La crescita dei BRICS, dal primo gennaio cinque nuovi Paesi?

Ricatto

La crescita dei BRICS, dal primo gennaio cinque nuovi Paesi?

Da oggi il mondo, rispetto a decenni fa, risulta ancora più spaccato. Sono entrati nell’alleanza degli “emergenti” altri 5 Paesi. Dal primo gennaio 2024 infatti Egitto, Emirati Arabi Uniti, Iran, Etiopia e Arabia Saudita fanno parte del blocco Brics.

Già ad agosto scorso in Sudafrica, i leaders dei Paesi avevano comunicato i nuovi ingressi

Dovevano essere 6, ma l’Argentina, complici le recenti elezioni, ha revocato la sua integrazione. Nonostante il diniego del paese sudamericano, i Brics ormai comprendono il 36% del Pil globale e il 47% della popolazione del pianeta. E sono in progressiva crescita. La loro missione, nenche troppo velata, è quella di sostituirsi sempre più alle potenze occidentali e alla potenza del dollaro.
Ma a diversità del blocco Nato, i Paesi che fanno parte dei Brics sono estremamente eterogenei e con strutture politiche generalmente non democratiche.

E questo fa paura

Tuttavia sono Paesi rilevanti dal punto di vista economico, finanziario, commerciale, democratico e politico. Basti pensare agli immensi giacimenti petroliferi dell’Arabia Saudita e degli Emirati Arabi, oppure all’importanza dell’Egitto per la gestione del canale di Suez, centro nodale per il traffico marittimo fra Mediterraneo e Oceano Indiano.

Il blocco delle economie emergenti, fondato a inizio secolo da Brasile, Russia, India e Cina, quindi si allarga. L’intento è sfidare l’intero ordine in essere sin dalla fine della seconda guerra mondiale. L’incontro di Johannesubrg nell’agosto scorso è servito per creare le “regole di ingaggio” per i nuovi Paesi che bussavano alla porta dei Brics. Un’armata di 23 Paesi, dall’Algeria all’Indonesia, dal Bangladesh al Messico, che premevano per entrare nella nuova alleanza.Non tutti sono stati meritevoli di accedere al “Grande Brics”. Soltanto 11 nazioni sono state ammesse ad accedere al gruppone.

I loro requisiti base di preferenza sono stati la crescita economica, la stabilità politica e la crescita demografica

Al centro dell’espansione dei Brics, il cui termine è stato coniato nel 2003 da Goldam Sachs, vi è la Cina. Il vasto Paese asiatico ha da qualche decennio a questa parte la forte di volontà di competere al pari con gli Stati Uniti. Diventa necessario per Xi Jinping procedere il più celermente possibile a far diventare il gruppo forte e potente. Per questo diventano rilevanti le nuove adesioni.

E la crescita del gruppo si sta dimostrando assai rapida. I Brics hanno a disposizione ampie superfici di territorio e abbondano di risorse naturali. Hanno popolazioni “giovani” e possono contare su un abbondante forza lavoro. Hanno costi di produzione bassi, possono produrre a basso costo e immettere nel mercato beni a basso prezzo. Hanno infine come detto un gran numero di abitanti, molti dei quali devono progressivamente acquistare beni e servizi.

Ciò consente di avere un mercato all’interno dell’alleanza vasto e rilevante

Tuttavia l’estrema eterogeneità dei Paesi, con diverse lingue, religioni, modi di vivere, livello di istruzione, tradizioni, potrebbe avere l’effetto di una enorme “torre di Babele”. E non portare a lungo termine a nessuno dei progetti imbastiti all’incontro di Johannesburg. Progetti tanti e ambiziosi come la moneta unica e la Banca Centrale Mondiale dei Brics, che se non ben gestiti e organizzati potrebbero fallire.

C’è inoltre da sottolineare che il blocco Nato, con a capo indiscusso gli Stati Uniti, non si configura solo come un’alleanza di tipo commerciale, ma anche e soprattutto militare

Questa non è una differenziazione di poco conto. L’alleanza Brics è solo di natura commerciale, finanziaria, geopolitica e al momento assolutamente non militare. Tuttavia il rischio è che una progressiva espansione in territori Brics della Nato potrebbe portare a procedere a un rafforzamento del fronte Brics. Creando quindi una pericolosa divisione fra i due diversi blocchi.

Dopo il conflitto con l’Ucraina la Russia è stata esclusa, mentre la Cina sta continuando ad essere invitata e a frequentare le sedute internazionali mondiali come il G7 o il G20. L’ultimo G20 si è tenuto non a caso per la prima volta in India, a Nuova Delhi.

Nel 2024 lo stesso G20 sarà presieduto dal Brasile

Segno della modifica dei tempi e della necessità di ricompattare l’accordo fra Paesi emergenti e fronte occidentale. Le diplomazie sono costantemente a lavoro.
Quindi, se i Brics al momento non prevedono un’unione di tipo militare, stanno comunque tessendo trame per un eventuale sostegno, che all’occorrenza, che potrebbe diventare anche di quel genere. Ciò preoccupa non poco.

L’Iran è da sempre ostile agli Stati Uniti

Per molti è il “deus ex machina” della guerra in Medioriente, primo finanziatore dei nemici dello Stato di Israele. Ed è preoccupante che proprio il Paese persiano sia entrato a far parte dal primo di gennaio 2024 nei Brics.Con l’Egitto, anche questo neo-entrato a inizio 2024, gli Stati Uniti ritenevano di avere trovato un possibile alleato per affrontare i problemi del Medioriente. Tuttavia i profondi, recenti, disaccordi con il Paese africano per le costanti e ripetute violazioni dei diritti umani verso prigionieri politici hanno avuto per effetto un allontanamento diplomatico fra i due Paesi. I rapporti fra Egitto e Usa non sono mai stati facili, tuttavia neanche impossibili.

Più sorprendente invece la scelta dell’Arabia Saudita di accedere al gruppo Brics

Le relazioni con gli Stati Uniti affondano le radici fin dagli anni ’30. I rapporti commerciali e politici fra i due Paesi sono sempre stati forti, anche se non sempre lineari. Comunque la Casa Bianca ha sempre ritenuto l’Arabia Saudita un valido alleato e avuto scambi commerciali molto collaborativi. Ciò consentiva agli Stati Uniti di avere una influenza indiretta anche verso un altro grande Paese asiatico attualmente in forte espansione, il Pakistan. Molti analisti politici internazionali ritengono che nello scacchiere internazionale sia importante ritornare in buone relazioni con Re Salman.

Sorprendentemente ha rifiutato invece di entrare definitivamente nei Brics l’Argentina

Quello sudamericano sarebbe dovuto essere il sesto dei Paesi ad entrare dal primo gennaio nel gruppone degli emergenti. Le recenti elezioni, che hanno visto Milei vincente, hanno fatto ritenere non opportuno l’ingresso nell’alleanza Brics. Per molti si tratta di uno schiaffo verso Putin e Xi Jinping, in quanto a ottobre scorso con il precedente esecutivo, l’Argentina aveva invece annunciato l’ingresso nei Brics a inizio 2024. Un piccolo segnale di scricchiolio del nuovo blocco, che in ogni caso procede spedito verso una crescita che – se ben strutturata e unita – potrebbe dare non pochi grattacapi all’altra parte del globo.

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