La Toscana torna arancione, ma non Firenze. Giani non c’è e a Nardella non piace lo spezzatino

L'inadeguatezza della classe dirigente Toscana è sempre più marcata

Spezzatino

La Toscana torna in zona arancione ma Nardella non ama lo spezzatino.

Giani non si presenta alla Conferenza Stato Regioni e Firenze rimane in zona rossa.

Nardella si dice favorevole alla zona rossa a Firenze, benché i numeri del comune gigliato permettano il colore arancione.

E così il capoluogo toscano con tutta la provincia rimane in zona rossa. Perché Nardella non ama lo spezzatino. Qui per la ricetta di Dario.

Cambi gusti e pensi più ai suoi concittadini.

Questi gli amministratori che abbiamo, entrambi targati PD.

Con buona pace delle attività che in arancione potrebbero riaprire. E in zona rossa invece devono rimanere chiusi.

Per loro la differenza tra i due colori è lavorare o fallire. Non di spezzatino.

E non chiedono il reddito di cittadinanza o i ristori, chiedono di lavorare.

Ma no, Giani e Nardella non ci sentono da quell’orecchio.

Il Giani e Pinotto toscani ne hanno combinata un’altra.

I provvedimenti

Prato e l’area metropolitana di Firenze restano in rosso.

Il rosso infatti rimane fino alle 14 di sabato 17 aprile in tutta la provincia di Firenze (che da sola supera il milione di abitanti rispetto al totale di 3,7 della Regione), ma anche in quella di Prato, nel comprensorio del Cuoio (San Miniato, Montopoli in Val d’Arno, Santa Croce sull’Arno, Castelfranco di Sotto in provincia di Pisa) e nell’Alta Val d’Elsa (Poggibonsi, San Gimignano, Colle Val d’Elsa, Casole d’Elsa, Radicondoli nel senese).

Firenze avrebbe numeri da arancione, ma Nardella è oltranzista. Sulla pelle degli altri.

La provincia di Prato e la Citta Metropolitana di Firenze hanno indice di incidenza sopra ai 250 casi ogni 100 mila abitanti. Queste due aree sono quindi ancora molto esposte. E la pressione sugli ospedali è altissima. Abbiamo ospedali con reparti Covid strapieni, terapie intensive sotto pressione, la situazione è davvero preoccupante”.

“Mi sono sentito con Giani che mi ha prospettato l’ipotesi che Prato e Firenze possano rimanere in rosso un’altra settimana. Io sono propenso ad accettare quest’ipotesi, altrimenti vedremmo queste aree a ‘spezzatino’, con Comuni arancioni e Comuni rossi. Corretto andare in modo omogeneo. Il dato complessivo di Firenze è oltre i 250 casi ogni 100 mila abitanti. È vero che alcuni Comuni dell’area fiorentina, e anche il mio comune di Firenze, sono sotto i 250 casi, ma sarebbe una situazione ‘spezzatino’, con Comuni arancioni nel mezzo a Comuni rossi”.

Giani non c’è, una regione allo sbando

Lui, Nardella, almeno l’ha sentito Giani.

Il Biden italiano prende spunto dal suo alter ego a stelle e strisce e non si fa vedere.

Fugge dalle conferenze stampa se le domande sono scomode, non si presenta alla Conferenza stato Regioni.

La Toscana ufficialmente non ha un governo.

Non la destra, notoriamente brutta sporca e cattiva, ma persino Sinistra italiana Toscana non ci sta. Queste le parole di un comunicato

Apprendiamo dalla stampa che il presidente Giani non ha trovato il tempo per partecipare, mercoledì scorso, all’importante incontro Stato Regioni dove si è discusso di approvvigionamento vaccini e scelte importanti relativi alla somministrazione di Astrazeneca. E’stato sostituito dal suo portavoce che però per protocollo non è potuto intervenire.

Dunque il presidente Giani ha pensato che quell’incontro non fosse importante al punto da non delegare nessun altro assessore? E l’assessore Bezzini? (…). E il vicepresidente? e qualunque altro assessore della Giunta? La Regione Toscana è totalmente assente ad incontri importanti con il governo. E si comprende bene dal caos vaccini che regna in Toscana. (…)

In un frangente come questo la Toscana meriterebbe una guida attenta e decisa. Invece il presidente Giani non c’è. Lui e il Pd, che l’ha indicato e sostenuto, si assumano la responsabilità di una Regione letteralmente allo sbando“.

E se lo dicono loro..

 

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