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La guerra che arricchisce: finanza, interessi e il conflitto russo-ucraino

di Francesco Petrone
31 Dicembre 2025
In Esteri
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Guerra
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La guerra che arricchisce: finanza, interessi e il conflitto russo-ucraino

Qualcuno avrebbe un interesse concreto tanto da provocare una guerra come quella in corso fra la Russia e l’Ucraina e a adoperarsi affinché il conflitto si protragga senza una vera ragione, accampando unicamente retorici principi?

Sappiamo che, come spesso accade, intorno a cronici conflitti s’intrecciano immancabilmente enormi interessi, non solo strategici ma anche finanziari a causa di flussi di capitali che si muovono repentinamente da una parte ad un’altra come vedremo

Non si tratta di interessi di tipo geopolitico, quelli che interessano da sempre le Cancellerie. Oltre alla politica degli Stati si muove parallelamente anche la finanza che ha una diversa logica che è unicamente quella del profitto. Sono poteri di natura diversa da quella degli Stati ma con una forza di condizionamento anche mediatico talvolta superiore a quella degli stessi governi.

Con la profonda crisi che sta attraversando l’ istituzione dello Stato, frequentemente la finanza riesce a condizionare anche il comportamento delle classi politiche. Stiamo parlando di una galassia di interessi che coinvolge la finanza, le grandi banche internazionali, i fondi di investimento, le multinazionali

Le figure apicali di questi istituti vengono ricevuti dal potere politico con un atteggiamento quasi di subordinazione. Tornando al conflitto il cui teatro è  nell’ Europa orientale, sappiamo che da conflitto regionale si è trasformato in vera guerra a carattere globale a causa del massiccio intervento della NATO, gratuito perché l’Ucraina non fa parte né della NATO né dell’ UE.

Tornando indietro nel tempo, è bene ricordare che la presidenza americana, nella persona di George W. Bush era stata informata o meglio avvertita da Putin che la Russia non avrebbe potuto tollerare la fine della neutralità dell’ Ucraina. Questo Paese infatti era destinato, nei piani di Mosca e dell’ Europa dell’ epoca, a divenire uno Stato neutrale e funzionare da cuscinetto potendo avere liberi rapporti commerciali sia con l’ UE che con la Federazione Russa, un ponte fra Occidente e Oriente

Una condizione, se ci riflettiamo, privilegiata. La componente etnica, non ben definita, dello Stato garantiva questa posizione. Infatti, accanto ad abitanti di cultura ucraina, ne esistevano decine di milioni di lingua, cultura, religione e sentimenti russi da garantire l’equidistanza e l’equilibrio politico interno che rifletteva quello esterno. Sappiamo però che determinate amministrazioni statunitensi avevano ben altri progetti.

Lo si era compreso con la marcia inarrestabile verso est dell’ alleanza atlantica che era arrivata a raddoppiare i Paesi aderenti da 16 a 32. Infine si era voluto imporre a Mosca, nonostante la contrarietà, l’inclusione dell’ Ucraina nella NATO, facendo finta di ignorare che era il territorio in cui stazionava la più importante base navale russa in Crimea nel porto di Sebastopoli

A tal fine è stato programmato ed attuato dai servizi segreti, il golpe di Euromaidan a Kiev che avrebbe dovuto aprire la strada alle future basi militari americane a pochi chilometri da Mosca. Sappiamo che Obama era consapevole delle conseguenze, cioè il premio Nobel per la pace sapeva che stava provocando una guerra contro la Russia. Ci furono una serie di provocazioni per attirare la Russia in un conflitto per poi poter dire stancamente: “C’è un aggredito e un aggressore”.

Si comprende in tal modo quello che era apparso il rogo del tutto gratuito e inspiegabile alla Casa del sindacato che provocò una strage di cittadini russi a Odessa

Si comprenderebbe anche il massacro feroce, durato otto anni, di migliaia di abitanti, prevalentemente civili di ucraini di nazionalità russa del Donbass, utilizzando milizie di fanatici nazionalisti, spalleggiati dall’ esercito. Si comprende anche perché in quei otto anni, che precedettero l’ intervento russo, la NATO aveva preparato, in attesa del conflitto, un fronte fortificato, una Maginot ucraina ed aveva rifornito già le forze armate ucraine con armamenti e finanziamenti, dove agivano istruttori militari.

