No del Tottenham a Gattuso perché omofobo e sessista

Il pensiero unico miete un'altra vittima

Gattuso

Dopo quella della Fiorentina non ci sarà la panchina del Tottenham per Rino Gattuso.

Stavolta non è colpa di Mendez o delle transazioni del procuratore ma le solite accuse di sessismo ed omofobia.

Gattuso stava per diventare l’allenatore del Tottenham, ma l’accordo è saltato a causa delle proteste dei tifosi che l’hanno bollato come “omofobo”.

Gattuso nel 2008 dichiarò di credere nel valore della famiglia e di essere contrario ai matrimoni gay.

Non sarà quindi il nuovo allenatore del club inglese.

La dittatura del pensiero unico, vero cancro totalitario della nostra epoca, ha fatto un’altra vittima. Una delle tante, né la prima né l’ultima.

Perché il pensiero non è più libero, e dopo le leggi Zan in giro per il mondo il bavaglio sarà anche accompagnato da provvedimenti penali.

“Omofobo e sessista. Il tifo Spurs stoppa Gattuso”

Così scrive il Corriere dello Sport.

I tifosi che hanno lanciato l’hashtag #NoToGattuso hanno avuto la meglio ed il presidente del Tottenham  ne ha preso atto.

Ferale fu la posizione di scetticismo verso i matrimoni gay, espressa nel 2008 a ‘Porta a Porta’.

Le nozze tra gay non mi trovano d’accordo. Mi scandalizzo perché credo nella famiglia fin da bambino: per me, il matrimonio è tra un uomo e una donna. Anche se siamo nel 2008 e ognuno può fare quello che vuole, questa roba mi sembra molto strana“.

Questo fa di lui un omofobo.

I sostenitori del Tottenham sono andati a recuperare sue dichiarazioni del 2013, quando a ‘Radio Radio’ gli fu chiesto cosa ne pensasse della presenza sempre più ingerente di Barbara Berlusconi all’interno del Milan, con conseguenti minori poteri per Adriano Galliani: “Penso che per uno come Galliani bisogna avere maggior rispetto per tutto quello che ha fatto. Barbara Berlusconi? Io le donne nel calcio non le vedo molto bene, mi dispiace ma è così“.

Questo fa di lui un sessista.

Un’altra frase sotto accusa, stavolta sul razzismo.

Dopo lo sfogo di Boateng in un’amichevole a Busto Arsizio. Rilasciò questa dichiarazione. “Quante volte abbiamo sentito buuuu contro i giocatori bianchi? E’ successo anche a me ma non ho dato importanza. Boateng si è di certo sentito offeso ma continuo a non vedere razzismo”.

Questo fa di lui un razzista.

E gli è andata pure bene: se il DDl Zan fosse stata già legge a quei tempi, avrebbe anche dovuto affrontare uno o più processi.

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