La fiamma tricolore non offende nessuno

Iniquo la richiesta di rimozione per avere il patentino di democratici

La fiamma tricolore non offende nessuno. Non è un simbolo legato alla repressione di libertà. Perché non è il simbolo di un regime. Sì è il simbolo del Movimento Sociale Italiano. Ma si parla di un partito che ha fatto parte di tutti i parlamenti della Repubblica, salvo  dell’assemblea costituente.

Il MSI era un partito legittimo

Il Movimento Sociale Italiano, poi  evoluto in Alleanza Nazionale, ha fatto parte delle assemblee elettive ad ogni livello di questa Repubblica. Ha sostenuto il governo Tambroni, anche se da esterno. Ha contribuito ad eleggere Presidenti della Repubblica. E dopo il passaggio di AN è diventato un partito di governo.

Ma il punto fondamentale è che le istituzioni repubblicane lo hanno accettato. Consentendogli di aprire sedi, di fare iscritti, di partecipare alle libere elezioni. Ed il Movimento Sociale ha agito nell’ambito delle regole democratiche della Repubblica. Operando da normale partito politico italiano.

Nessun regime rappresentato

È probabilmente giusto indignarsi laddove si utilizzi il simbolo di un regime dittatoriale. Semplicemente perché un regime di quel tipo,corrisponde ad una soppressione della libertà politiche individuali. Ad una limitazione, se non alla totale eliminazione, del dissenso e della possibilità del corpo elettorale di mutare il governo.

Ma la fiamma tricolore non era il simbolo del regime fascista. Quindi non regge assolutamente il paragone con chi dice che la sinistra avrebbe fatto un bagno purificatore, perché ha rimosso la falce e il martello. Perché la falce ed il martello simboleggiavano un regime. Una visione assolutistica delle istituzioni. Per la quale non vale neanche la difesa secondo la quale, il Partito Comunista Italiano non ha instaurato una dittatura in questo paese. Innanzitutto al governo il PCI non ci è andato. E poi comunque la difesa di un regime è sbagliata lo stesso.

Proviamo a pensare ad un partito che si richiamasse apertamente al  fascismo. Anche in un paese dove il fascismo non c’è mai stato come ad esempio le Seychelles. Sarebbe più accettabile il richiamo a quell’ideologia semplicemente perché in quel paese non c’è mai stato quel regime?

I legami con un regime

Il Partito Comunista Italiano volava a Mosca. Aveva rapporti chiarissimi con un regime antitetico al mondo Libero. Viene oggi ancora vantata la figura di Palmiro Togliatti, che era un funzionario sicuramente non privo di dinamismo e qualità politiche, ma perfettamente formato a Mosca. È ancora famoso e scottante l’atteggiamento di Enrico Berlinguer sulla Nato.

Il Partito Comunista Italiano, quando è evoluto prima nel Partito Democratico della sinistra, successivamente nei DS e poi nel Partito Democratico, ha fatto una necessaria bonifica di simboli che richiamavano regimi dittatoriali ed illiberali.

Che possa risultare non conforme alle proprie idee la Fiamma Tricolore del Movimento Sociale Italiano è certamente legittimo. Ma Giorgio Almirante come segretario di partito non ebbe mai rapporti con regimi nemici dell’Occidente Democratico.

Si ricordi l’imbarazzante posizione dei comunisti italiani sulla feroce repressione ungherese.

Un condanna ambigua del terrorismo

Ci dimentichiamo forse che, con tutti i difetti che si possono attribuire a una simile posizione, il Movimento Sociale Italiano chiese la pena di morte per i terroristi. Mentre invece ci fu una posizione estremamente ambigua, soprattutto dopo gli anni di piombo da parte della sinistra.

Vogliamo dimenticare la quasi santificazione di Adriano Sofri? Vogliamo ricordare che il Partito Radicale, del quale fa parte la signora Bonino, ha permesso l’elezione di Sergio D’Elia noto esponente della lotta armata alla camera dei deputati?

E poi parliamo di atlantismo

Se poi parliamo di filoantismo ci rendiamo veramente conto che siamo al paradosso più grande. Che la vita e la storia hanno più fantasia del più grande dei romanzieri.

Il Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante sicuramente non contestò mai l’adesione dell’Italia alla Nato. Ne fu addirittura un convinto sostenitore. Perfino l’opposizione interna al partito, quella di Pino Rauti, una volta giunta alla segreteria appoggiò apertamente l’intervento americano in Iraq.

Differente è la posizione di una sinistra che sicuramente si comporta da filoatlantica. Poi  però si contraddice alleandosi con frange estreme da sempre ostili all’alleanza.

La patente morale

Questo è il solito gioco della sinistra democratica, che vuole dare il patentino di democratico o inaccettabile in democrazia a tutti. E ciò coadiuvata dal fatto che è riuscita a stabilire un’egemonia culturale tra giornalisti compiacenti e case editrici foraggiate.

Un patentino che non avrebbe la posizione morale e giuridica per dare. Visto che a fondamento della democrazia starebbe la vicendevole accettazione di chiunque accetti le regole del gioco democratico.

Ma come al solito chi meno di tutti potrebbe mettersi in cattedra, sale sul pulpito.

 

 

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