La polemica sul tweet di Chef Rubio sugli agenti uccisi a Trieste non assolve lo Stato dalle sue colpe. E in fondo lo “chef” tutti i torti stavolta non li ha

Gli agenti Pierluigi Rotta e Matteo Demenego hanno perso la vita il 5 ottobre scorso dopo una sparatoria avvenuta nella Questura di Trieste; a esplodere due colpi è stato Alejandro Augusto Stephan Meran, ventinovenne dominicano sedicente affetto da disagi e scompensi psichico, peraltro non confermati dagli inquirenti e dal Gip. L’uomo era stato fermato perché ritenuto responsabile di una rapina avvenuta in mattinata con sottrazione di un motociclo.
L’episodio, come immaginabile, ha acceso l’attenzione dei media suscitando molta polemica, non ultima quella per un intervento di Chef Rubio, al secolo Gabriele Rubini ex rugbista, personaggio televisivo e cuoco italiano, noto in quest’ultima veste come conduttore di Unti e bisunti in onda dal 2013 su DMAX con lo pseudonimo di Chef Rubio.


Il tweet incriminato recita testualmente: «Inammissibile che un ladro riesca a disarmare un agente. Le colpe di questa ennesima tragedia evitabile risiedono nei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente. Io non mi sento sicuro in mano vostra».


A tali parole ha reagito con comprensibile rabbia il fratello di Matteo Demenego, uno dei poliziotti uccisi: «Chef Rubio sono il fratello del poliziotto impreparato! Beh, tieni sempre la guardia alta quando giri perché se colgo impreparato pure te fai la fine di mio fratello! Uomo di merda! Ti auguro di perdere un tuo caro! A presto!». Un post dettato dalla «rabbia» e dal «dolore», dirà poi, scusandosi.


E ad entrare nella polemica è anche Rita dalla Chiesa: “Allora, adesso basta con questa storia della mancanza di preparazione dei nostri ragazzi delle #Forze Dell’Ordine. @rubio_chef, se mai ti capiterà di essere minacciato pesantemente da qualcuno, difenditi da solo, visto che di loro non ti fidi. Vergognati per la tua immensa pochezza”. “Sapesse almeno cucinare…”, ha aggiunto in un tweet.

Il sindacato dei funzionari di polizia è intervenuto chiedendo il boicottaggio social di chef Rubio ma amettendo difetti di progettazione e tenuta delle fondine di ordinanza della Polizia.

Il punto
Ammettiamolo, Chef Rubio con le sue posizioni sinistre e pro migranti non ci è mai piaciuto, come i suoi piatti virtuali.
Ma stavolta il suo tweet è stato, inopportuno certamente, ma anche male interpretato: come non concordare sul fatto che la responsabilità della morte dei due servitori dello Stato non sia figlia dei vertici di un sistema stantio che manda a morire giovani impreparati fisicamente e psicologicamente.

Nemmeno io mi sento sicuro in mano ad uno Stato che manda a morire i suoi agenti e militi senza la dovuta, se non preparazione, sicuramente tutela.

Senza dettare regole di ingaggio che primariamente tutelino gli operatori della sicurezza, e poi, poi, le garanzie del fermato.

Uno Stato che vede un parlamentare, oggi sottosegretario, Scalfarotto, visitare due assassini non più di tre mesi fa, stracciandosi le vesti per una foto di un correo di omicidio di un Carabiniere, legato ad una sedia.
Magari avessero legato i due fratelli dominicani a Trieste. Quella tragedia non sarebbe successa.

Uno Stato che anche nei corsi di Pubblica Sicurezza e Ordine pubblico, abdica al politicamente corretto, prescrivendo “le manette solo in caso di “evidente e concreta pericolosità del soggetto”, anche se il “soggetto” è un fermato, come si dice in gergo. Le fascette di plastica, in uso a tutte le polizie del mondo, in Italia non trovano albergo, nelle bagarre delle manifestazioni violente degli antagonisti dei centri sociali di sinistra, plotoni di cameramen sono pronti a filmare ogni manganellata degli agenti e giudicarla alla moviola nel caldo delle aule di Tribunale, che nemmeno il Var della domenica sera.
Se i nostri Poliziotti e Carabinieri si addestrano a usare bene le armi, alla difesa personale, all’uso di nuove tecniche di immobilizzazione e “messa in sicurezza” sono fanatici e fascisti.  Ecome urlò una docente in Piazza, devono morire tutti. A sinistra è il pensiero di molti.

E allora no, Chef Rubio, non mi sento sicuro nemmeno io, con questo Stato, concordo con te, ma solo in parte, in quanto non la dici tutta,  non fai un mea culpa: a ben vedere il perché è da ricercare in gente che la pensa come te, che plaude ai delinquenti, ad una capitana tedesca che schiaccia una motovedetta della Guardia di Finanza contro un molo, per “salvare vite umane” e “rimanere umani”.

Salvare tutti, salvo uccidere con le parole agenti e chi porta un’uniforme ogni giorno per proteggerci.

www.facebook.com/adhocnewsitalia

www.adhocnews.it

www.youtube.com/adhoc

 

Exit mobile version