Lo scempio di Palazzo Vecchio: non voglio credere che…

palazzo vecchio

Quello che è successo alla facciata di Palazzo Vecchio, sede del Comune di Firenze, è ormai cosa nota a tutta Italia. E questo non è altro che un bene. Non tanto perché è bello imbrattare un monumento storico, ma per la pubblicità che la città ne riceve. Nel bene o nel male, purché se ne parli.

Ho letto molte cose riguardo a questa vicenda. Ho visto anche molti video: ce ne sono tanti, ma veramente tanti. La mia idea me la sono fatta, sicuramente. Però, in mancanza di prove assolute, è inutile fare congetture. Ci sono però alcuni aspetti a cui non voglio credere.

Analizziamo i fatti

Due giorni fa, in Piazza della Signoria a Firenze, il sindaco Nardella stava rilasciando un’intervista. In piazza c’erano giustamente dei giornalisti. Come è normale che ci siano quando un sindaco rilascia un’intervista. Tanti giornalisti. Tante telecamere. Molte di queste rivolte verso la maestosità della Torre di Arnolfo. Al solito, agenti della Polizia Municipale, presidiavano Palazzo Vecchio. Altra cosa normale.

Ad un certo punto Nardella si accorge che due dementi (altri termini non me ne sovvengono) hanno deciso che il colore del bugnato di Palazzo Vecchio era fuori moda e probabilmente non corretto politicamente. Hanno quindi deciso di rinfrescarlo con una generosa mano di un vivace arancione. Sostenitori di Viktor Juščenko, fautore della rivoluzione arancione ucraina del 2004? Chissà.

Il sindaco quindi “con scatto felino ed abile mossa”, raggiunge i felloni sotto lo sguardo attento e intorpidito dei vigili urbani. Più lesto lui da lontano che loro da due passi. Riesce ad agguantare uno dei due attivisti per l’ambiente e lo apostrofa con parole forti tipo: che cazzo fai. Molto teatrale. Lo sguardo della pattuglia della Municipale rimane come quello della mucca che vede passare il treno: stabile ma compiaciuto.

Fortunatamente il birbante naturalista viene neutralizzato, ma ormai il danno è fatto.

Non voglio credere

Sarebbe troppo doloroso, e quindi non voglio credere che, come in molti sostengono, sia tutta una montatura. Non voglio credere che l’intervista sia stata fatta in quel posto e in quel momento per la concomitanza della partecipazione dei due attivisti.

Non voglio credere che ci fossero tutte quelle telecamere non tanto per l’intervista, ma perché stava per andare in scena qualcosa di più corposo. Non voglio credere che le belle arti e tutti gli altri esperti fossero preallertati per essere sul luogo tempestivamente.

Quindi, se le cose stanno come io non voglio credere, bravo Nardella. Almeno fino a prova contraria.

Non ci sono prove, solo indizi. E senza prove, io non voglio crederci. Sarebbe troppo doloroso. Come dolorosa è la dichiarazione della autorità: “A seguito delle informazioni ottenute da Vigili del fuoco, Alia Servizi ambientali spa e Comune di Firenze sono stati consumati più di 5mila litri d’acqua in poche ore per ripulire tutta la facciata del palazzo”.

Un bel capolavoro di ambientalismo, non c’è che dire. 5mila litri di acqua buttati ai maiali e la possibilità di aver rovinato un monumento storico.

Non voglio credere che al mondo esistano persone così bieche. Così imbecilli. Eppure esistono.

Come non riesco a capire il perché sindaco, tecnici e operai e compagnia cantante stavano sui ponteggi a controllare il danno, senza la minima protezione individuale. Se lo facesse un muratore privato, sai che guai passerebbe?

 

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