L’aeroporto di Firenze riaccende il conflitto nel “campo largo”
Uno dei temi più delicati e simbolici che mette da subito alla prova il nuovo esecutivo toscano è il progetto di ampliamento dell’aeroporto di Firenze, con la nuova pista da 2.200 metri.
Quel che potrebbe sembrare un traguardo amministrativo atteso da tempo, come il via libera del Ministero all’impatto ambientale, si trasforma in un banco di prova per la coesione politica all’interno del “campo largo” guidato da Eugenio Giani
Il 13 novembre 2025 è arrivato il decreto ministeriale di Valutazione di Impatto Ambientale VIA-VAS che certifica la compatibilità del masterplan aeroportuale.
Il progetto prevede una nuova pista lunga 2.200 m, leggermente inclinata rispetto all’autostrada per ridurre l’impatto sulle aree abitate e blindare futuri ampliamenti.
Sono previste 13 “maxi-prescrizioni” ambientali, quali i monitoraggi acustici e atmosferici continui, le compensazioni ecologiche e le mitigazioni idrauliche.
Il decreto precisa che l’efficacia della valutazione positiva è subordinata a un parere UE
Questo significa che, sebbene si sia superata una tappa fondamentale per il progetto, serve l’ok europeo e il rispetto rigoroso delle prescrizioni per attivare i cantieri.
Proprio mentre il fronte burocratico sembra allinearsi, la politica si spacca.
Il partito Alleanza Verdi e Sinistra ha ribadito un netto no all’ampliamento dell’aeroporto. Secondo AVS, il progetto è sbagliato sia nel metodo che nel merito.
Il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Alessandro Tomasi, candidato alle scorse elezioni di ottobre in concorrenza a Giani, ha denunciato la spaccatura del campo largo già all’inizio della legislatura, appoggiando a sua volta in tutto e per tutto il progetto di Peretola.
Il Movimento 5 Stelle si e’ mostrato critico e richiede di ripensare tutto il disegno aeroportuale
Per non parlare del no dei sindaci locali di Sesto Fiorentino e Campi Bisenzio, che nel cassetto hanno già preparato i ricorsi da presentare al TAR.
In altre parole, il “campo largo” dà segnali di disgregazione. Se la pista dovesse partire, Giani rischia di governare con una base politica divisa su uno degli asset infrastrutturali più strategici. La governabilità della Toscana verrà messa seriamente sotto stress.
Il potenziale ricorso al TAR e il dissenso interno mettono a rischio la stabilità di maggioranza. Giani dovrà mediare tra l’ala sviluppista, che vede nell’aeroporto un volano per turismo, economia e posti di lavoro, e quella più ambientalista/riformista che teme impatti su territorio e vivibilità
E rendere di fatto più fragile il mandato del Giani bis.
L’aeroporto può diventare anche il simbolo del progetto politico di Giani. Se il “campo largo” scoppia sul primo atto divisivo, questo modello rischia di perdere credibilità come laboratorio per alleanze più ampie anche a livello nazionale.
Il fatto inoltre che l’efficacia del via libera dipenda da un parere UE è rilevante in quanto può aggiungere tempo, complessità e margine di conflitto politico. Se Bruxelles dovesse porre rilievi severi, il progetto potrebbe subire ritardi importanti, e Giani potrebbe essere accusato di aver puntato troppo su un miraggio infrastrutturale.
Se invece il progetto viene gestito bene, il campo largo toscano può diventare il modello di riferimento nazionale per la creazione di sviluppo economico responsabile
Giani allora si potrebbe rafforzare come governatore capace di trattare su grandi opere.
L’aeroporto di Peretola è probabilmente il primo vero scoglio politico del Giani bis. Non è solo una partita tecnica, ma una battaglia simbolica sulla direzione economica e ambientale della Toscana.
Se Giani riuscirà a navigare tra le tensioni del suo stesso campo largo mantenendo un equilibrio forte, potrà segnare un punto di svolta
Se invece le fratture si approfondiranno, l’aeroporto potrebbe diventare un vero e proprio boomerang politico con serie ripercussioni nazionali.
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