La Juventus li segnala, la Procura li arresta: 12 ultras juventini in manette per associazione a delinquere

Torino – La Juventus e il tifo legato alla ‘ndrangheta, questa volta gli ultras sono finiti in manette per associazione a delinquere, estorsione aggravata, autoriciclaggio e violenza privata. Queste sono le imputazioni a carico di 12 esponenti del tifo bianconero: un’indagine della Questura di Torino, durata più di un anno, ha portato questa mattina all’alba all’arresto dei capi di alcuni gruppi storici della curva juventina.

Drughi, Nucleo 1985, Vikings, Tradizione-Antichi Valori, Quelli di Via Filadelfia. Sono i Juventus Club più interessati nella brutta storia di ‘ndrangheta partita proprio grazie ad una segnalazione della Juventus.

Il tutto nasce alla fine del campionato 2017/18 quando la società bianconera, dopo aver deciso di eliminare alcuni privilegi a favore dei club sopra citati, questi avrebbero deciso di applicare delle vere e proprie estorsioni al fine di ristabilire i privilegi.

 

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Fra gli arrestati c’è uno dei pezzi più grossi del tifo juventino, tale Dino Mocciola, capo storico dei Drughi e persona nota alla cronaca nera per aver assassinato un carabiniere nel corso di una rapina negli anni ’90, e per essere considerato vicino agli ambienti della ‘ndrangheta. 

Nella giornata di oggi sono previsti altri arresti in tutta Italia, specialmente per alcune biglietterie sparse sul territorio nazionale che fornivano biglietti ai Drughi in maniera non propriamente lecita.

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