Instagram. Lo specchio del vuoto. E basta

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A cosa serve Instagram? Negli ultimi giorni ho viaggiato a lungo sul treno, per lavoro. E ho ammazzato un po’ di tempo navigando su Instagram. La parola “Insta” credo stia per l’inglese “instant”, riferito alla macchina fotografica che registra gli istanti, e “gram” per l’abbreviazione di “telegram” (telegramma).

Quindi possiamo identificare Instagram con fotografie telegrammate, e perciò recapitate immediatamente.

Abbiamo la fortuna che i cellulari oggi sono macchine fotografiche a tutti gli effetti che ci accompagnano giorno e notte dove andiamo. Che strumento eccezionale per raccontare il mondo che ci circonda! E invece cosa troviamo per lo più su Instagram?

Tette, culi, gambe. Tutti uguali di splendide donne tutte uguali, come si trovano sui siti delle call girls. Poi esperimenti idioti come quello di far cadere in piedi la bottiglia gettata in aria; balletti tutti uguali e con lo stesso motivetto che scatena in ragazzi e i non ragazzi a copiarsi senza differenza alcuna (physically fit, ad esempio).

E tanti, ma tanti brindisi con superalcolici, come se bere fosse un segno di distinzione. In verità tutte queste foto intendono essere segni di distinzione di gruppi di persone che, tristemente però, sono tutti indistinguibilmente uguali.

 

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