Mani e natiche, la “sculacciata erotica” dalla pittura dell’800 ad oggi

Tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del Novecento, assistiamo al moltiplicarsi,  all’interno delle tavole e dei dipinti di arte erotica, della sculacciata. Sopraffazione e sottomissione, ricordi di antiche punizioni corporali – legate a un’educazione punitiva – ammissione di essere in una condizione pre-erotica che va al tempo stesso punita e portata a termine nel disdicevole e nel peccato, coscienza dell’imminente liberazione di pulsioni proibite costituiscono i complessi rinvii di una pratica che oggi  non alligna più come un tempo, in modo ossessivo, nel rapporto tra educazione repressiva e spudoratezza nell’esercizio della sessualità, ma che trova uno spazio diverso, come esplorazione delle diverse integrazioni tra corpi. Anche Balthus (qui sotto) ha prodotto un dipinto, La lezione di chitarra, in cui la lotta tra la ragazza e l’insegnante, contiene tutti gli elementi di contrasto, ma al tempo stesso di violenta sensualità, che si instauravano tra adulti e ragazzi, nel momento della ribellione e delle punizioni corporali ad essa collegati, che tendevano a fissare alcuni fondamenti nell’ambito della sessualità infantile, prepuberale o puberale.

Le punizioni corporali, per evitare che esse potessero infliggere danni molto seri ai bambini, tra Ottocento maturo e Novecento si praticavano soprattutto a livello delle natiche. La punizione materna e paterna più affettuosa si svolgeva a mani nude, mentre nei casi in cui si volesse aumentare la pena e, al tempo stesso, eliminare un contatto equivocabile con il corpo del bambino o della bambina, si usavano ramoscelli o cinghie dei pantaloni.

Oggi, evidentemente, il cosiddetto spanking, rientra più nelle varietà offerte nell’ambito di un rapporto  sado-maso, nella connotazione del dolore e della sottomissione, ma forse non conosce le sfumature di tipo culturale – intense nell’ambito della cultura materiale dell’atto educativo – che avevano caratterizzato la pratica erotica dello sculacciata nelle generazioni precedenti. prima che anche questa punizione fosse ufficialmente bandita e considerata deleteria sotto il profilo pedagogico.

 

 

Nell’ambito iconografico assistiamo molto spesso all’intensificarsi dell’apparire di scene a mani nude o con minuscoli frustini vegetali, che sembrano precedere il rapporto sessuale vero e proprio, in cui è il maschio (che rappresenta la figura autoritaria, fortemente attiva sessualmente) a picchiare la propria donna. Da sottolineare la presenza di un filone tedesco degli anni Venti, interpretato da un disegnatore/ice che si firma Helga Bode, fortemente punitiva e sadomaso, legata alla gerarchia e ai rapporti di potere, nelle cui tavole appaiono, molto spesso. sculacciate da parte di militari nei confronti di ragazze, di professori nei confronti di bambine o la somministrazione di clisteri a bambine (le due illustrazioni qui sotto).

L’iconografia tedesca, nonostante, abbia esplorato anche lati meno cruenti, si rivela notevolmente diversa da quella francese, legato maggiormente alla giocosità e alla rielaborazione sessuale di rapporti infantili, quanto al senso di colpa della donna che doveva passare dal momento dei baci a quello del sesso.

In diversi casi, si registra, sotto il profilo iconografico, anche tra donne, in rapporti omo-erotici, nel corso dei quali si evidenzia una netta differenziazione dei ruoli o in giochi tra due donne per un uomo che guarda.

 

La donna, nelle illustrazioni di matrice francese,  sembra accettare con piacere, poichè sente di essere punita per i pensieri “impudichi” alimentati fino a quel momento; e al tempo stesso risulta eccitata dall’evoluzione di elementi arcaici di imprinting della propria sessualità e avverte la necessità di alternare sottomissione e ribellione, attraverso il libero esercizio delle azioni che ella compirà successivamente. Sotto il profilo puramente meccanico questa azione non doveva essere mai particolarmente pesante, ma intendeva far emergere i “pensieri impuri” dell’infanzia e a far affluire maggiore quantità di sangue nelle zone erogene.  L’addio alla sculacciata erotica intesa come evoluzione simbolica di punizioni corporali infantili -e non  solo come una variante dei preliminari erotici – si può registrare nei primi anni Settanta, con un paio di film ad essa dedicati.  Questo tipo di pratica (detta appunto spanking in inglese e fessée in francese) è stata celebrata dal film francese La fessée (qui sotto) del 1976 del regista Burd Tranbaree,

Dal film italiano La sculacciata, del 1974, del regista Pasquale Festa Campanile, con Sydne Rome.Ritorni alla nuova sculacciata-spanking si registrano nella canzone Hanky Panky del 1990 della cantante Madonna con il relativo videoclip.Si menzionano poi L’arte della sculacciata del 1989 di Jean-Pierre Enard con le illustrazioni di Milo Manara, Elogio della sculacciata del 1997 di Jacques Serguine e Sculacciate e sculacciati del 2000 di Paul Stoves.

Recentemente, una scena di sculacciata appare nel film 50 sfumature di grigio, come uno dei numerosi giochi erotici, all’interno di quello che appare, enciclopedicamente, come una rilettura moderna dei grandi classici erotici libertini.

Leggi anche: http://www.adhocnews.it/im-kinky-and-i-know-it/

Exit mobile version