Ma l’Italia dov’è? Per la classe politica non esistiamo

clsse politica

Forse tutti i nominati di questa classe politica posso anche non rendersene conto. Non sono all’altezza: improvvisati che fanno parte di quella assemblea che dovrebbe rappresentare gli interessi del paese, e ahimè sono nettamente maggioritari. Ma è impensabile che almeno i vertici dei partiti non si rendono conto della gravissima situazione in cui siamo.

Qui ormai non è soltanto un problema legato al Pnrr o al rapporto quotidiano con le istituzioni europee. C’è la guerra alle porte dell’Europa. Una guerra che speriamo non abbia un’escalation pericolosa, ma che sicuramente porterà ripercussioni economiche drammatiche.

L’Europa come al solito è in cerca di un ruolo. Questo ruolo prova a recitarlo la Francia, poiché il nuovo cancelliere tedesco in questa fase non ha ancora l’autorevolezza necessaria. Ma nessuno stato europeo ha la possibilità da solo di influenza negli Stati Uniti.

Le nostre costanti divisioni ci mettono, come Europa, in una posizione di subalternità perenne. Dunque si rischia di non poter contribuire a nessuna scelta del nonnetto alla casa Bianca. Un cowboy troppo ardito in questo momento, e con un armamento che può fare più male ai suoi alleati che ai suoi nemici. Quindi è assolutamente indispensabile eleggere un presidente che abbia un autorevolezza forte.

Un presidente che possa dire la sua anche perché l’Italia deve giocare un ruolo di ponte, capace di rassicurare gli alleati occidentali ma di mediare. Recuperare una politica estera autorevole come è stato per tanti anni. Chiaramente nei limiti dell’Alleanza Atlantica, ma soprattutto quale elemento di riflessione e confronto.

Non possiamo pensare, con la nostra posizione geopolitica, di non dire mai niente o pesare il nulla. L’unica figura autorevole in campo internazionale, che possa piacere o non piacere è quella di Mario Draghi. Ma il problema degli irresponsabili rappresentanti di questa politica è che sarebbero capace di portare avanti nomi come quelli di Pier Ferdinando Casini.

Casini e il nulla

Uno che all’estero pesa assolutamente niente. Ed inoltre ha il difetto di proiettare anche un immagine ampiamente stereotipata dell’Italia, terra di compromessi tra le varie signorie. Come nel medioevo e nel rinascimento. Incapace di qualsiasi grandezza e menomata dalle proprie divisioni interne.

Oppure di Maria Elisabetta Alberti Casellati. Persona dignitosissima, ma che avrebbe lo stesso handicap del cancelliere tedesco in un momento decisivo: costruirsi una credibilità internazionale in pochissimi giorni.
Con la non trascurabile differenza che Olaf Scholz è comunque stato il vice della Merkel ed ha dietro un paese solido come la Germania motore d’Europa.

Si possono attribuire tutti i difetti che si vogliono Berlusconi, ma sicuramente riusciva ad aprire un dialogo costante con Putin, Bush ed Erdogan. Intrattenendo anche rapporti di amicizia personale con questi leader che lo rendevano un mediatore ideale.

Immaginiamoci una figura come Casini davanti a Biden o Putin per mediare una crisi come questa. Deve prevalere il bene del paese ed il raziocinio altrimenti le conseguenze questa volta potrebbero essere veramente disastrose.

 

Leggi anche: Vlahovic, mi ricorda Cocciante: era già tutto previsto

www.facebook.com/adhocnewsitalia

SEGUICI SU GOOGLE NEWS: NEWS.GOOGLE.IT

Exit mobile version