L’Onu catastrofico sul clima, credibile come l’OMS

La crisi climatica definita irreversibile, contro il parere di illustri scienziati

Onu

Lunedì è stato pubblicato il nuovo rapporto dell’Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) dell’ONU.

L’ organismo internazionale per la valutazione dei cambiamenti climatici dell’Onu emette sentenze catastrofiste e contraddittorie, tutto in funzione della svolta green, che rappresenta il più grande affare del 21′ secolo.

Conclusioni catastrofiste e catastrofiche.

Secondo le conclusioni del rapporto, i cambiamenti climatici alla base dell’aumento della frequenza e dell’intensità di fenomeni meteorologici disastrosi, come piogge torrenziali e ondate di grande caldo, sono “inequivocabilmente” dovuti alle attività umane e sono “senza precedenti“.

E già su questo, per un pianeta che nella sua vita ha vissuto glaciazioni e desertificazioni, inversioni dei poli e distacco dei continenti suona quantomeno risibile.

Ma continua il rapporto affermando che le modificazioni sono “irreversibili” , e che se non si interviene per ridurre le emissioni inquinanti in maniera tempestiva potrebbero essere ancora peggiori.

Delle due l’una: o sono irreversibili, e allora non c’è più nulla da fare, o non lo sono.

Neppure la lingua inglese conoscono, i degni emuli di Greta Thunberg.

Nel rapporto dell’IPCC, considerato particolarmente allarmante, viene spiegato che un ulteriore aumento delle temperature è inevitabile.

Si aggiunge comunque che non è ancora troppo tardi per impedire che nei prossimi decenni le temperature medie globali aumentino.

Servirà però uno sforzo, secondo l’ONU, “immediato e su larga scala” da parte dei paesi di tutto il mondo per ridurre le emissioni inquinanti.

Si danno quindi per scontate le origini antropiche dei cambiamenti climatici, aspetto che è quantomeno controverso.

Ma cos’è l’IPCC? Come è composto?

Lasciamo il campo dalle illazioni e ascoltiamo un climatologo che di certo non può essere misconosciuto o tacciato di negazionismo.

Franco Prodi, fratello di Romano, climatologo e scienziato, ci illustra come questo organismo dell’ONU sia lontano dall’essere scientificamente infallibile, e che le teorie propugnate siano sbagliate.

Il parere di Franco Prodi

Franco Prodi, uno dei massimi studiosi italiani di fisica dell’atmosfera e fratello dell’ex premier, critica da anni la mancanza di basi scientifiche delle affermazioni di Greta  e suoi seguaci.

Prodi è stato docente universitario, ha diretto l’Istituto di scienze dell’atmosfera del Cnr, ha coordinato un progetto europeo sulla previsioni delle alluvioni. Non l’ultimo arrivato potremmo dire, con qualche titolo in più dei laureati all’università della vita che pontificano sui social.

Gli allarmi non sono basati su dati scientifici.

All’origine della mobilitazione internazionale c’è un organismo internazionale creato dall’Onu nel 1988, l’Ipcc (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico). Ne fanno parte scienziati, ma anche agronomi, economisti e altre figure. I componenti sono oltre 1.500. Molti lo ritengono la sede della ricerca scientifica sul clima” ma “è un forum i cui membri non vengono nominati da università o centri di ricerca, ma dai governi. La scienza procede con altri metodi, pubblica su riviste specializzate, ha revisori internazionali, eccetera”.

 

“L’Ipcc, dove comunque sono presenti anche scienziati di valore, ragiona in base a modelli matematici derivati dai Gcm, cioè i Global circulation model, che risalgono agli anni Novanta e nel tempo si sono evoluti. I primi si limitavano a considerare la sola circolazione atmosferica, successivamente sono stati aggiunti fattori come la superficie degli oceani, la vegetazione, le trasformazioni chimiche e molto altro. Da fisico delle nubi, sono andato a verificare come questi modelli simulano le nubi. Esse vengono trattate in modo molto rozzo. I risultati di questi modelli vanno valutati con molta cautela. Un trattamento così grossolano riservato alla fisica delle nubi pone molti dubbi”.

La climatologia considera gli elementi che vengono dal Sole, quelli che provengono dalla Terra e l’interazione con i gas cosiddetti serra come l’anidride carbonica, ma anche il vapore d’acqua, l’ozono, il metano e altri. Questo complesso di fattori, molto difficile da calcolare, mi induce, da scienziato, a raccomandare cautela sul catastrofismo climatico”.

” Io non dico che non ci siano i cambiamenti nel clima e neppure che l’uomo ne sia estraneo. La mia affermazione è un’altra: la scienza non è arrivata a quantificare l’effetto antropico rispetto agli effetti naturali sul clima”.

Prodi aggiunge che gli effetti naturali sul clima sono “fondamentalmente due: la componente astronomica e quella astrofisica”.

“Le radiazioni solari non sono costanti: si potrebbe parlare per ore della variabilità del sole, delle macchie solari, delle particelle elementari che interagiscono con il campo magnetico terrestre. Questo lo chiamiamo effetto astrofisico.”

E che l’uomo possa intervenire sul Sole, è quantomeno presuntuoso da parte nostra.

L’intervento umano c’è, ma in misura minima.

È avvertibile soprattutto dopo l’invenzione della macchina a vapore, a fine Settecento, quando l’”uomo industriale” comincia a usare i combustibili fossili in modo massiccio: carbone, petrolio, gas naturale, nucleare. Da fisico delle nubi, rilevo la formazione di goccioline e cristalli su particelle originate da processi industriali, riscaldamenti domestici, traffico veicolare che influiscono anche sulla microfisica delle nubi”.

L’uomo, dunque, ha le sue responsabilità “ma da qui a dire che l’azione umana rappresenta il 95% delle cause dei cambiamenti climatici, come sostiene l’Ipcc, ce ne corre. C’è un’alterazione, ma l’effetto antropico non è quantificabile rispetto all’aspetto astrofisico e a quello astronomico, che non si vede perché dovrebbero spegnersi”.

Prodi conclude aggiungendo che bisogna intervenire per proteggere la Terra “senza allarmi inutili sul cambiamento climatico ma insistendo sul fatto che questo pianeta è l’unico che abbiamo”.

Zichichi sulla stessa lunghezza d’onda

Anche Antonino Zichichi ha grossi dubbi sull’origine antropica dei cambiamenti climatici.

È bene precisare che cambiamento climatico e inquinamento sono due cose completamente diverse. Legarli vuol dire rimandare la soluzione. E infatti l’inquinamento si può combattere subito senza problemi, proibendo di immettere veleni nell’aria. Il riscaldamento globale è tutt’altra cosa”. Antonino Zichichi non ha bisogno di presentazioni,fisico, divulgatore scientifico e accademico italiano, attivo nel campo della fisica delle particelle elementari.

È professore emerito del Dipartimento di Fisica dell’Università di Bologna dal 2006.

Anche egli ha negato, quindi, l’origine antropica del surriscaldamento globale.

O comunque l’ha ridimensionata.

Il riscaldamento globale dipende dal motore metereologico dominato dalla potenza del Sole. Le attività umane incidono al livello del 5%: il 95% dipende invece da fenomeni naturali legati al Sole. Attribuire alle attività umane il surriscaldamento globale è senza fondamento scientifico”.

La verità è che l’Onu finge di credere alle affermazioni di Greta per meri interessi finanziari legati al New Green Deal, disattendendo i pareri di scienziati e luminari e strumentalizzando anche la pandemia per la famigerata “transizione ecologica”.

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