L’Italia con l’acqua alla gola

Frane

L’Italia con l’acqua alla gola

Giovedì ultimo scorso, abbiamo assistito all’ennesimo disastro idrogeologico.

Bombe d’acqua e tempeste di vento, che si sono concentrate in particolar modo in Toscana, hanno colpito a macchia di leopardo l’intera penisola: ponti crollati, strade interrotte, fiumi esondati, allagamenti ma anche, purtroppo, vittime e dispersi.

In Toscana, sulla quale si è riversata una quantità d’acqua veramente impressionante, i morti accertati, al momento sono sei, mentre altre due persone risultano ancora disperse.

Manca l’elettricità in molte zone e c’è un numero considerevole di sfollati

Un vero campo di battaglia quello che si è presentato, la mattina successiva agli occhi della popolazione colpita e alle migliaia di operatori giunti sul posto per prestare i primi soccorsi.

Il Presidente della Regione, Eugenio Giani, a proposito dei danni ha dichiarato: «ragiono sui 300 milioni tra pubblico e privato ma è una stima assolutamente parziale, è una stima che fa riferimento a quello che finora abbiamo registrato».

Molti esperti del settore, nei mesi scorsi, si sono strappati le vesti parlando della estremizzazione degli eventi atmosferici, dopo un’estate di caldo record. E non era allarmismo ma la consapevolezza che, in attesa di decisioni a livello internazionale, in Italia servissero interventi urgenti per aumentare la resilienza dei territori.

Occorre si un piano strutturale che possa salvaguardare il fragile sistema idrogeologico, ma occorre anche una diffusa prevenzione, attraverso una diffusa informazione alla popolazione; far sì che la gente sia consapevole che corre un rischio o potrebbe correre un rischio nel luogo in cui vive.

La conoscenza è essenziale e i dati sulle vittime raccontano che spesso la persona è stata colta di sorpresa non avendo compreso la gravità del rischio

Questi eventi estremi, a differenza di alcuni anni fa, rientrano in un regime di normalità. Stiamo andando verso una convivenza con questi fenomeni e dobbiamo farci trovare pronti. Occorre una maggiore consapevolezza dei rischi fin dalla scuola, un po come si fa per il rischio terremoto.

Il cambiamento climatico ci sta presentando il conto, un conto che sarà sempre più caro, fenomeni sempre più intensi e sempre più ravvicinati nel tempo.

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