La fine dell’egemonia del capitano

Salvini non è più un leader indiscusso

La fine dell’egemonia del capitano. Bisogna guardare in faccia la realtà, la Lega Salvini Premier è stata, differentemente dalla tradizione della Lega di bossiana memoria, un partito privo di congressi. Per tre anni praticamente non ne ha effettuati. Adesso che sono ricominciati, la leadership indiscussa di Salvini e’ messa fortemente in discussione.

Una Lega spaccata

Dopo la cocente sconfitta di Bergamo, Matteo Salvini ha incassato una sconfitta anche a Brescia. Mentre a Varese Si è salvato, ma per soli 12 minuti. Non è in minoranza nel partito. Non è bastato per ora, il comitato del nord di Umberto Bossi, per scalzarlo. È però anche vero che, alla fine della fiera, Matteo Salvini si trova in grave difficoltà nei sondaggi e con un’opposizione interna attestata al 50%. ,peggio andranno le cose in futuro, più quell’operazione ha prospettiva di crescere.

I sondaggi non sembrano sorridere all’ex ministro degli interni, titolare attuale delle infrastrutture, che oggi si trova a rincorrere addirittura il terzo Polo.

Il leader mutilato

Il vero problema per Salvini risiede nel fatto che, la sua leadership carismatica, era abituata ai plebisciti. Sfiduciava chiunque ad attaccarlo perché era troppo forte, troppo granitica, troppo voluta dalla militanza. L’uomo che aveva portato la Lega  al risultato straordinario delle elezioni europee, quello che nell’immaginario collettivo guida il Partito dove non vi può esistere dissenso . Dove il nome stesso del partito coincide con quello del leader. Criticare il leader un tempo era criticare il partito.

Ora non è più così. Una leadership come quella di Matteo Salvini non regge su un esigua maggioranza. Ha bisogno del consenso fideistico dei militanti .Di numeri bulgari ai congressi. Anche e soprattutto perché come l’uomo politico dimostra molti limiti, in special modo dal punto di vista della preparazione.

Il problema è la Padania

La Lega Nazionale, nel Centro al Sud è un prodotto della segreteria di Matteo Salvini. Lì non c’è una struttura, una militanza storica ed un’opposizione coordinata.

Dunque al centro sud non ci può essere  una resistenza al segretario, Il problema è dove la Lega è stata sempre storicamente radicata. Dove esiste una classe dirigente di amministratori locali  importante. Quella parte che la Lega una volta chiamava Padania.

Al Nord una Lega trainante è diventata complementare a Fratelli d’Italia, ma in molte regioni anche in rincorsa rispetto al partito democratico ed al Movimento Cinque Stelle . La Lega in Veneto era al 47% prima dei commissariamenti di Salvini, attualmente è al 14%. Dunque  è la Padania che si sta ribellando, nell’elettorato e nei congressi.

Se il vento del Nord in Lega soffia troppo forte, non si mette bene per il segretario che si trova controvento.

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