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Michelle Causo, un’altra giovane vita spezzata

di Alessandro Scipioni
30 Giugno 2023
In Cronaca
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Michelle Causo, un’altra giovane vita spezzata
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Michelle Causo, un’altra giovane vita spezzata. Dalla barbaria dei nostri tempi. Ma in verità da una barbaria che non ha tempo. Il male è insito nell’uomo. La banalità del male accompagna l’umanità da secoli. Banalità perché la si trova nel vicino, nell’amico in quello sconfinato esercito di insospettabili che vivono tra di noi.

La società

È però dovere di una società fare tutto il possibile per difendere le persone più deboli.

Ma la violenza sulle donne in questo paese purtroppo sta registrando numeri allarmanti, e questi numeri rispondono a persone.Persone  con un nome, con un cognome, una vita, una famiglia un diritto all’esistenza. Michelle non è la prima, non è la sola e purtroppo non sarà l’ultima.

Come quella povera ragazza, Giulia Tramontano,privata insieme al figlio di otto mesi, che portava in grembo, del diritto ad un futuro, proprio dal padre di quel bambino.

E allora dobbiamo capire che la severità delle pene, la durezza, l’isolare gli elementi malati dalla società sana è un dovere non solo verso le vittime passate, ma anche verso le potenziali vittime future. Lo Stato nasce per tutelare chi è nel giusto, che vive entro le sue leggi.

Non per preoccuparsi sempre  e solo dei balordi.

Garantismo eccessivo

Troppi sono i nomi Pamela Mastropietro, uccisa da una persona che non doveva stare in Italia. Desirée Mariottini uccise dalle stesse condizioni di carenza di controllo del territorio e di repressione di delinquenti abituali.

Il problema vero risiede nel fatto che dopo questi efferati dritti, nulla è cambiato nella legislazione italiana. Troppe persone che non hanno il diritto di far parte di questo paese continuano a rimanere sul nostro suolo.

Anche la legge sullo stalking è inefficace. Molte vittime denunciano prima di essere uccise, eppure le si lascia nelle mani dei loro carnefici, perché la giustizia italiana è troppo lenta.. Troppo garantista verso chi fa del male, piuttosto che protettiva verso chi invece avrebbe bisogno di essere difeso.

Homo homini lupus. E allora la funzione dello Stato è quella di esercitare la propria sovranità per impedire al singolo di nuocere alla collettività. Ma se questa funzione viene abdicata dallo stato, non si può più parlare di Stato . Si può tutt’al più parlare di territorio. Di un  territorio incontrollato dove ognuno prevarica in base alla forza brutale, più che alla ragione civile.

 

Leggi anche:Quando chi rivendica tolleranza è il primo intollerante

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Tags: DONNEFEMMINICIDIOPRIMO PIANOSICUREZZAVIOLENZA SESSUALE
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