IO STO CON FRANCESCA TOTOLO
Scontro frontale fra Francesca Totolo, giornalista di destra e Antonella Bundu candidata alla Presidenza della Regione Toscana in tema di razzismo.
La Bundu partecipando a un’iniziativa con alcune intellettuali nere ha attaccato frontalmente quello che lei chiama il sistema della bianchezza promettendo di smantellarla (qualunque cosa ciò voglia dire)
Un sistema che, per la candidata di Toscana Rossa, determina una forma di centralizzazione gerarchizzata della società, con potenti ricadute sociali e politiche contro chi bianco non è. La Bundu sostiene che riconoscere il privilegio connesso alla bianchezza non va solo riconosciuto, ma anche combattuto e disarticolato. Come? Non si sa.
Ma tant’è
Queste parole provocano una risposta netta della Totolo la quale,su X, parla apertamente di un progetto che, ben lungi dal voler combattere il razzismo, mira a destrutturate la nostra società e i suoi valori attraverso il ricorso alle teorie ormai tipiche del progressismo: il woke e la contrapposizione etnica che va a colpire il maschio bianco eterosessuale.
La Bundu risponde – sempre sui social – con una immagine ironica in cui propone di insegnare a mangiare le banane a coloro che gliele hanno virtualmente lanciate addosso
Questa in sintesi la vicenda.
Due sono i punti che emergono chiaramente da questa contrapposizione: la prima è la tifoseria social dei commentatori che da ambo le parti ha dato il peggio di sé. Da una parte la Totolo è stata investita da una letterale shit storm con le accuse consuete di razzismo Fascismo e varie litanie analoghe.
Dall’altra parte, la Bundu è stata investita di insulti razzisti che la destinataria ha imputato (a mio giudizio, erroneamente), alla giornalista
Premesso che il razzismo fa schifo e altrettanto premesso che per chi scrive la Bundu è pienamente italiana, sono assolutamente persuaso che la Totolo non sia affatto razzista né tantomeno possa essere ritenuta responsabile di opinioni altrui (per quanto oscene esse siano).
Non amo fare digressioni personali in queste sedi, per ovvi motivi, ma per questa volta farò un’eccezione. Io penso di essere pienamente e orgogliosamente italiano nonostante origini straniere. E orgogliosamente di destra, mi sia consentito dire. Amo l’Italia, e credo che la Patria, oltre a chi ne detiene la cittadinanza, sia di chi la ama e la serve
E cio’ non dipende dal colore della pelle. Se questo fosse il parametro, di tanti italiani per nascita si potrebbe invocare la perdita della cittadinanza stessa, visto l’ostilità per la nostra Nazione più volte vilipesa da atti, fatti e parole da gente bianchissima.
E credo verosimilmente che Francesca Totolo, da patriota, sia d’accordo con me.
Accertato dunque che il tema non è epidermico – e veniamo al secondo punto – la questione è tutta politica.
Ci sono due visioni del mondo che si scontrano
Da un lato c’è una visione che imputa all’essere bianco la costruzione di un sistema di oppressione. È la stessa visione marxista che in questo caso sostituisce il conflitto tra classi con quello fra etnie. Sembra quasi di udire l’eco del pensiero del Nazionalismo nero che da Malcolm X giunge a Carmicheal e le sue Black Panther. Una visione che negli anni 60 era identificata con un progetto di segregazione al contrario per l’indipendenza nera.
Oggi, in linea con la vulgata progressista, si attribuisce la responsabilità dei problemi dei “non bianchi” ai bianchi, colpevoli in quanto tali, in modo collettivo e senza alcuna possibilità di redenzione
Coerentemente la Bundu sostiene che la bianchezza va smantellata perché è lì che trova la radice di ogni male. Il bianco come capro espiatorio ideale di un mondo complesso è, come detto, una tradizione che ha origini lontane ma che in questo trentennio ha trovato completamento con un progetto di destrutturazione della civiltà occidentale (si pensi alla cancel culture).
Lo dicono intellettuali “fascisti”? No. Lo dice Federico Rampini , intellettuale e giornalista di sinistra.
A mio avviso, la Totolo ha solo fatto rilevare questo. Si è mossa nel solco di un ragionamento fatto anche da altri Senza che sia conseguita alcuna polemica Nulla più nulla meno.
Francesca Totolo è razzista per questo?
Io credo di no.
La critica è politica e affonda la lama nel burro dell’ipocrisia della ideologia woke di cui la Bundu si fa in qualche modo portatrice.
Cosi come la Bundu non merita insulti razzisti (vergognosi !!l), certamente
la Totolo non merita la gogna per le sue idee. La “colpa” della Totolo è quella di denunciare il retropensiero che giace dietro le esternazioni sullo smantellamento della bianchezza. È il mettere a nudo la pochezza intellettuale di teorie che agganciano sistemi più o meno oppressivi (Sic!) al colore della pelle. È il contestare la semplificazione ideologica che la sinistra compie da anni ormai per assuefarci a una visione finto-buonista che mira a cancellare l’identità nazionale in favore di una società massificata e omologata secondo una visione totalitaria in cui le differenze sono percepite come un ostacolo.
Ora, se queste sono le visioni in campo, io rimango agganciato a una visione liberale per cui l’individuo va giudicato per meriti e virtù e non per il colore della pelle, bianco o nero che sia.
Per questo, non ho dubbi. Fra Bundu e Totolo, sto con la Totolo.
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