Meloni, tre anni di governo. La forza tranquilla della stabilità
Tre anni al governo, senza scosse né ribaltoni.
Mentre in Europa saltano coalizioni e nascono crisi lampo, Giorgia Meloni ha scelto la strada di governare con ordine, serietà e coerenza
Una linea che può sembrare noiosa ai nostalgici dei “colpo di teatro”, ma che, numeri alla mano, ha riportato l’Italia su un sentiero di affidabilità e peso politico.
Dopo decenni di governi balneari, il terzo anno del governo Meloni segna un primato. Nessuna crisi interna, nessuna spaccatura nella maggioranza, nessuna tensione fra gli alleati. Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia continuano a marciare compatte. Anche se non sempre all’unisono. Ma compatte.
La premier ha costruito una leadership sobria e ferma, mantenendo l’equilibrio tra le anime della coalizione e mostrando un approccio più pragmatico che ideologico.
Un tratto che piace anche a chi non la vota
La stabilità del Governo Meloni è già di per sé una notizia in un Paese che ha cambiato Governi in continuazione. Quasi 70 in 80 anni di Repubblica. Un record.
Sul piano economico, il governo ha scelto il rigore intelligente. Conti in ordine, misure mirate e stop agli sprechi.
La legge di bilancio 2025 conferma la direzione. Si prevedono tagli fiscali per i redditi medio-bassi, incentivi all’occupazione giovanile e alle imprese produttive, ma senza nuove “mance” elettorali o uscite non mirate
Il debito pubblico è rimasto sotto controllo. Il deficit scende al 3,8%, e la crescita, seppur sempre piuttosto moderata, supera quella di Francia e Germania.
Risultati che piacciono ai mercati e rassicurano Bruxelles, segno che Roma è tornata a essere un partner credibile.
Chi poi si aspettava una premier “barricadera” ha sbagliato. Ha trovato una leader istituzionale, concreta ed equilibrata, tesa a difendere gli interessi italiani in Europa, ma senza alzare muri.
Ne sono un esempio le scelte sull’immigrazione, sull’energia e sul PNRR che hanno portato a casa risultati pratici, non solo slogan da spot politici
Sul fronte internazionale, ha rafforzato i rapporti con gli Stati Uniti, con l’Africa mediterranea e con i paesi dell’Europa centrale. L’obiettivo è chiaro. Meloni vuole rendere l’Italia un ponte tra Nord e Sud del mondo, un ruolo che oggi molti partner le riconoscono.
Nessun corteo Propal, nessuna flottiglia, nessuna scelta imposta, hanno fatto modificare la politica estera del Governo.
Governo rimasto impermeabile persino agli innumerevoli scioperi che a vario titolo sono stati i detti nei tre anni.
Niente è riuscito a scalfire la marmorea struttura governativa
Unici limiti riscontrati del governo? Sicuamente la lentezza sulle riforme strutturali.
La riforma fiscale e quella della giustizia sono ancora in cantiere. Il presidenzialismo, simbolo della visione di Fratelli d’Italia, resta ancora un’ipotesi e non una realtà.
Ma anche qui, il metodo Meloni è chiaro.
Si procede senza rivoluzioni improvvisate, ma solo con passi decisi e solidi
La premier sembra voler lasciare il segno più con la durata che con il clamore. Pancia a terra e testa bassa. Nessuna alzata di capo.
E i sondaggi parlano chiaro. Fratelli d’Italia resta primo partito in Italia (intorno al 28-29%) e Meloni continua a essere la figura politica più apprezzata dagli italiani
Un consenso solido, alimentato non tanto dalle promesse, quanto da una sensazione diffusa. L’Italia, finalmente, non traballa. Non è il fanalino di coda in Europa. Il lucignolo del G8. Certo, la crescita è lenta e le famiglie sentono ancora il peso dei prezzi e delle tasse.
Ma l’idea di un governo che dura nel tempo piace a un Paese stanco di instabilità e polemiche sterili
Tre anni dopo, il messaggio di Meloni resta coerente: stabilità, identità, responsabilità.Non un governo dei miracoli, ma un governo che tiene la barra dritta in mezzo alle tempeste internazionali.
In un’Europa dove le leadership si consumano in pochi mesi, la premier italiana si distingue per longevità e disciplina
Un record che, nel contesto politico italiano, vale quanto una riforma epocale.
Nessuna rivoluzione, ma tanta solidità. Il governo Meloni entra nel suo quarto anno con un obiettivo preciso.
Quello di dimostrare che la destra può governare senza spaccarsi e senza rispondere a nessuna provocazione esterna
La forza tranquilla e rassicurante della premier potrebbe diventare il suo marchio di fabbrica vincente. Per lei ma soprattutto per l’Italia.
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