La Toscana come il Titanic verso l’ iceberg del RDC
Giani prospetta una sanità in deficit e promesse irrealizzabili, la Toscana di Giani tra propaganda e fallimento annunciato.
Eugenio Giani, su Facebook ha fatto delle dichiarazioni ben precise come candidato presidente della Regione Toscana, per il secondo mandato :
“Crediamo in un sistema pubblico forte, gratuito e universale che non si limiti agli ospedali ma arrivi in ogni territorio, con case e ospedali di comunità, assistenza domiciliare, cure palliative e nuovi servizi come lo psicologo di base.
Per questo stiamo realizzando una rete capillare di 70 case di comunità, 16 ospedali di comunità, 37 centrali operative territoriali e 800 posti letto di cure intermedie già attivi e in crescita grazie agli investimenti in personale, strutture e tecnologie. ”
Ecco al di là degli annunci, Giani continua a magnificare i “miracoli” della sanità pubblica regionale e a vantare una rete di case di comunità, ospedali territoriali e servizi diffusi sul territorio, ma i cittadini Toscani conoscono bene la realtà e sanno che spesso sono costretti a rivolgersi alla sanità privata, per ottenere risposte in tempi ragionevoli
Infatti , una cosa è costruire o realizzare opere con i fondi del PNRR e ben altra sia mantenerle e finanziarle nel tempo. È la differenza tra costruire una casa e pagare il mutuo, le bollette e la manutenzione: non basta tagliare nastri e fare conferenze stampa.
Almeno che non si voglia fare finta che non esista un deficit strutturale che già oggi è stato necessario coprire con l’ aumento dalle tasse regionali.
Difatti, la realtà dei conti è impietosa.
Secondo la Corte dei Conti, non secondo l’ opposizione, la sanità toscana ha accumulato circa 998 milioni di euro di disavanzo tra il 2023 e il 2024 (Quotidiano Sanità). Nel solo 2023 il buco era di 182 milioni, nel 2024 oltre 160 milioni
E come ha tamponato la Regione? Non con riforme o tagli agli sprechi, ma con la solita ricetta della sinistra: aumento delle tasse. L’addizionale IRPEF regionale è stata innalzata, producendo 199,6 milioni di euro di gettito aggiuntivo, a cui si sono sommati 67,7 milioni da altre entrate proprie. Totale: 267 milioni bruciati solo per coprire i buchi della sanità (Quotidiano Sanità).
Risultato? I cittadini pagano di più, i conti restano in rosso e il sistema sanitario continua a scricchiolare. Altro che eccellenza
La visione vetero-statalista della sinistra per non dire Sovietica sommata a quella peronista dei grillini rischia di portare la Toscana a tutta velocità contro l’ iceberg del debito pubblico e trasformarla nel Titanic Toscano.
Ma non basta. Nella narrazione di Giani e della sua coalizione, la risposta a ogni problema è sempre la stessa: più Stato, più spesa pubblica, più assistenzialismo. È la vecchia ricetta vetericomunista che crede che i servizi siano gratis e che basti invocare il “pubblico” per risolvere le criticità
Peccato che in economia i pasti gratis non esistano: ogni servizio ha un costo, e quel costo va finanziato. O lo si copre con le tasse, o si tagliano altri capitoli di spesa. Non c’è terza via.
Si cerca di comprare l’elettorato meno preparato e più opportunista con il miraggio del Reddito di Cittadinanza Regionale.
Infatti, come se non bastasse, l’ abnorme debito sanitario, il “campo largo” PD–M5S ha messo in programma una nuova trovata: il Reddito di Cittadinanza Regionale. Secondo le stime più accreditate, la misura peserebbe per 3,4 miliardi di euro in cinque anni, ovvero circa 682 milioni l’anno (TgRegione).
Una cifra mostrosa se confrontata con la situazione attuale della Regione, che già fatica a coprire i disavanzi sanitari. La domanda sorge spontanea:
dove pensa Giani di trovare questi soldi?
Con nuove tasse, spremendo ancora di più famiglie e imprese già in difficoltà?
Tagliando altri servizi fondamentali?
O peggio, dirottando fondi europei destinati a industria, turismo, crescita e innovazione per alimentare misure assistenzialistiche che Bruxelles bollerebbe senza esitazione come parassitismo di Stato?
Una Regione senza prospettive
La verità è che questa Regione naviga a vista. Non c’è un piano per lo sviluppo economico, non c’è una strategia per la competitività, non c’è una visione industriale o turistica. Ci sono solo spese correnti crescenti, tasse più alte e promesse elettorali insostenibili.
Un presidente che, nel mezzo di un disavanzo sanitario di quasi un miliardo, promette un Reddito di Cittadinanza Regionale da tre miliardi e mezzo non è un innovatore, ma un amministratore fallito.
È, in sostanza, un generale che alza bandiera bianca, che rinuncia a far crescere la Toscana e si rifugia nell’assistenzialismo
E così, tra IRPEF alle stelle e sogni di redditi universali, la Toscana rischia di restare una Regione senza prospettive, senza sviluppo e senza futuro.
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