La pizzeria gourmet. Luogo mitologico e onirico

Per motivi del tutto indipendenti dalla mia volontà mi sono ritrovato in una pizzeria gourmet.

Pizzeria gourmet vuol dire che tu mangi una pizza margherita ma la paghi come se stessi comprando un rene di contrabbando.

Ma andiamo con ordine: mi accolgono camerieri dalla pelle liscia e pallidissimi. I camerieri delle pizzerie gourmet vengono cresciuti in appositi centri e fin dalla nascita devono imparare ingredienti tipo “crudo patanegra 1200 mesi”, “lievitazione naturale 100 anni” e “acqua pura di sorgente da un ghiacciaio del pleistocene”. Inoltre hanno la strana capacità di arrivarti alle spalle senza fare nessun rumore. Semplicemente compaiono con fare etereo e chiedono “i signori desiderano?”

Venite accompagnati al tavolo che è rigorosamente un pezzo unico scolpito da Michelangelo in persona quando aveva 10 minuti tra una cappella e l’altra. Le chiese intendo, non i membri.

Il menù

Il menu delle pizzerie gourmet è scritto in 15 lingue. Solitamente conta tipo 5 pizze al massimo, ma occupa 10 pagine perché ogni ingrediente è lunghissimo.

Non fate l’errore che ho fatto io! Non provate a chiedere una variazione sulla pizza! Non fatelo se ci tenete alla vita perché in quel caso interviene il pizzaiolo che vi dà due schiaffi gourmet. Giusto per farvi capire che la pizza è un equilibrio delicato di ingredienti e voi con la vostra modifica rovinate il sapore non solo della vostra pizza ma pure di quella dei tavoli vicini.

Poco conta se a voi un po’ di cotto avrebbe fatto un gran piacere, non ve lo metteranno e vi guarderanno malissimo per tutto il resto della serata. E facilmente sulla vostra pizza gourmet troverete uno sputo gourmet.

Alcune pizzerie vi faranno anche scegliere la farina e solitamente tra le scelte non c’è mai la farina 00 Barilla.

Spesso abbiamo:

Qualsiasi scelta facciate sappiate che solo la farina vi costa un migliaio di euro su per giù.

Le bevande

Anche col bere le cose non vanno meglio. Perché non è che tu puoi prenderti una coca cola ma al limite ti portano un equivalente italiano confezionato da frati trappisti che hanno fatto il voto di non scoreggiare e quindi il gas risparmiato dona una certa effervescenza alla bibita.

I tempi d’attesa sono spesso molto lunghi perché la pizza gourmet viene cotta su un geyser naturale che sfiata una volta ogni 12 anni. E se ti va di culo sfiata di lì a breve, altrimenti devi prenderti permesso in ufficio.
Poi ti arriva finalmente. Ed è anche buona, ti si scioglie in bocca e tutto è esattamente come deve essere ma un pensiero si fa largo nella tua testa: “Questa pizza è uguale a quella di Er Pummarola il pizzettaro che ti fa pagare una margherita 3 euro. E se vuoi puoi prendere una pizza e fartici aggiungere pure la forfora, nonostante già ce ne sia un po’, perché Er Pummarola ha i capelli grassi.”

Inoltre Er Pummarola prende gli ordini con un taccuino non con un tablet, e se la pizza che prendi è bella carica condisce il tuo ordine con un “mecojoni” d’ordinanza.

E tu sei lì che mangi la pizza gourmet con sottofondo di musica nuance, mentre da Er Pummarola saranno almeno almeno a Osteria numero 1000.

Il conto

Arriva il tanto temuto momento del conto. Nella pizzeria gourmet te lo portano in 4 perché c’è troppa carta e vedi che ti viene fatto pagare tutto, pure l’usura dello zerbino. E tu accendi un comodo finanziamento e calcoli che in soli 5 anni ti sei pagato quella marinara che loro chiamano “Pizza essenziale agli estratti di pomodoro, olio evo e sale dell’Himalaya”.

Nel frattempo Er Pummarola sta buttando 3 chili di carbonara urlando “questo giro lo offro io, stronzi” e tutti fanno il trenino.

dal web

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