Lo specchio dell’Italia

I Parenti serpenti d'Oltralpe

Italia

L’Italia di fronte alla Francia è come davanti allo specchio.

Come diceva Totò, il buon Mezzacapa gli era antipatico perché era un confinante, ed i confinanti sono antipatici.

Perché hanno interessi comuni ai nostri.
Sono i primi che vediamo, quindi la loro erba è sempre più verde.

Soprattutto nel caso di Italiani e Francesi abbiamo affinità ed interessi comuni in molti settori.

Esattamente come abbiamo anche difetti comuni, differenziati dal fatto che loro hanno avuto uno Stato nazionale compatto, secoli prima di noi.

Ma le nostre storie sicuramente si toccano. a tal punto che il più grande francese della storia tecnicamente è un italiano: corso d’origine toscana. Napoleone Bonaparte.

Ci sfidiamo sul vino, noi abbiamo un’uva migliore, loro hanno una tecnica più elegante.

Addirittura sul calcio siamo in perenne concorrenza, anche se Platini sarà pure un simbolo francese ma un’origine italiana non gliela si può negare.

Storicamente il cinema italiano e quello francese si sono sempre fronteggiati.

La cucina italiana e quella francese si sono sempre contese la palma di migliore al mondo.

Noi abbiamo il Parmigiano loro il Camembert.

Il più grande genio della storia, Leonardo da Vinci è nato in Toscana e morto ad Amboise.

Sappiamo fare le stesse cose, dunque ci sfidiamo sempre, e ci siamo particolarmente poco simpatici.
Ma poi, come avviene in tutte le famiglie rivediamo i tratti comuni, ripensiamo alle origini, alla storia e non possiamo non avere affetto per quella che è, in un certo senso, una unica famiglia.

La Francia è il paese più simile a noi in Europa

Certo abbiamo una grande affinità e vicinanza anche con la Spagna, però non abbiamo un confine diretto con essa.

Il confine ha creato molta inimicizia.

Ma se non ci fosse stato Napoleone III, in fondo anche italiano, mai saremmo stati una nazione indipendente.

Un’altra similitudine è la crisi della repubblica parlamentare.

Le somiglianze al parlamentarismo modello Westminster in Italia non ci sono e gli ammiratori del sistema inglese dovrebbero aprire gli occhi.

Poiché per importare un sistema bisognerebbe anche importare il carattere di quel popolo. E sicuramente gli italiani non sono gli inglesi.

Quando Rosy Bindi dice di aver apprezzato, di Silvio Berlusconi, solo il fatto di aver fatto naufragare la riforma semipresidenziale in Italia, ne ammira la scelta politica più scellerata.

Una mossa che paralizza la Repubblica da quasi un quarto di secolo.

Il sistema francese fu razionalizzato dall’elezione diretta, grazie all’avvento del Generale De Gaulle.

E oggi, percentuali elettorali alla mano, il vantaggio dei gollisti, del Rassemblement National e di Zemmour, indicano chiaramente che la Francia ha un’anima a destra.

Ma mai cone oggi c’è bisogno di una rigenerazione della destra francese.

Perché i gollisti, saranno esclusi con ogni probabilità per la seconda volta al primo turno. Sorte che questa volta dovrebbe toccare anche a Marine Le Pen. Comunque anche se passasse al primo turno, quest’ultima si troverebbe una mobilitazione di massa contro al ballottaggio. Come sempre.

Zemmour potrebbe essere la vera sorpresa.
Ma aldilà di questo, il risultato potrebbe servire a ricomporre una frattura storica ridando vita alla creatura del Generale.

Il grande cleavage avvenne per la scelta legata alla necessità politica di abbandonare l’Algeria.

Se Gaulle ruppe con una parte della destra di allora, quella cicatrice ha generato molta discordia.

Quella discordia rimane anche oggi come un retaggio anacronistico del passato.

Un’evoluzione pienamente accettabile del Front, può avvenire comprendendo che l’elezione di un’anima critica del gollismo potrebbe ridare vitalità agli smorti eredi del padre della moderna Francia.

Ma potrebbe anche e soprattutto legittimare una nuova grande destra di governo, nella quale potrebbe evolvere definitivamente il percorso di Marine Le Pen.

E, magari, la vicinanza con noi, potrebbe, per osmosi, influire anche in Italia su un grande rinnovamento del centrodestra, in chiave alternativa e di Governo.

 

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