La crisi di Forza Italia e Lega

I sondaggi evidenziano uno scenario inaspettato

La crisi di Forza Italia e Lega. Se si guarda con attenzione, alle varie analisi degli istituti di sondaggi negli ultimi giorni, si nota un dato interessante. Non quello di chi è o meno in vantaggio. Questa è una delle campagne elettorali, peggio giocate della storia da parte del centro sinistra. La partita non è tanto interessante sull’esito finale. Quanto sul destino dei singoli partiti.

La rivelazione stupefacente

Il terzo Polo sta avendo un lieve rialzo, mentre il Movimento Cinque Stelle un rialzo più consistente. E questo può avere una spiegazione abbastanza semplice.

L’apprezzamento verso questi due soggetti, corrisponde a stime a ribasso per altri due soggetti, che controbilanciano la cosa. Soprattutto soggetti che hanno l’ambizione di coprire un’area.

I moderati non vedono in Silvio Berlusconi, quello che potrebbe traghettarli verso il futuro. Non perché il terzo Polo rappresenta una scommessa più solida. Ma proprio perché Berlusconi, non riesce a convincere di aver creato un soggetto che gli sopravviverà. E l’anagrafe lo sta penalizzando, come la difficoltà a rappresentare una prospettiva, diversa da ciò che già è stato. Sembra in questo momento un grande calciatore, che ha voluto rimanere sul campo troppo a lungo. E riesce a portare in campo solo il ricordo  sbiadito di un grande campione.

La minestra riscaldata

D’altro canto Matteo Salvini, appare come un minestra riscaldata. Un personaggio che continua ad andare avanti con gli stessi slogan, di quando era in auge. Il suo protagonismo gli impedisce di gestire, in maniera più equilibrata, una fase di basso consenso.

La nostalgia di quelle folle oceaniche, lo portano a sperare di poterle riconquistare con una line offensivista. È stato fortemente in sofferenza nei mesi del governo Draghi, quando dovette di fatto scendere a patti con quei poteri forti che sbandierava di combattere. Paradossalmente sembra più credibile di lui un Conte che ha ripreso una linea fortemente movimentista, davanti a un partito democratico troppo impegnato a non perdere i consensi al centro, per conquistarne a sinistra.

C’è però da valutare un fatto non secondario. Mentre il berlusconismo potrebbe, per quel che ne rimane, continuare a restare in una nicchia di consenso stabile, dove nessuno riesce a mettere in discussione la leadership di Berlusconi,anche con un pessimo risultato elettorale. Non è così per Matteo Salvini.

Se stavolta Salvini arriverà addirittura quarto alle elezioni, non gli sarà più facile giustificarsi agli occhi del  proprio elettorato e la sua posizione sarà molto più debole internamente al partito.

Si potrebbe aprire quel regolamento di conti,per troppo tempo rimandato, ma che in molti nella Lega aspettano.

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