Possiamo affermare che esisteva una strategia politica per la creazione di un conflitto

Non vogliamo prendere in esame unicamente la strategia geopolitica di coloro che speravano in una vittoria. Cercheremo, invece, di fare un altro genere di conti per comprendere i molti interessi che questa guerra ha potuto muovere. Innanzitutto, il conflitto ha provocato la rottura delle relazioni commerciali fra il continente europeo e lo Stato euroasiatico. Il mercato russo è stato chiuso all’ Europa e il mercato europeo è stato chiuso alla Russia, queste manovre hanno provocato enormi spostamenti di capitali. Si sono succeduti decine di pacchetti di sanzioni e controsanzioni.

Il fiume di gas a prezzo politico attraverso il Nord stream 2 e che affluiva in Europa, alimentando le sue numerose industrie, è stato interrotto bruscamente, con un atto terroristico, in cui veri mandanti sono ancora in ombra

L’Ucraina inoltre interrompeva il flusso dei gasdotti che passavano sul suo territorio. L’ Europa che soffre a causa di grave carenza energetica è stata costretta a correre ai ripari. Le industrie europee per sopravvivere si sono rivolte a terzi. Questi terzi sono le multinazionali energetiche integrate, la ExxonMobil, Chevron, Shell, BP, Total Energies, Equinor Norvegia ed anche l’ Eni con azionisti importanti come BlackRock, Qatar Energy. Il gestore di capitali Blackrock è riuscito ad entrare negli affari che ruotano intorno a questo conflitto con il ruolo di gestore patrimoniale e consulente di investimento per la ricostruzione post-bellica.

I fondi vengono movimentati tramite l’Ukraine Development Fund (UDF). BlackRock si è inserito nei settori strategici come agricoltura e le preziose terre rare, Nella Gestione di Fondi per la ricostruzione con la Ukraine Development Fund fanno parte BlackRock che collabora con Kiev per attrarre capitali privati essendo intermediario e gestore

BlackRock è in grado di raccogliere enormi capitali, beneficiando della fuga di denaro verso asset considerati sicuri o redditizi durante i conflitti. Sempre BlackRock gestisce rischi con consulenza strategica relativa all’ incertezza economica legata ai conflitti. Da più parti si è parlato di grosse speculazioni e di profitto causato dalla guerra, essendo la società di investimenti risultato il “vero vincitore”.

La società sarebbe arrivata a questo successo attraverso la gestione di questi flussi di capitale e la promessa di enormi dividendi post-conflitto. L’ azione di BlackRock nei conflitti è prevalentemente finanziaria focalizzata sulla gestione dei capitali e di profitto legati alla ricostruzione.

Corrono voci, non sappiamo quanto attendibili, che ci siano grossi interessi per fare durare il conflitto e procrastinare la fine per più tempo possibile perché sarebbero coinvolte società di gestione patrimoniale e banche che si sarebbero esposte anche coi debiti degli Stati

Tutto questo senza considerare gli interessi delle multinazionali di armi prevalentemente statunitensi e in proporzione minore tedesche. Vogliamo ricordare che l’ attuale Cancelliere tedesco, il più bellicista, Friedrich Merz, legato alla CDU, è stato un dirigente proprio della BlackRock tedesca e lo era anche a guerra in corso.

Su questo legame ci furono delle perplessità tanto dettero vita ad un dibattito sul presunto legame ideologico con la società statunitense e il politico tedesco. Vogliamo ricordare che, come ha detto il professor Lucio Caracciolo, ripetere in modo ossessivo che occorre solo una pace giusta potrebbe trasformarsi in  “fine guerra mai”.

Una guerra in cui sembra che stiamo entrando come sonnambuli

Concludendo, questa inutile e gratuita guerra non è nemmeno stata strumentale agli interessi strategici degli Stati Uniti che bruscamente se ne sono tirati fuori. Ha letteralmente distrutto l’ Ucraina la quale tra profughi, emigrati, caduti e territori perduti ha dimezzato la popolazione, ha subito la distruzione delle sue infrastrutture, e fallito come Stato ed è nelle mani di oligarchi corrotti, speculatori internazionali, pescicani che la spolpano come fosse la carcassa di un cadavere.

L’ Europa ha sacrificato le sue risorse e la sua industria è entrata in crisi a causa del costo eccessivo dell’ energia

Anche la Russia che prometteva di essere un grande mercato in espansione per i nostri prodotti, ha subìto costi enormi per la guerra e le sanzioni e si è rivolta al mercato asiatico. Gli Stati interessati di sono impoveriti ma altri personaggi si sono arricchiti come non mai.

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Tags: GUERRAGUERRA RUSSO-UCRAINAIN EVIDENZAUSAVON DER LEYEN
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