Kissinger e la sua analisi, perfetta, dell’Ucraina

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Henry Kissinger – Sicuramente un giovane sa correre più velocemente. Ma saper correre più velocemente non vuol dire conoscere la direzione esatta. Un anziano è sicuramente più lento, ma l’esperienza dovrebbe giocare in suo favore per battere il sentiero giusto.

Certo non sempre avere i capelli bianchi è sinonimo di saggezza. In fondo ogni regola ha la sua eccezione. Joe Biden dimostra di essere la più autorevole eccezione del secolo in questo senso.

Però se il buon vecchio guru della politica estera internazionale americana l’ex segretario di Stato Henry Kissinger, fosse stato ascoltato sull’Ucraina, sicuramente alcune cose sarebbero potute andare meglio.

È storicamente un precursore dei tempi, già nel 2014 aveva scritto articolo di grande interesse sul Washington Post, suggerendo una soluzione per l’Ucraina. A leggerlo oggi, di un’estrema lucidità.

Kissinger sosteneva la possibilità di adesione all’Unione Europea da parte dell’Ucraina, precludendo però l’adesione di quest’ultima alla Nato.

L’Ucrania come la Finlandia

In fondo la sovrastruttura Europea, non rappresentava una vera e propria minaccia per la Russia dal punto di vista difensivo. L’adesione dell’Ucraina avrebbe allargato i rapporti dell’Unione ad est, ma non spaventato i russi. Kissinger proponeva di suggellare il tutto con una politica estera ucraina basata sul principio della “finlandesisizzazione” del paese.

Ossia una politica estera di Kiev basata sulla vicinanza all’occidente, senza però fare alcuna mossa che possa preoccupare o indispettire la Russia.

L’analisi di Kissinger approfondiva anche sulla complessa composizione etnica del Ucraina. Prendendo le distanze dagli errori occidentali di portare avanti le tensioni, ed auspicando che potesse diventare un ponte di dialogo tra Occidente ed Oriente.

Non si può dire che non si tratti di un’analisi lungimirante, quella di colui che fu l’uomo di fiducia di Richard Nixon per la politica estera.

È interessante un’intervista della nota modella Ucraina Dasha Dereviankina, che chiede di fermare il conflitto con una soluzione diplomatica, evitando di armare i civili. Secondo la Dereviankina, che ormai vive in Italia da oltre due anni ed è cresciuta nella regione contesa del Donbass, la strategia di Zelensky porterà all’inutile massacro di molti civili ed al protrarsi di un conflitto inutile.

C’è anche una critica al presidente ucraino definito un eroe da spettacolo, nonostante la vicinanza alla causa del suo paese.

Ieri la stessa Unione Europea ha frenato sull’adesione dell’Ucraina

È probabile che tutti stiano guardando in faccia la realtà: ossia che l’Ucraina non può andare avanti ancora a lungo e che il protrarsi del conflitto le costerebbe distruzioni e morti in proporzioni inaccettabili.

Un’occidente che ha in larga parte le mani legate, deve ascoltate il monito di uno dei più grandi fautori della grandezza occidentale. Kissinger, l’uomo che gettato le basi per la vittoria della guerra fredda, distendendo con la Cina e dividendola dalla Russia.

Lo stesso uomo che avvertiva sul pericolo del vuoto di potere che si creava nel dissolvimento dell’Unione Sovietica. Lo stesso uomo che aveva suggerito di non spingerci troppo ad est con l’alleanza Atlantica, per evitare di creare una nuova contrapposizione. Uomo lungimirante.

La sua voce oggi potrebbe essere ancora una volta l’indicazione giusta per uscire dal pantano.

 

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