L’uomo nero della Kyenge

No, Cécile Kyenge non l’ha affatto presa bene. Si parla dell’annuncio di suo marito, dato a La Zanzara di Radio 24: il signor Domenico Grispino si candida con la Lega al Comune di Castelfranco Emilia. Proprio quella Lega di Matteo Salvini che per anni ha combattuto la Kyenge e le sue idee pro-immigrazione. Un clamoroso cortocircuito che, come detto, deve aver scottato, e parecchio, il fu ministro dell’Integrazione.

Tanto che, sui social, la Kyenge ha voluto precisare: “Comprendo lo sgomento di tutti – compreso quello dei militanti della stessa Lega – ma per quanto mi riguarda è proprio il caso di dire che non c’è nessuna novità rilevante, essendo questo l’ennesimo e forse neanche l’ultimo episodio di una vicenda il cui copione è già scritto e anche noto“. Da tempo, infatti, Grispino manifestava le sue simpatie leghiste.

“Ci sono le elezioni comunalispiega Grispinoe metto a disposizione della Lega quello che so, le mie competenze”. A chi gli domanda cosa dice la moglie, lui risponde laconicamente: “Io penso per me, ognuno pensa per sé, con lei non parlo mai di queste cose”. Anche il non essere d’accordo è democrazia. 

Tali simpatie non devono davvero aver fatto piacere alla “democratica” Kyenge, che non ha perso tempo a sottolineare la vicinanza dell’udienza per porre fine al suo matrimonio (evidentemente, infelice).

Da questa vicenda “machiavelliana”, emergono delle circostanze di sicuro interesse: prima fra tutte il coraggio del nuovo virgulto salviniano che, a differenza di tante persone vicine a personaggi politici, non si nasconde nel silenzio politico e comunica a tutti la sua totale sfiducia nel programma di una sinistra votata ad una accoglienza indiscriminata (come successo in passato), che ha portato migliaia e migliaia di finti “rifugiati” in Italia; un uomo che, pur osservando con gli occhi del marito, si è evidentemente reso conto del fallimento delle idee portate avanti dalla ex ministra e che hanno già portato la sinistra in un baratro.

E, contro di lui, non si potrà nemmeno gridare al “razzismo”, come ormai accade di prassi per chi non è favorevole ai “porti aperti per tutti” e non condivide la politica della sinistra… lui una persona di colore l’ha pure sposata!

Grispino rappresenta l’italiano che va oltre ogni legame familiare, pur di essere libero di dissentire, pur di essere libero di non condividere, in questo momento è davvero l’ “uomo nero” della Kyenge: lui che, da vicino (molto vicino), ha conosciuto ed “apprezzato” le sue idee e, con libertà, ne ha preso le distanze, schierandosi agli antipodi.

Buona fortuna al nuovo politico per questa avventura. Buona fortuna (ne ha sicuramente bisogno) anche per la separazione dalla moglie (che immagino parecchio arrabbiata).

Come per il senatore di colore della Lega, anche stavolta, il grido al “razzismo, razzismo, razzismo” non è utilizzabile e fa solo male a chi, ormai, non ha altri argomenti.

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