La grande contraddizione: pace fuori e guerra interna

La grande contraddizione: pace fuori e guerra interna

Gaza, dilaniata da mesi di guerra, non si salva con un gesto simbolico che forza confini, ignora trattative internazionali e si inserisce in un quadro già estremamente delicato.

Il governo Meloni ha attivato da mesi canali umanitari efficaci, lavorando con organizzazioni internazionali per far arrivare aiuti reali alla popolazione civile palestinese

Non a parole, ma nei fatti: con il trasporto in Italia di bambini feriti per ricevere cure, con invii di beni di prima necessità, con missioni coordinate, sicure, rispettose delle regole internazionali. L’Italia è stata tra i primi paesi europei a impegnarsi concretamente, con serietà e senso di responsabilità. È proprio questo che dovrebbe unire tutte le forze politiche: la volontà di aiutare.

Invece, l’opposizione sceglie di usare la Flotilla come clava politica

Strumentalizza un’iniziativa controversa e la trasforma in occasione di attacco al governo, alzando la voce con richieste martellanti di aiuti, protezione, risposte diplomatiche, accusando l’esecutivo di non fare abbastanza, quando i fatti dicono il contrario. Questo comportamento, però, non solo è disonesto, ma rischia di peggiorare la situazione sia fuori che dentro i nostri confini.

Perché mentre si alzano i toni, mentre si invoca lo sciopero nazionale, mentre si soffia sul fuoco dell’indignazione, si alimenta in Italia un clima di tensione sempre più pericoloso.

In molte piazze italiane, le manifestazioni in solidarietà con la Palestina si trasformano spesso in momenti di scontro

E qui emerge la grande contraddizione. Come si può, da un lato, chiedere allo Stato di essere garante di pace, di ordine, di diritti, e dall’altro tollerare – se non addirittura giustificare – comportamenti violenti contro le forze dell’ordine, insulti, lancio di oggetti, aggressioni?

Come si può pretendere che lo Stato intervenga per salvare, per proteggere, quando i primi a essere colpiti sono proprio gli uomini e le donne chiamati a difenderci?

Quello che ci si aspetta da una vera opposizione, responsabile e matura, è che sia capace di tenere la barra dritta non solo quando fa comodo, ma sempre.

Se davvero la pace è ciò che si vuole, allora bisogna chiederla in ogni forma: anche nel modo in cui si manifesta, anche nel rispetto delle regole, anche nella tutela di chi mi indossa una divisa e rischia la vita ogni giorno per mantenere l’ordine.

Non si può invocare la legalità fuori dai confini e calpestarla dentro casa

Non si può dire di voler aiutare e, allo stesso tempo, creare il caos.

Il governo Meloni, in questa fase, sta portando avanti un lavoro complesso. L’opposizione, invece, in nome di un dissenso accecato da polemica, contribuisce a creare instabilità, confusione, divisione.

E se c’è una cosa che in questo momento non serve né a Gaza né all’Italia, è proprio un’opposizione che alimenta la rabbia invece di proporre soluzioni, che urla invece di costruire, che soffia sul conflitto mentre finge di parlare di pace.

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