

Intanto, l’Unione Europea si mobilita contro il governo ungherese di Viktor Orban, che fedele al suo mandato elettorale ampiamente riconfermato e alla sua estrazione cattolica e popolare, aveva varato una legge a tutela della famiglia e dei bambini; la sua legge, viene letta a contrario come omofoba ed è censurata dall’Europa. A dar voce all’eurocensura è la presidente della Commissione europea, Ursula van der Lewen, che fino a ieri militava nello stesso eurogruppo di Orban, i popolari. Censure dunque non solo per via giudiziaria: ma anche per boicottaggio economico-commerciale, intimidazione psicologica…

L’elenco potrebbe proseguire a lungo; sui quei temi in Italia sono migliaia le censure ogni giorno nei social, in tv, nell’editoria nei consessi sociali, politici e locali, le conventicole culturali e accademiche, i premi letterari, i cordoni sanitari intorno a libri, autori, editori. Chi non si allinea viene fatto fuori, demonizzato, ridotto al silenzio.

Ho davanti a me due denunce firmate da autori diversi che si ribellano alla censura. Una è firmata dal sociologo proveniente da sinistra, Luca Ricolfi, e da sua moglie, la scrittrice Paola Mastrocola, ed è in forma di “manifesto della libera parola“ lanciato dalla Fondazione Hume. Per Ricolfi e Mastrocola la censura oggi si connette all’ideologia progressista di sinistra, il manifesto denuncia il clima di paura e bigottismo che si è instaurato, soprattutto tra gli studenti e nei consessi pubblici; “il politicamente corretto è diventato il verbo dell’establishment”. Ma le idee si combattono con le idee, non impedendo di esprimerle; e si appellano per non lasciare alla destra la battaglia in difesa della libertà.

Alain de Benoist

La Nuova Censura è l’ultimo pamphlet di Alain de Benoist uscito in Italia per le edizioni Diana (pp.156, 15 euro) “contro il politicamente corretto”. Il fondatore della Nouvelle Droite combatte da mezzo secolo, in solitudine o in rara compagnia, la sua battaglia delle idee non conformiste, spesso censurato ed emarginato. De Benoist coglie il nesso tra Pensiero Unico, Nuova Inquisizione, Reductio ad Hitlerum, espressione coniata dal filosofo ebreo Leo Strauss per indicare la riduzione di ogni avversario allo stereotipo perenne e malefico del nazismo. Ne analizza le matrici ideologiche e psicologiche, come la metafisica della soggettività, ossia la realtà, la natura o la verità non esiste ma è come io la vedo, la sento e la voglio, e tu devi accettarla.

De Benoist ricostruisce tutte le forme di censura, di cancellazione, di riduzione al presente, di damnatio memoriae; coglie il nesso perverso tra permissività e ipermoralismo. Tutto conduce a una forzata uniformità, a un acritico allinearsi. Chi si oppone diventa automaticamente nemico dell’umanità. Allo scopo viene usato il fascismo come male assoluto e permanente. Viene cancellata ogni storicizzazione, ogni paragone, per esempio col comunismo e i suoi crimini (“vedere fascisti dappertutto”, denuncia il filosofo ebreo Alain Fienkelkraut). Il coraggio nota de Benoist, oggi non è denunciare il fascismo, morto e sepolto 75 anni fa, ma denunciare la censura imposta dal politically correct.

Biopolitica

Curiosamente la Santa Congregazione dell’Indice fu soppressa dalla Chiesa nel 1966; ma già un paio d’anni dopo, col 1968 rinasceva sotto altre forme e altri inquisitori, radical-progressisti. Per i nuovi inquisitori chi confessa è colpevole, chi non confessa è ancora di più colpevole: “si boicotta non il contenuto dei loro libri, che non viene mai preso in considerazione, ma le intenzioni” che gli si attribuiscono. Il discorso si allarga alla biopolitica, alla caccia alle streghe dell’omotransfobia e del razzismo, all’”isteria neofemminista” e ai media. Intanto si instaura il regime della sorveglianza.

Cosa resta dopo aver letto queste denunce? Un intreccio di conforto e di sconforto. Conforto perché ti senti meno solo nelle denunce, tanti condividono la preoccupazione e vedi segnali di coraggio; sconforto perché il Potere globalitario è troppo vasto e ramificato, il conformismo è una macchina potente, troppe intelligenze sono spente e alla fine la rassegnazione muta in assuefazione. Devi sperare nell’insorgenza della realtà e nelle fessure che si aprono dentro questo sistema uniforme. Ribellarsi è necessario ma non basta.

Panorama (n.29)

 

Leggi anche: Il libro: “Hitler e Mussolini. Lettere, documenti, intercettazioni telefoniche”

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