Leoni o Iene
Benedetto Croce, da liberale autentico che non amava il giovanilismo caro ai regimi totalitari, riteneva che il diritto-dovere dei giovani fosse quello di passare da adolescenti a adulti.
E scriveva quindi che «i giovani debbono essere unicamente aiutati a diventare uomini e non già a restare e operare da giovani, poiché dell’immaturità non si può fare una professione»
Mi è tornato in mente questo giudizio di Croce nell’ascoltare l’intervento del coordinatore nazionale di Forza Italia Giovani.
Tal Simone Leoni, che, al congresso del suo movimento, ha avuto la singolare pensata di attaccare ferocemente -e senza motivo alcuno- il Generale Vannacci (peraltro attuale Vice-Segretario nazionale della Lega), reo di dire cose che fanno “soffrire” i giovani. Riprendendo così banali argomenti di tipo emotivo, improntati al moralismo sentimentale della Sinistra.
La cosa grave, però, è che il giovin Leoni ha chiuso il suo attacco con l’insulto personale, definendo Vannacci un «generale della codardia»
Dimostrando così sia mancanza di rispetto che ignoranza dei fatti, dato che Vannacci è un generale pluridecorato per meriti conseguiti sul campo e in diversi teatri di guerra dove era al comando dei nostri militari. Si può criticare Vannacci, per carità!, ma dargli del vigliacco assolutamente no. Non per fair-play ma per semplice aderenza alla verità dei fatti e alla storia personale di un uomo che, seppur divisivo, è un esponente importante del Centrodestra.
Della coalizione cioè che è alla guida del Paese, e di cui fa parte lo stesso Leoni. Al quale il buon Tajani, noto per esperienza ed equilibrio, farebbe bene a spiegare nuovamente l’abbecedario della Politica
Perché si può certamente polemizzare con gli alleati di coalizione e di governo, ma a condizione di rimanere in un ambito misurato di correttezza e rispetto, e di non venir meno al senso dell’opportunità. Poiché maggiore è la responsabilità quando, insieme, si governa un Paese.
E la responsabilità impone di misurare atti e parole, onde evitare polemiche gratuite e inutili, buone solo ad offendere e favorire la discordia. Resta comunque da augurarci che il giovin Leoni sappia passare, crocianamente,dall’adolescenza all’età adulta
Per poter più agevolmente capire che in politica la vera critica rispetta le storie degli uomini, e si confronta con le altrui idee senza demonizzarle; e soprattutto senza mai portare proditorie aggressioni personali. Perché nella vita si può essere leoni o iene, ma non dipende dai cognomi.
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