Indagine rivela: algoritmo Instagram mostra prima le foto di persone nude

Un'indagine esclusiva condotta da Algorithm Watch sta facendo parecchio parlare di sé

Indagine

Indagine rivela: Instagram predilige… il nudo. Un’indagine esclusiva condotta da Algorithm Watch che sta facendo parecchio parlare di sé rivela che Instagram darebbe priorità alle foto di uomini e donne poco vestiti,“plasmando” così il comportamento dei creatori di contenuti e la visione del mondo di 140 milioni di europei. D’altronde i social ci hanno abituati a questo, la gente crede di condurre il gioco ma è il banco a vincere sempre.

L’indagine di Algorithm Watch

Rispetto ai social esiste un pericoloso vuoto normativo in Europa. Per capire a quali immagini Instagram dà precedenza, la Rete europea di giornalismo dei dati e Algorithm Watch hanno chiesto a 26 volontari di installare un componente aggiuntivo nel proprio browser e seguire una selezione di creatori di contenuti professionali. Hanno lavorato 37 professionisti di 12 Paesi (14 dei quali uomini) che utilizzano Instagram per pubblicizzare marchi o acquisire nuovi clienti per le loro attività, relative a specifici settori: alimentare, viaggi, fitness, moda e bellezza.

Il componente aggiuntivo apre automaticamente la homepage di Instagram a intervalli regolari e nota quali post vengono visualizzati nella parte superiore delle newsfeed dei volontari. La panoramica che si genera ci dice ciò che le piattaforme considerano più rilevanti per ciascun volontario.

Se Instagram non si “intromettesse” nell’algoritmo, la diversità dei post nei feed di notizie degli utenti dovrebbe corrispondere alla diversità dei post dei creatori di contenuti che seguono. E se Instagram avesse personalizzato il feed di notizie di ciascun utente in base ai propri gusti personali, la diversità dei post nei feed di notizie dovrebbe essere “distorta” in modo diverso per ciascun utente. Questo, però, non è quanto è stato trovato.

Tra febbraio e maggio, sono stati analizzati 1.737 post pubblicati dai creatori di contenuti monitorati, contenenti 2.400 foto. Di questi post, 362, cioè il 21%, contengono immagini che mostrano donne in bikini o biancheria intima o uomini senza camicia. Nei newsfeed dei volontari, tuttavia, i post con queste foto rappresentano il 30% di tutti i post mostrati dagli stessi account (alcuni post sono stati mostrati più di una volta).

Le storie di Sarah e Ely

Sarah è un’imprenditrice del settore food in una grande città europea. La società che ha creato aiuta le donne a sentirsi a proprio agio con l’assunzione di cibo e sostiene il “consumo intuitivo”. Come molti proprietari di piccole imprese, Sarah si affida ai social media per attirare i clienti. Instagram, il secondo social network più grande d’Europa dopo Facebook, è un canale di marketing di cui non potrebbe fare a meno, ha affermato.

Ma su Instagram, che è fortemente orientato verso foto e video, ha sentito che le sue foto non raggiungevano molti dei suoi 53mila follower a meno che non posasse in costume da bagno. In effetti, quattro dei suoi sette post più apprezzati degli ultimi mesi l’hanno mostrata in bikini.

Ely Killeuse, autrice di libri con 132mila follower su Instagram, ha affermato che “quasi tutte” le sue foto più amate le mostrano in slip o in costume.

Per quanto l’algoritmo di Instagram favorisca la nudità in generale, la personalizzazione, o altri fattori, limitano comunque questo effetto per alcuni utenti. Detto ciò, dall’indagine risulta evidente che una sorta di “manipolazione” c’è, e si vede chiaramente.

Cosa dice il brevetto di Facebook

In un brevetto pubblicato nel 2015, gli ingegneri di Facebook spiegavano come il newsfeed potesse selezionare a quali immagini dare la priorità. Quando un utente pubblica un’immagine, questa viene analizzata automaticamente sul posto, secondo il brevetto. Ad ogni immagine fa riferimento una “metrica di coinvolgimento, utilizzata per decidere se mostrare o meno una foto nel feed delle notizie dell’utente.

La metrica del coinvolgimento si basa in parte sul comportamento degli utenti passati. Se a un utente è piaciuto un marchio specifico e una foto mostra un prodotto dello stesso marchio, la metrica del coinvolgimento aumenta. Ma la metrica di coinvolgimento può anche essere calcolata in base al comportamento passato di tutti gli utenti del servizio. Il brevetto afferma specificamente che il genere, l’etnia e lo “stato di nudità” delle persone in una foto potrebbero essere utilizzati per calcolare la metrica del coinvolgimento. Il fatto che gli utenti vedano o meno le immagini pubblicate dagli account che seguono dipende non solo dal loro comportamento passato, ma anche da ciò che Instagram ritiene più coinvolgente per gli altri utenti della piattaforma.

Chiariamoci: nessuno auspica un regime penitenziale. Mostrare la bellezza è giusto ma ci vuole stile. L’eccessivo esibizionismo presente sui social talvolta è svilente, svuota l’essere umano della sua dignità per gettarlo in pasto ai più bassi istinti e questo non è sicuramente auspicabile.

Insomma, per Facebook, che come si sa controlla Instagram, i contenuti al limite del pornografico non solo vanno bene, vengono addirittura incentivati. Una posizione politica politicamente scorretta invece, viene immediatamente censurata. Il messaggio è chiaro: usate il corpo, non il cervello.

La funzione politica di facebook è da tempo evidente a tutti. Chi vuole lo usi, ci mancherebbe, ma quantomeno cerchi di non farsi usare.

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